Fuggi da Foggia: gli incredibili dati di Miragevillage
A volte t’imbatti su Facebook in post illuminanti, che
gettano luce su fenomeni che covano sotto la cenere, che al limite si
percepiscono come sensazione, ma che non hanno evidenza statistica. Appartiene
a questa categoria il post pubblicato qualche giorno fa da Mondo Miragevillage
sulla bacheca del gruppo Foggia Propositiva, uno dei più attivi nel commentare
quel che va e non fa nel capoluogo dauno, e a proporre soluzioni. Mirage
Village è un noto centro benessere cittadino, presso le cui palestre e piscine
si ritrovano foggiani giovani ma anche meno giovani. Un universo
particolarmente interessante per quanto riguarda analisi e riflessioni sul
livello della qualità della vita a Foggia.
Il post, intitolato “Un dato che ci lascia di stucco...”,
riguarda i dati, sorprendenti ma per taluni versi drammatici, scaturiti dalla campagna
promozionale dedicata al recupero di vecchi abbonati del Mirage Village che i
responsabili della struttura hanno avviato da un paio di mesi. Complimenti, per
aver messo a disposizione della opinione pubblica dei dati così significativi.
“Considerate – scrive Mondo Miragevillage - che abbiamo un
data base di circa 7000 numeri telefonici autorizzati tra vecchi e nuovi
abbonati e che attraverso nuove promo dedicate ne abbiamo contattati circa 1500
telefonicamente.”
Si tratta di un campione statistico particolarmente
importante e attendibile,
rappresentativo di una certa fascia d’età e di un certo ceto sociale. Ma qui
viene il bello, anzi, il brutto.
“Pur avendo delle risposte gratificanti per il nostro club e
lavoro – si legge ancora nel post - è emerso che dei vecchi abbonati sotto i 40
anni almeno 3 su 10 vivono ora in altre città e che la maggior parte si è
trasferita per lavoro o cambio di vita, addirittura molti vivono all'estero. Il
30% di una fascia importante per la produttività della Nostra città... Noi
tutti siamo sconcertati poiché riteniamo che questo logori di molto il Nostro
futuro e che se dovesse continuare, non ci saranno più aziende disponibili ad
investire sul Nostro territorio. Ai futuri governanti della città chiediamo di
porre attenzione a questi dati per cercare soluzioni reali.”
Ci associamo volentieri all’appello di Mondo Miragevillage:
una città dalla quale i giovani scappano è una città senza futuro. La fuga da
Foggia, se da un lato tiene fede all’antico proverbio, che suona come un
marchio d’infamia per la città, dall’altro rilancia una questione nota,
risaputa ma drammatica: la capacità attrattiva del capoluogo dauno è veramente
ridotta ai minimi termini.
Commenti
riflettiamo un po'. Un settore industriale di riferimento della provincia di Foggia è stato quello dell'edilizia. Quel settore è oramai strutturalmente in crisi. si è edificato troppo e male. Le abitazioni sia nelle aree urbane che nelle aree cd turistiche sono veramente troppe..
Il settore agricolo sta vivendo un momento critico. Le aziende non raggiungono i livelli organizzativi, di capitalizzazione e dimensionali necessari per la competizione a livello internazionale. Le imprese Spagnole e le agricolture emergenti dell'altra sponda del mediterraneo (penso soprattutto al Marocco) stanno conquistando importanti, margini competitivi.
il settore industriale ha perso pezzi fondamentali (si pensi alla chiusura dell'ENICHEM), mentre le piccole aziende manifatturiere del contratto d'area arrancano e operano in una condizione di spaesamento in un territorio privo di "tradizione" (manca la cultura operaia, il management, la rete dei servizi, la presenza fattiva e collaborativa delle pubbliche amministrazioni locali). Il settore della pesca di Manfredonia è a sua volta in crisi.
Tira quindi in parte l'agroalimentare ma con tante difficoltà, le storiche cave di Apricena, il settore turistico nel Gargano (ma con elementi di forte stagionalità), l'industria della salute di San Giovanni Rotondo (che per intenderci sopravanza e di molto quella del turismo religioso di quella città).
Quali sono i settori che potrebbero guidare una possibile ripresa?
Il punto chiave è la qualità della vita.
È un loop chiuso. La qualità della vita produce ricchezza, la mancanza di lavoro produce disagio, rancore difuso, inciviltà e maleducazione, insicurezza sociale.
Occorre allora migliorare e tenere in ordine strade e sentieri, di manutenere edifici pubblici e privati, di lavorare sulla qualità estetica di piazze e luoghi pubblici.Occorre inoltre promuovere cultura, luoghi di socialità, lavorare sul grado di civiltà.
Si tratta nel contempo di lavorare per far fare finalmente un vero salto di qualità alle imprese del settore agroaolimentare, di lavorare per consolidare la presenza manifatturiera nel "contratto d'area" e rilanciarlo, si tratta di consolidare le strutture ospedaliere di Foggia e di San Giovanni Rotondo secondo parametri internazionali (e occorre avere quindi il coraggio di chiudere invece i piccoli ospedali per migliorare l'offerta ovviamente prevedendo strutture sanitarie di territorio) ...
Occorre inoltre attrarre l'industria vera quella importante soprattutto nel settore bioagrialimentare, consolidando nel contempo la poca industria vera rimasta. .
Per fare tutto ciò occorre mettere insieme capitali, e quindi, diciamolo subito senza raccontarci balle, occorre attrarre imprese e capitali provenienti da altri luoghi, possibilmente dall'estero e favorire la partecipazione dei capitali locali.
La politica locale così come il sindacato o confindustria locale si occupano di tutto ciò (che, sia ben inteso, ho buttato giù anche in maniera abbastanza raccogliticcia) o si occupano soltanto di far finta di rappresentare i lavoratori delle aziende che hanno chiuso definitivamente i battenti in inutilissimi incontri presso la Prefettura? O si occupano soltanto di ricevere segnalazioni da (far finta di) girare all'imprenditore amico per qualche assunzione?
cordialità
Girolamo