La sfida della memoria: così il ricordo dei bombardamenti sta facendo nascere una nuova coscienza civica
A Foggia è in atto una rivoluzione. Una bella rivoluzione
culturale.
Con la complicità delle celebrazioni del settantesimo
anniversario dei bombardamenti, stanno esponenzialmente crescendo sia le
ricerche storiche sul recente passato della città, sia il recupero e la raccolta di frammenti
di memoria collettiva.
Autori vecchi e nuovi indagano, riportano alla luce,
ricostruiscono quel pezzo fondamentale della storia foggiana rappresentato
dalla tragica estate del 1943 e dalla successiva ricostruzione. Appassionati e
semplici cittadini che amano la loro terra, contribuiscono a scavare, riportare
alla luce, collazionare.
Le attività di ricerca e di produzione culturale, peraltro
di alto livello, s’incrociano molto positivamente con il coinvolgimento, la partecipazione della popolazione
a questo sforzo collettivo di recupero della memoria e dell’identità. Negli ultimi anni
c’è stato tutto un florilegio di gruppi e pagine che sul social network
raccolgono la memoria, e siti che
si occupano di recuperarla, diffonderla, custodirla.
Il risultato è la progressiva sedimentazione di una memoria
condivisa, che potrebbe rivelarsi un importante strumento di costruzione del
futuro. Un circolo una volta tanto virtuoso, che produce, in definitiva, public history, anche se, fino ad oggi,
in maniera non del tutto consapevole e dichiarata.
Questa inconsapevolezza rappresenta un aspetto non
secondario di questo fenomeno, con il quale bisognerà fare presto i conti,
tanto più che da più parti di parla di Musei della memoria. Quel plurale non ha
senso perché la memoria è una, pur se plurale e pluralistica. E ha senso soltanto se condivisa.
La scommessa vera sta nella prospettiva di una Public History della città, a partire dal ricordo della sua pagina
più drammatica. Adesso, forse, le premesse ci sono.
Quanto sta accadendo a Foggia è, del resto, perfettamente
coerente con la definizione che della public history dà uno dei maggiori
esperti di questa nuova disciplina, George Noiret: “la public history è storia fatta sul terreno, tra gente che produce
testimonianze della storia stessa. L’esercizio della public history fa leva su
diversi “supporti mediatici”, e
non soltanto quelli tradizionali, come la scrittura, e raggiunge un vasto
pubblico coinvolto nelle pratiche della storia pubblica. La Public History usa
molti modi per comunicare, ma la rete è entrata con prepotenza per diffondere
le sue realizzazioni con siti e comunicazioni di storia che possano cambiare
anche lo stesso rapporto con gli eventi del passato recente, ricollocandoli in
una più vasta costruzione, quella delle memorie individuali e collettive.”
Tra i diversi materiali che Noiret indica quali costruttori
di Public History un posto d’onore spetta alla fotografia, e per evidenti,
ovvie ragioni: l’immagine fotografica è, in se stessa un documento storico, una
fonte storica più o meno
importante, ed è più facile di altri tipi di documenti da raccogliere,
scambiare, organizzare in modo più o meno sistematico. Non è un caso che molti gruppi che stanno fiorendo su facebook si occupano proprio della raccolta di fotografie d'epoca.
Lo stesso discorso vale, comunque, per altri tipi di “supporto”: i
video, le testimonianze sonore, i giornali d’epoca, i documenti, tutti quei
materiali che esperti, appassionati, semplici cittadini stanno raccogliendo e
mettendo a disposizione di tutti. Tutto questo rappresenta già, in nuce,
un’ottima base per il Museo della Memoria di cui si parla. Più che di cose, di reperti da esporre in un museo, la memoria è qualcosa di vivo e di dinamico, essendo fatta di ricordi, per loro natura
immateriali, ma recuperabili e conservabili su supporti altrettanto
immateriali. La memoria ha la leggerezza dei bit: ma organizzare,
sistematizzare, rendere fruibile questi bit è tutt’altro discorso.
Provo ad elencare le diverse risorse che in questi anni si
sono venute consolidando, e che stanno dando vita a questo straordinario patrimonio. Chiedo fin d’ora scusa ai lettori per
eventuali errori ed omissioni. Ogni tentativo “enciclopedico” si espone in
qualche misura al rischio dell’incompletezza: ma è necessario però dar conto di
quanto sta accadendo, per cercare di vedere tutti la foresta che si va componendo, oltre ai singoli alberi. Senza dimenticare che la sfida prossima ventura sarà di
cercare di fare sintesi, e sistema, per riuscire a produrre una Public History consapevole.
L’ordine è più o meno cronologico e ovviamente non
gerarchico. Mi limito in questa occasione a elencare esclusivamente le risorse
pubbliche ovvero i materiali messi
a disposizione del pubblico, in
questo sforzo di recupero e ricostruzione della memoria collettiva. Tralascio
per il momento le opere di autori come Tommaso Palermo, Gastone Mazzanti, Carmine De Leo, Alberto Mangano, Raffaele De Seneen, Luigi Iacomino e Salvatore Aiezza, che con la loro produzione hanno dato un formidabile contributo al recupero della memoria storica.
- Orgoglio foggiano, il sito di Alberto Mangano, è stato il primo ad occuparsi sistematicamente di storia foggiana, con un dovizioso corredo di immagini e documenti. Si definisce Sito amatoriale sulla cultura, la storia, le curiosità, gli aneddoti e tutto ciò che possa esprimere ad ogni livello l'orgoglio dell'essere foggiano!
- Vincenzo Saponaro, con il suo blog Foggia in Guerra, nato nell’agosto del 2008, ricchissimo di articoli dello stesso autore, documenti, immagini e video, e con la omonima pagina facebook che è essa stessa un prezioso aggregatore di altre immagini e documenti.
- Il Gruppo del Comitato Un monumento a ricordo delle vittime del 1943 (che vede tra i suoi promotori lo stesso Alberto Mangano), nato inizialmente come luogo virtuale di incontro tra quanti sostengono la sacrosanta iniziativa del monumento, si sta trasformando negli ultimi mesi in una formidabile repository di documenti di straordinario interesse. Nella sezione Files sono presenti materiali digitali rari e di pregio, come la collezione dei numeri di Foggia Occupator, il giornale che veniva pubblicato dalla truppe americane di stanza a Foggia. Merito di autori, come Tommaso Palermo e Salvatore Aiezza che si stanno in prima persona adoperando per la ricostruzione della storia della Foggia del secolo scorso. Il comitato ha anche un ricchissimo canale you tube, con ben 55 filmati che si occupano, a vario titolo dei bombardamenti su Foggia.
- La pagina facebook Foggia com’era, fondata da Toni La Notte, è forse l’esempio più efficace di una public history che si costruisce e si sedimenta a poco a poco, attraverso le fotografie. Vi vengono pubblicati materiali rarissimi e spesso inediti, ma va sottolineato soprattutto l’intensa ed appassionata partecipazione degli aderenti al gruppo.
- Il cartello di associazioni Le Radici Le Ali (che comprende, tra gli altri, l’Auser, l’Arci, le Acli, Legambiente, le organizzazioni di categoria dei pensionati di Cgil, Cisl, Uil) nato per diffondere una cultura della pace, a partire dalla rievocazione dei bombardamenti, ha un gruppo su Facebook (Foggia Estate 1943) curato da Antonio Altilia, focalizzato attorno alle manifestazioni promosse dal gruppo di associazione. Il canale you tube di Altilia mette on line l’intero ciclo di conferenze promosse dal cartello di associazioni, svoltosi nella scorsa primavera alla Sala Mazza del Museo Civico. Da qualche giorno a questo cospicuo archivio si è aggiunto il film realizzato da Giovanni Rinaldi, che ha raccolto la testimonianza di tre anziani foggiani che vissero la tragica estate del 1943, e che rappresenta un eccellente modello di videointervista (molto gradevole da vedere) finalizzata alla rivitalizzazione della memoria collettiva.
- La compagnia teatrale ScenAperta guidata da Tonio Sereno, instancabile animatore culturale, ha svolto un importante azione di sensibilizzazione sui bombardamenti producendo diversi spettacoli sull’argomento, tra cui l'applauditissimo Coriandoli di Luigi Schiavone. Molta parte di questa produzione, efficace esempio di teatro civile, è disponibile sul canale YouTube della compagnia.
- Nel loro blog Foggia Racconta (col significativo sottotitolo Voce dal cuore di chi l'ama) Raffaele De Seneen e Romeo Brescia raccolgono e raccontano storie a rischio d'oblio, persone, ricordi e memorie. Il sito si distingue per la qualità narrativa e letteraria e per una cospicua galleria video.
- Proprio mentre chiudevo questo articolo (la cui elaborazione – confesso – ha richiesto molto più tempo e più ponderazione del solito) sono stato invitato a far parte di due gruppi freschi di fondazione, dedicati non specificatamente ai bombardamenti, ma comunque alla memoria condivisa cittadina. Si tratta di Foggia:ricordi del cuore promosso da Cristina Consales e Foggia sparita promosso da Nicola Episcopo. È particolarmente significativo che proprio in questi giorni su tali gruppi si discuta della possibilità di unificarli in uno solo, per evitare ridondanze e in qualche modo sistematizzare e coordinare meglio le attività di ricerca. Ma è ancora più significativo che il dibattito abbia registrato un'autentica profluvie di interventi, una volta tanto assolutamente costruttivi.
Forse il momento è propizio. Il ricordo della drammatica estate del 1943 sta producendo una nuova coscienza civica. Che potrebbe preludere ad una ritrovata identità cittadina. Il Museo della Memoria rappresenta per tutti un importante, ineludibile banco di prova.
Commenti
Esiste qulacuno che non abbia avuto spazio e visibilitá sul mio sito? Nessuno
Qualcuno mai ha pensato che era giusto sedersi intorno ad un tavolo per un percorso comune?
A Foggia non si pensa ai contenuti ma ai personaggi che si attivano per affermarli.
La strada é impervia ma il mio gruppo ed io per primo siamo qui e siamo pronti a dialogare con tutti senza nascondere eventuali responsabilitá, qualora ce ne fossero, che potrebbero aver coinvolto pure noi
Oggi Ralph De Palma è un patrimonio pugliese e non più biccarese o foggiano e le iniziative fatte in poco più di tre mesi si sprecano!
Tornando, quindi, al punto: occorre fissare una data. Propongo quella del 28 maggio 2014, primo giorno di bombardamenti su Foggia (ma se ne può trovare un'altra). Siccome per quella data può darsi che si voterà, facciamo almeno in tempo a coinvolgere da subito gli attuali amministratori foggiani (di Giunta e di Consiglio comunale) e possiamo chiedere ai candidati-sindaco che - se eletti - di mettere tra i primi punti del loro programma politico-amministrativo l'adesione all'UNICO Comitato per il "Museo della Guerra" che nel frattempo si costituirà (lo chiamo così ma solo per praticità di comprensione). Si dovranno coinvolgere DA SUBITO il Commissario della Provincia, la Biblioteca Provinciale e l'Università degli Studi e TUTTE le associazioni, le organizzazioni categoriali (penso a quelle dei ferrovieri, dei Vigili del Fuoco, dei Vigili Urbani per il ruolo svolto 70 anni fa), gli organi d'informazione, per costruire insieme la base su cui realizzare(al massimo in due anni) il "Museo della Guerra" (o quello che sarà nella struttura e nella denominazione).
E' ora di lasciare le chiacchiere e gli errori del passato e di passare alla fase propositiva e realizzativa. Non vedo altri modi per finirla con le polemiche e i piagnistei. E quando dico "Museo" intendo un luogo fisico ma anche multimediale; intendo la realizzazione del monumento ai caduti; intendo anche la parete con tutti i morti identificati (sono arrivato a 771 ma la mia ricerca continua) e quant'altro dovrà e potrà far chiarezza di quel che accadde durante quei giorni e anche dopo.
Per ora resto a disposizione di quel che si vorrà fare.
Maurizio De Tullio
La rete “Le Radici e le Ali” , costituita da 15 associazioni (AUSER, ACLI, ARCI, ANPI, ANTEAS, ASSOCIAZIONE PER LA PACE, CAPITANATA FUTURA, LEGAMBIENTE “CIRCOLO GAIA”, CENACOLO CULTURALE “CONTARDO FERRINI”, LIBERA, SCENAPERTA, SPI CGIL, FNP CISL, FLC CGIL, CGIL), ha elaborato un progetto storico-culturale e di ricerca su tale argomento, rivolto essenzialmente agli studenti delle scuole cittadine, e si rende pienamente disponibile ad individuare un percorso unificante con quanti vogliano condividere gli obiettivi che in questo tuo articolo ed in quelli precedenti hai ottimamente individuato con la costruzione di una public history della città.
Chi meglio di te, pertanto, può essere punto di riferimento e di aggregazione per organizzare un primo incontro con quanti si sono resi e si renderanno disponibili, definendo data e luogo.
Le associazioni tutte della rete ci saranno.
Faccio mio il tuo auspicio “A Foggia è in atto una rivoluzione. Una bella rivoluzione culturale”. Bene, anzi benissimo, auguriamoci, allora, che il nuovo anno sia l’anno della rivoluzione compiuta.
Vittorio Cucci
Portavoce della rete “Le radici e le Ali”