Squeo: parlare di legalità è facile, ma esigente

È stato tra gli interventi più incisivi e più apprezzati della convention della componente renziana del Pd di Capitanata, che si è svolta qualche settimana fa, all'Altrocinema. Costantino Squeo, già sindaco di Sannicandro Garganico, era chiamato a parlare di legalità e di sicurezza. Un problema delicato, soprattutto se messo in relazione al tema generale dell'incontro Ultimi, ma non ci arrendiamo.
Temi - l'essere alle posizioni più basse delle graduatorie della qualità della vita e la legalità - rilanciati dagli eventi di questi giorni: le clamorose operazioni dell'antimafia pugliesi, intrecciate al ripetersi di gravi episodi di cronaca.
Una ragione in più per rileggersi la "traccia" dell'intervento svolto da Squeo al convegno. Per la verità, svolgendo il suo intervento, Squeo non si è scrupolosamente attenuto alla scaletta che pubblichiamo di seguito, lanciando più di un sasso nell'acqua stagnante. Dichiarazioni come "a volte una costituzione di parte civile è più importante di dieci convegni sulla legalità" oppure la suggestiva rievocazione dei bagliori dei bombardamenti su Foggia che si scorgevano dal promontorio del Gargano, simbolo di una identità profonda della terra di Capitanata.

Grazie ad Enrico Ciccarelli, quanti volessero sentire integralmente l'intervento lo trovano su questa pagina web: http://youtu.be/84QMb2vpzcY
Di seguito, la traccia originale del contributo di Costantino Squeo.
* * *
Quando si è ultimi, parlare di legalità è - nello stesso tempo - più facile e più esigente.
In entrambi i casi occorre mettere in soffitta il demone della retorica e la necessità, forse anche l’urgenza, che si faccia un uso responsabile della memoria. Non solo, vi è anche la necessità di liberarsi dai luoghi comuni, dalle etichette facili.
Vivo ed ho amministrato una bella città, non un luogo di faide.
Quando si è ultimi, dicevo pocanzi, parlare di legalità è esigente. Esigente perché solo in questo caso il tema, da enunciazione di principio, diventa elemento speculativo, utile. Questo disgraziatissimo stato di grazia ci consente di  declinare la legalità in termini di utilità.
Lo dico a partire dalla mia terra, devastata da un abusivismo da copertina. Solo oggi, che si è ultimi, la devastazione del territorio impone una lettura legata al mancato utilizzo di quei beni. E quindi oggi la tutela del territorio – su cui mi soffermerò – diviene oltre che giusta, utile, necessaria.
Quello stesso territorio, inoltre, ha sperimentato l’esigenza che uno sviluppo che non sia ancorato ad un processo armonico e ordinato di crescita determinerà non indicatori di sviluppo, ma fenomeni di impoverimento del tessuto sociale.  Questo conferma, a mio avviso, quella vecchia teoria che vuole il malaffare quale causa dell’impoverimento di un territorio, non l’esatto contrario.
E’ esigente, inoltre, perché, rappresenta un a priori di grande forza. E riguarda la qualità del consenso. Nella elencazione dei pensieri giusti rappresenta forse un presupposto logico quasi sempre non spiegato. Forse volutamente. Eppure senza qualità del consenso qualsiasi teorema legato alla “città del sole” rischia di rilevarsi fallace. Né vale, anche in questo caso, la doppia morale di ritenere sporco il consenso quando riguarda gli avversari e virtuoso, foriero di speranza, quando attinge le nostre sigle.
E’ necessario – ma lo è da sempre, non solo da oggi – cioè che la legalità sia un paniere di cose buone, oltre che una elencazione di pensieri giusti. Per essere ancora più pratici: c’è una proporzione da 1 a 10 che afferisce la costituzione di parte civile e le iniziative legate alla sensibilizzazione sui temi della legalità; sia nel suo portato pratico che simbolico. In un contesto medio piccolo la costituzione di parte civile è come, in civile, l’azione di apposizione di termini: dici chi siamo e dove vogliamo andare.
Come se ne esce?
Con la costituzione più bella del mondo. E con l’attuazione, piena, dell’art. 49.
E in questo contesto noi ci si divide – niente è più dannoso dell’unanimismo - sulla forma partito; sulla ricerca, cioè di una organizzazione (ma direi un modo d’essere e di concepirsi) che lo renda un partito idoneo a sperimentare e cercare le sue linee programmatiche insieme ai militanti e alla collettività in un flusso di informazione e elaborazione che non può che essere bidirezionale. Barca chiama questo “sperimentalismo democratico” ed in questo percorso personalmente mi riconosco.

Commenti

Anonimo ha detto…
Il 25 p.v. presso l’Aula Consiliare del Comune di Foggia si svolgerà un incontro dove si parlerà di Legalità. L’incontro “Foggia, da Sinistra per la Legalità” è organizzato da aderenti e simpatizzanti della sinistra locale e al centro del dibattito saranno dibattute azioni criminose consumate a Foggia e provincia negli ultimi periodi. L’invito è di parteciparvi, anche se non di parte, giacché l’argomento merita attenzione e profonde riflessioni sul futuro della Capitanata. Io non ci sarò per impegni di turni lavorativi ma ho inviato agli organizzatori una mia riflessione che spero venga letta e dibattuta. Ve la pubblico in modo da condividerla con tutti Voi.
«"Strade Sicure" nato con il decreto legge 92 del 23 maggio 2008, successivamente convertito nella legge 125 del 24 luglio 2008 e successive integrazioni, in modo che i Prefetti delle Province avessero un ulteriore forza in aiuto per servizi di vigilanza a siti e obiettivi "sensibili", è l'ennesimo tentativo di ridar legalità a territori martoriati dalla criminalità. A Foggia, come tutti osserviamo quotidianamente, una ronda di tre militari + un agente delle Forze dell'Ordine sorvegliano la città, o parte di essa. Inoltre, la sera, da quando c'è il Comandante dei CC Basilicata vi son o nel fine settimana posti di blocco. Il tutto ha portato risultati, secondo quanto detto dalle Istituzioni. Ok, ma la mia richiesta che tempo fa inviai a mezzo stampa al Sindaco, fu quella di chiedere ai CC, Polizia e Finanza di "spostare Strade Sicure" su orari notturni e non diurni come avviene oggi. La richiesta è ancora in essere in quanto a Foggia molti crimini spesso "piccoli" (furti d'appartamento, furti d'auto, furti di ruote di auto, incendi d'auto, atti intimidatori, etc...) avvengono durante le ore notturne, proprio quando le Forze dell'Ordine hanno meno risorse da mettere in campo (una pattuglia per una città di più di 155mila abitanti). Si può chiedere allo Stato di "spostare Strade Sicure" con l'impiego delle ronde militari giacché le abbiamo?»

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