Monti Dauni esclusi dai finanziamenti Smart Puglia: la protesta di Lamarucciola

Non si sono ancora placate le polemiche per la sospensione del servizio di distribuzione dei quotidiani alle edicole dei piccoli comuni del Subappennino Dauno, che già si profila all'orizzonte un'altra dura protesta. Rino Lamarucciola, uno dei più navigati esponenti politici dei Monti Dauni (è stato per dieci anni sindaco di Pietramontecorvino) affida alla sua bacheca facebook un durissimo attacco alla Regione.
"Oltre alla viabilità, al trasporto pubblico e ai giornali - scrive Lamarucciola - ai Comuni dei Monti Dauni viene negata la possibilità di partecipare alla procedura negoziata per l'intervento patti per la città."
L'ex sindaco di Pietra punta l'indice contro la Determinazione del Dirigente Servizio Ricerca Industriale e Innovazione del 16 dicembre 2013, n.483, pubblicata sul BURP n.1 del 02.01.2014 con cui la Regione Puglia ha proceduto all'approvazione delle Direttive per l'attuazione, del format progettuale ed all'impegno di spesa per l'intervento "Patti per la città" (Programma Operativo Convergenza - Asse 1 Linea intervento 1.5 - Azione 1.5.2). Si tratta del progetto Smart Puglia, che prevede interventi rivolti ad accrescere la digitalizzazione del territorio.
Lamarucciola si lamenta per l'esclusione dei piccoli comuni dai finanziamenti: "Per quanto l'azione del PON individua quali soggetti beneficiari, oltre ai Comuni capoluogo di Provincia, anche le Aggregazioni di Comuni ed i Comuni interessati dall'Azione 1.3.3, la Regione Puglia ha impegnato 11 milioni di euro per i soli Comuni capoluogo non garantendo, in tal modo, alcuna possibilità per i Comuni dei Monti Dauni che, comunque, consentono alla stessa Regione di restare nell'obiettivo 1 e di avvalersi di queste ed altre risorse." Una contraddizione non nuova, che fa riesplodere il caso delle aree interne del Subappennino.

Commenti

Unknown ha detto…
Mi sa che Rino Lamarucciola ci abbia prreso gusto. Quelli stanziati sono i residui della Programmazione 2007-2013 e mi sembra giusto che si sia dato avvio alla digitalizzazione delle città capoluogo. Per la Programmazione 2014-2020 lo stanziamento è più cospicuo, per l'Italia due miliardi e passa di euri. Certo, stare in campana non è mai superlfuo. Mi auguro che a Foggia siano spesi bene.
Rino Lamarucciola ha detto…
Solo chi, come te, è riuscito a cogliere tutta l'essenza di questa terra e le sue molteplici potenzialità, è fortemente convinto che lo sviluppo del "Sistema Capitanata" non possa prescindere da uno sviluppo delle cosiddette "Aree Interne", pone la necessaria considerazione per quelle che, erroneamente, da più parti si preferisce definirle "proteste" piuttosto che legittime aspettative disattese.Pensavo che dopo la esclusione di questi territori dal PON e dai PAIN "Ambiente e Turismo" ci saremmo finalmente avviati a percorrere quel tracciato individuato dai diversi PIST (Piani Integrati di Sviluppo territoriale)elaborati dai Comuni ed approvati dalla stessa Regione. Alla luce di questo ennesimo scippo, credo di poter dire, senza ombra di dubbio, di essermi illuso che per la Regione Puglia le cose fossero cambiate, che finalmente si fosse compreso quanto siano strategiche queste Aree per lo sviluppo complessivo della stessa Regione.Allo stesso modo, si è affermata in me la convinzione che per la "politica" contano solo i numeri. Qui, purtroppo, i numeri non ci sono.Tutti insieme contiamo meno di alcuni condomini della città di Foggia. Credo che sia arrivato il momento di "volare alto", di smetterla con le lamentele o le "proteste", con richieste di "leggi speciali" e cose simili. C'è, a mio modesto avviso, una sola cosa da fare: Pretendere dal Presidente Vendola che assolva ad un suo impegno che, per quanto da più anni assunto, non è stato ad oggi mantenuto:Dettare l'Agenda dei Monti Dauni. I Comuni dei Monti Dauni sono pronti con le loro proposte che, come innanzi detto, sono già a conoscenza della Regione Puglia. La Regione ora ci dica, anche in prospettiva della prossima Programmazione 2014-2020 e delle grosse novità introdotte dall'Unione Europa per quanto attiene alle Aree Interne cosa intende fare per queste ultime
Anonimo ha detto…
Nell'ambito della programmazione, il problema delle aree sottosviluppate o sottoutilizzate come le nostre, dovrebbe essere di competenza anche e soprattutto dei fondi Ex-FAS (Fondo Aree Sottoutilizzate) ora FSC (Fondo Sviluppo e Coesione) all’interno di diversi specifici obiettivi su più settori (vedi PAR FAS Puglia 2007-2013 che è possibile reperire con google). Ciò che non bisognerebbe dimenticare è che questo fondo è nato prevalentemente per ridurre il divario socio-economico tra aree sviluppate e non e proprio per questo fine dovrebbe essere destinato PRIORITARIAMENTE A INTERVENTI rivolti verso le aree sottoutilizzate a seconda dei diversi obiettivi. Spesso le risorse programmate sono una cosa quelle reali un’altra. La politica regionale decide in parte ogni anno in base agli stanziamenti decisi da Roma su come destinare le risorse insufficienti alla realizzazione totale dei programmi (ecco perché PON, PAIN, PIST possono essere disattesi) cioè si decide su che interventi puntare nell'ambito del programma. Bisognerebbe far pressione a Bari durante le sedute nelle quali si decidono le sorti di quali interventi finanziare, sul diritto alla priorità degli inerventi presentati da quelle amministrazioni delle aree sottoutilizzate come le nostre e rientrate nel PAR FSC affinché siano finanziate. Questo in Emilia-Romagna, aldilà delle APQ, avviene con la concertazione tra regione, province, comuni ed altri O.P. forse in Puglia potrebbe avvenire in modo analogo. Mi ripeto dicendo che il FSC è nato proprio con lo scopo di aiutare quei territori e quelle aree sottoutilizzate nell'ambito di una politica complementare ai fondi europei e bisognerebbe far pressione sugli interventi che ci riguardano come viabilità, infrastrutture digitali, ambiente, turismo ecc. Adesso si apre un nuovo scenario di programmazione 2014-2020 ed è su questo che bisogna puntare a denti stretti e con forza. I comuni del sub-appennino potrebbero fare una coalizione o un patto scritto, per decidere tutti insieme quali devono essere gli interventi da realizzare considerando le priorità “seriamente” e “democraticamente”. Gli interventi inseriti nella programmazione FSC, FESR, FSE, FEASR e sugli altri fondi che si stanno affacciando con la nuova programmazione devono essere reclamati con forza e rivendicato il diritto alla priorità per diminuire il divario socio-economico delle nostre terre. In merito ai numeri di cui parlava Lamarucciola vorrei ricordare il divario socio-economico è la causa dei numeri piccoli dei nostri territori e solo puntando sulla diminuzione del divario possono aumentare i numeri.

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