Quando c'è l'opinione pubblica, ritorna la buona politica
Ringrazio di cuore tutti gli amici che sono intervenuti nel dibattito sollevato dal sindaco di Manfredonia Angelo Riccardi e da Enrico Ciccarelli sul problematico rapporto tra la provincia di Foggia e la Regione Puglia, con l'impegno di pubblicare nei prossimi giorni tutti gli interessanti interventi.
Uno dei limiti della discussione sui social network è che ci si confronta su bacheche diverse, e non sempre è facile ricucire e rendere organico tutto il materiale che viene postato.
L'intensità degli interventi, la passione civile e la tensione intellettuale che li sorregge testimoniano, tuttavia, che una parte sempre più consistente dell'opinione pubblica cittadina e provinciale non vuole più stare alla finestra. Vuole confrontarsi seriamente.
Occorrerebbe che la stessa passione e la stessa partecipazione animassero il confronto "a bocce ferme", ovvero prima che maturino le decisioni che poi determinano (o non determinano) il futuro della comunità.
Al di là delle opinioni divergenti, quando non contrapposte, venite fuori dal dibattito mi sembra di poter rintracciare un dato comune, che è appunto il desiderio di non stare più alla finestra, di impegnarsi in prima persona.
Come? L'interrogativo non è di poco conto, se pensiamo che è ormai scattato il conto alle rovescia per le elezioni che nella prossima primavera interesseranno i maggiori consessi amministrativi. Come trasformare questo desiderio di contare, di partecipare in scelte che pesano, che determinano un futuro diverso, migliore?
Migliorando la politica, producendo della buona politica, ciascuno all'interno del proprio partito, o movimento, o associazione.
La vivace e corale partecipazione al dibattito dice che forse il tempo dell'antipolitica è già finito. E, d'altra parte, essere contro e basta non produce futuro. Il futuro si può costruirlo soltanto "essendo per" qualcosa, qualcuno, con responsabilità e coraggio.
Uno dei limiti della discussione sui social network è che ci si confronta su bacheche diverse, e non sempre è facile ricucire e rendere organico tutto il materiale che viene postato.
L'intensità degli interventi, la passione civile e la tensione intellettuale che li sorregge testimoniano, tuttavia, che una parte sempre più consistente dell'opinione pubblica cittadina e provinciale non vuole più stare alla finestra. Vuole confrontarsi seriamente.
Occorrerebbe che la stessa passione e la stessa partecipazione animassero il confronto "a bocce ferme", ovvero prima che maturino le decisioni che poi determinano (o non determinano) il futuro della comunità.
Al di là delle opinioni divergenti, quando non contrapposte, venite fuori dal dibattito mi sembra di poter rintracciare un dato comune, che è appunto il desiderio di non stare più alla finestra, di impegnarsi in prima persona.
Come? L'interrogativo non è di poco conto, se pensiamo che è ormai scattato il conto alle rovescia per le elezioni che nella prossima primavera interesseranno i maggiori consessi amministrativi. Come trasformare questo desiderio di contare, di partecipare in scelte che pesano, che determinano un futuro diverso, migliore?
Migliorando la politica, producendo della buona politica, ciascuno all'interno del proprio partito, o movimento, o associazione.
La vivace e corale partecipazione al dibattito dice che forse il tempo dell'antipolitica è già finito. E, d'altra parte, essere contro e basta non produce futuro. Il futuro si può costruirlo soltanto "essendo per" qualcosa, qualcuno, con responsabilità e coraggio.
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