De Tullio: Due o tre cose su "un'altra" informazione
Ringrazio Geppe Inserra per l'ospitalità, la disponibilità al confronto col collega della "GdM" e le belle parole su "Diomede", ma vorrei precisare alcune cose [qui il link all'articolo cui si riferisce De Tullio]:
1. Anna Langone è un'ottima collega e confermo la bontà del suo articolo sul 70° dei bombardamenti e la stima che ho nei suoi confronti. E' stata lei (tra le tante cose buone di cui è capace) ad avviare da anni la battaglia contro i parcheggiatori abusivi, mettendoci sempre la faccia. Anch'io penso si sia trattato di un disguido causato dai tempi stretti e penso pure che non sia stata lei a scegliere quelle quattro foto.
Questi ripetuti "incidenti", però, la dicono lunga su come si gestisce una redazione oggi: l'arrivo di computer, programmi di impaginazione, scansione, telefonini ha da un lato abbattuto eccezionalmente i costi e i tempi di produzione (eliminando di colpo la vecchia filiera di redazione: fotografi, compositori, impaginatori, grafici, archivisti, correttori di bozze) ma ha impoverito la qualità finale del prodotto.
Proprio perché i Social Network hanno stravolto le nostre abitudini (continuo a essere volutamente assente da qualunque S.N.) e la moltiplicazione dei siti ha sottratto l'informazione ai professionisti delegittimando non il loro 'status' ma l'etica, mi sento di reclamare a voce alta il ritorno a banalissime regole di buon senso. Quali? Dare molte informazioni in uno scenario di buona informazione. E' il lettore che deve scegliere le notizie che più lo interessano e lo colpiscono ma deve... almeno poterle trovare! Nel mio commento di qualche giorno fa ricordavo come la media di notizie presenti in una pagina della nostra "GdM" sia di poco superiore al numero di 3. Un tempo la media non era certo inferiore a 7 o 8 se non più!
E non si tratta, caro Geppe, di veteronostalgia: è esigenza del lettore, che vuole sapere, capire, scegliere, suggerire e magari anche polemizzare col suo giornale. Ma questo gli viene negato.
Continuo a non vedere quella che a mio avviso dovrebbe fare da spartiacque al Sud: l'informazione di servizio, comprensiva di inchieste, approfondimenti, anche di dialogo serrato coi lettori.
Lo dicevo all'epoca e lo ribadisco: se si facesse come fa l'informazione sportiva (ricchezza di dettagli, brio, interviste e commenti, ecc.), tutta l'informazione locale ne gioverebbe!
2. Col "Vademecum.it" vinsi la battaglia contro con il famigerato esercizio abusivo del "copia-e-incolla", uno dei regali che il web ci ha fatto: intere colonne del "Quotidiano", de "La Grande Provincia" e di tanti piccoli periodici locali erano infarcite di articoli letteralmente "ripresi" da altre fonti senza che se ne citassero i legittimi autori e/o testate!, e Geppe ricorderà quanto mi spesi per quel tipo di civiltà da (ri)conquistare. Oggi, per fortuna, non si fa più quell'uso indiscriminato.
Il lupo di redazione, invece, continua a perdere il pelo ma non il vizio di commettere errori e orrori: talvolta graziosi da indurre al sorriso, altre grossolani e irritanti da invitare a non comprare più quei giornali!
3. Io non credo che la tecnologia vada a senso unico e sia padrona del nostro destino. Se l'uomo la governa sarà pure in grado di darsi delle direzioni, di raggiungere obiettivi semplici che solo le cattive abitudini talvolta impediscono di cogliere.
Un buon articolo non deve essere solo scritto bene: deve vivere in una pagina ricca e viva, deve essere impreziosito da interviste, approfondimenti, da significative immagini (possibilmente vere...), da pratiche infografiche ma, soprattutto, deve dare l'idea che il suo autore vi abbia lavorato tanto, bene e senza scrupoli. Lo so che - per come stanno le cose - è chiedere un po' troppo, ma nessun medico ci ha obbligato a fare i giornalisti.
4. La crisi ha ucciso anche il settore editoriale, ma reagire si può. Occorre eliminare stupide concorrenze e pensare al lavoro sinergico: Foggia detiene ancora oggi il record di televisioni private rispetto agli abitanti e fin quando "il Mattino di Foggia" di Blasotta era cartaceo, avevamo anche quello dei quotidiani! Ma con quale risultato?!
E la smettano i finti editori di perdere milioni di euro ogni anno invece di creare una (al massimo due) serie e solide televisioni capaci di parlare alla Puglia e non solo ai propri sogni di gloria o agli amici degli amici...
Ed oggi, con tutto 'sto bendiddio che abbiamo a livello tecnologico, quando ci sbrighiamo a mettere attorno a un tavolo i principali editori di siti internet locali per fare una webtelevision con le palle?
La Capitanata dei sessanta campanili mi sembra sempre più un orticello con cento galli dove ognuno cerca di strillare più dell'altro mentre sullo sfondo tutto resta com'è.
(Maurizio De Tullio)
1. Anna Langone è un'ottima collega e confermo la bontà del suo articolo sul 70° dei bombardamenti e la stima che ho nei suoi confronti. E' stata lei (tra le tante cose buone di cui è capace) ad avviare da anni la battaglia contro i parcheggiatori abusivi, mettendoci sempre la faccia. Anch'io penso si sia trattato di un disguido causato dai tempi stretti e penso pure che non sia stata lei a scegliere quelle quattro foto.
Questi ripetuti "incidenti", però, la dicono lunga su come si gestisce una redazione oggi: l'arrivo di computer, programmi di impaginazione, scansione, telefonini ha da un lato abbattuto eccezionalmente i costi e i tempi di produzione (eliminando di colpo la vecchia filiera di redazione: fotografi, compositori, impaginatori, grafici, archivisti, correttori di bozze) ma ha impoverito la qualità finale del prodotto.
Proprio perché i Social Network hanno stravolto le nostre abitudini (continuo a essere volutamente assente da qualunque S.N.) e la moltiplicazione dei siti ha sottratto l'informazione ai professionisti delegittimando non il loro 'status' ma l'etica, mi sento di reclamare a voce alta il ritorno a banalissime regole di buon senso. Quali? Dare molte informazioni in uno scenario di buona informazione. E' il lettore che deve scegliere le notizie che più lo interessano e lo colpiscono ma deve... almeno poterle trovare! Nel mio commento di qualche giorno fa ricordavo come la media di notizie presenti in una pagina della nostra "GdM" sia di poco superiore al numero di 3. Un tempo la media non era certo inferiore a 7 o 8 se non più!
E non si tratta, caro Geppe, di veteronostalgia: è esigenza del lettore, che vuole sapere, capire, scegliere, suggerire e magari anche polemizzare col suo giornale. Ma questo gli viene negato.
Continuo a non vedere quella che a mio avviso dovrebbe fare da spartiacque al Sud: l'informazione di servizio, comprensiva di inchieste, approfondimenti, anche di dialogo serrato coi lettori.
Lo dicevo all'epoca e lo ribadisco: se si facesse come fa l'informazione sportiva (ricchezza di dettagli, brio, interviste e commenti, ecc.), tutta l'informazione locale ne gioverebbe!
2. Col "Vademecum.it" vinsi la battaglia contro con il famigerato esercizio abusivo del "copia-e-incolla", uno dei regali che il web ci ha fatto: intere colonne del "Quotidiano", de "La Grande Provincia" e di tanti piccoli periodici locali erano infarcite di articoli letteralmente "ripresi" da altre fonti senza che se ne citassero i legittimi autori e/o testate!, e Geppe ricorderà quanto mi spesi per quel tipo di civiltà da (ri)conquistare. Oggi, per fortuna, non si fa più quell'uso indiscriminato.
Il lupo di redazione, invece, continua a perdere il pelo ma non il vizio di commettere errori e orrori: talvolta graziosi da indurre al sorriso, altre grossolani e irritanti da invitare a non comprare più quei giornali!
3. Io non credo che la tecnologia vada a senso unico e sia padrona del nostro destino. Se l'uomo la governa sarà pure in grado di darsi delle direzioni, di raggiungere obiettivi semplici che solo le cattive abitudini talvolta impediscono di cogliere.
Un buon articolo non deve essere solo scritto bene: deve vivere in una pagina ricca e viva, deve essere impreziosito da interviste, approfondimenti, da significative immagini (possibilmente vere...), da pratiche infografiche ma, soprattutto, deve dare l'idea che il suo autore vi abbia lavorato tanto, bene e senza scrupoli. Lo so che - per come stanno le cose - è chiedere un po' troppo, ma nessun medico ci ha obbligato a fare i giornalisti.
4. La crisi ha ucciso anche il settore editoriale, ma reagire si può. Occorre eliminare stupide concorrenze e pensare al lavoro sinergico: Foggia detiene ancora oggi il record di televisioni private rispetto agli abitanti e fin quando "il Mattino di Foggia" di Blasotta era cartaceo, avevamo anche quello dei quotidiani! Ma con quale risultato?!
E la smettano i finti editori di perdere milioni di euro ogni anno invece di creare una (al massimo due) serie e solide televisioni capaci di parlare alla Puglia e non solo ai propri sogni di gloria o agli amici degli amici...
Ed oggi, con tutto 'sto bendiddio che abbiamo a livello tecnologico, quando ci sbrighiamo a mettere attorno a un tavolo i principali editori di siti internet locali per fare una webtelevision con le palle?
La Capitanata dei sessanta campanili mi sembra sempre più un orticello con cento galli dove ognuno cerca di strillare più dell'altro mentre sullo sfondo tutto resta com'è.
(Maurizio De Tullio)
Commenti
non so a chi ti riferisci, ma non ho difficoltà a riconoscerti il merito di aver dato vita con Matteo Tatarella, nel lontano 1976, alla prima radio privata foggiana ("Radio Foggia 101": Geppe ci arrivò l'anno dopo) che svolse un raro e dignitoso ruolo in àmbito giornalistico (tra i tanti ricordo, oltre a Leccese, Nazario Martino, Gino Scauzillo, Michele Chiariello, Michele Maielli, Michele Campanaro ed altri).
E questo riconoscimento all'amico e collega Davide Leccese l'ho pubblicamente sancito in un capitolo del recente libro di Salvatore Aiezza, "Il mio canto libero" (Ed. il Castello, 2013), in cui faccio un breve excursus dei primi 15 anni di radio private foggiane e del mio pigmalione-Leccese.
Se mi sono permesso un'autocitazione, questa era partita dalla bella e dura esperienza del nostro ilvademecum.it, il primo tentativo mai realizzato in Italia di una testata dedicata al solo campo dell'informazione a livello locale. Oltre 110 numeri in 4 anni in cui cercammo di "fare informazione su chi fa informazione". Spiace solo che Davide si sia fermato alla rivista "Tholus"...
Un caro saluto a Geppe e Davide.
(Maurizio De Tullio)
se ho capito bene lei concorda con la superficialità delle nostre argomentazioni?!
Si spieghi meglio, altrimenti il suo contributo alla discussione rischia di... non condurre da nessuna parte.
Se ha qualcosa da commentare, aggiungere, criticare al mio intervento lo faccia tranquillamente. Lo leggerò con piacere.
(m.d.t.)
Cordialmente. (m.d.t.)