Primarie aperte e diffuse, per rilanciare la buona politica
Dal ripescaggio del Foggia al ripristino del verde pubblico, la città si normalizza. Ma adesso deve tornare l'ora della politica.
Il Foggia è stato ripescato nella Lega Pro; in alcune aree verdi cittadine sono finalmente stati ripristinati gli impianti di irrigazione; hanno fatto la loro ricomparsa le squadre addette alla segnaletica stradale, qualche buca è stata tappata; il servizio di raccolta dei rifiuti, pur accusando qualche ritardo circa il decollo della differenziata, funziona finalmente su standard di buona qualità. Foggia si sta riprendendo.Una delle regole fondamentali del giornalismo è che il cane che morde l'uomo non fa notizia, ma se accade il contrario sì. Per come si erano messe le cose, a Foggia, la notizia che la spazzatura viene regolarmente ritirata dai cassonetti, e che si dà acqua agli asfittici prati del verde pubblico e che si riempie qualche voragine stradale, equivale a quella dell'uomo che morde il cane.
La città sta tornando lentamente alla normalità. Forse è ancora presto per dire che il peggio è passato, ma se non altro non si respira più quell'atmosfera di costante emergenza che caratterizzò le feste natalizie, con l'immondizia che straripava dai cassonetti e la tensione sociale che aveva raggiunto livelli di guardia.
Pur in assenza di dati certificati, la sensazione è che anche i conti comunali siano migliorati. Il traguardo del pareggio è lontanissimo, e l'adesione alle norme del decreto salva città dissanguerà ancora per un bel po' le casse municipali. Ma la notizia è che finalmente s'intravedere l'uscita del tunnel.
Manca meno di un anno dal rinnovo dell'amministrazione comunale, ed è ormai maturo il tempo che la politica si riprenda le sue responsabilità, fino in fondo. Nei gruppi del social network monta un'antipolitica sovente irragionevole, perché piaccia o meno, e stante queste regole democratiche la città verrà governata da amministratori liberamente eletti dai cittadini. Sputare per partito preso su quanti parlano di politica, o fanno politica o vogliono farla, demonizzandola serve agli eterni gattopardi, che tutto vogliono cambiare, affinché niente cambi sul serio.
La politica è chiamata semmai a dare di se stessa una prova di credibilità e di sincera capacità democratica, sottraendo la designazione dei candidati ai ben noti giochi di bottega. Come? Non c'è che un modo: fare delle primarie serie, e di coalizione.
Una scelta del genere conviene a tutti gli schieramenti in campo e consente ai cittadini di scegliere (semmai turandosi il naso) non soltanto chi dovrà amministrarli, ma anche chi dovrà partecipare alla competizione elettorale. Le primarie diffuse che mi sento di auspicare sono anche l'antidoto più serio al rischio di un astensionismo di massa.
In casa del centrosinistra si sta seriamente riflettendo su questa ipotesi. Il dubbio è se limitare le primarie soltanto al Pd, ovvero al maggior azionista dell'attuale maggioranza, o estenderle a tutta la coalizione. L'idea di restringere le primarie soltanto agli elettori e ai simpatizzanti del Pd sa di minestra precotta: perché impedire a un elettore di Sel o del Psi di dire la sua?
Sullo sfondo c'è la possibilità della ricandidatura del sindaco uscente, Gianni Mongelli, che sarebbe escluso dalle primarie del Pd. Per quel che ha fatto, sarebbe scorretto oltre che stupido impedire al primo cittadino uscente di partecipare ad un meccanismo così democratico e trasparente qual quello delle primarie. Dev'essere il popolo del centrosinistra a decidere se Mongelli ha ben amministrato ed è dunque ancora competitivo dal punto di vista elettorale, e non la segreteria del Pd.
Lo stesso discorso vale per il centrodestra. Almeno in apparenza, il polo che contenderà alla maggioranza uscente la leadership della città ha meno problemi di scelta dell'altro schieramento. L'attuale coordinatore provinciale del Pdl è Franco Landella, da sempre candidato sindaco in pectore, ed anche il più suffragato delle passate elezioni comunali. Ma non passa giorno che non vengano messe in giro voci su candidature alternative, più o meno altisonanti e più o meno clamorose, sintomo che non tutto il Pdl è entusiasta dell'idea di Franco Landella candidato sindaco.
Primarie anche nel centrodestra sarebbero così un'opportunità, per lo stesso Landella, per fare i conti prima dell'appuntamento con le urne, ed evitare quegli episodi di erosione dei consenso e di profondi contrasti interni che portarono cinque anni fa alla clamorosa sconfitta di Enrico Santaniello.
Quanto alla forza politica che potrebbe recitare il ruolo di terzo incomodo, il M5S, il discorso è più complesso: il movimento di Grillo ha regole piuttosto severe sia per quanto riguarda la presentazione del simbolo e della lista alle elezioni comunali, sia per quanto riguarda le eventuali primarie. I grillini foggiani accusano una certa debolezza nello stare dentro questi meccanismi: alle primarie per le lezioni politiche dello scorso febbraio, non ci fu nessun candidato locale nelle liste di Camera e Senato, selezionate attraverso le primarie on line.
Resta comunque il fatto che la sola possibilità di sconfiggere l'antipolitica e scongiurare l'astensionismo passa per la designazione di candidati forti, scelti preventivamente e condivisi dai loro elettori: da individuarsi, appunto, attraverso primarie trasparenti, effettivamente democratiche ed effettivamente aperte, estese all'intera coalizione che le indice.
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