Cavi rubati, due pesi e due misure dell'Enel

Per capire in che consiste e cosa innesca il divario che separa il Sud dal Nord, non bisogna avere una laurea in sociologia né leggere complicati saggi sull’argomento. Certe volte basta guardare il telegiornale, come quello trasmesso stamattina da Rai 3.
Due notizie mandate in onda l’una dopo l’altra, sul medesimo fenomeno: il furto dei cavi di rame. A far la differenza non è il fatto in sé, ma la conclusione.
Teatro della prima notizia, la borgata del Salice Nuovo, all’estrema periferia foggiana, già in passato colpita da episodi del genere.
Per l’ennesima volta i malviventi hanno asportato circa un chilometro e mezzo di cavi, venti campate in tutto. Il fatto si è verificato venerdì scorso, ma per ripristinare e normalizzare l’erogazione dell’energia elettrica sarà necessaria non meno di una settimana perché, come ha fatto sapere l’Enel, è necessario riprogettare l’intera linea, stendere i cavi e metterli in sicurezza.
La situazione è divenuta drammatica per diverse famiglie, private non soltanto della luce, ma anche dell’acqua in quanto molte abitazioni della zona si approvvigionano ai pozzi, per cui senza energia è impossibile anche attingere l’acqua. Per oggi la Prefettura ha convocato un vertice.
Il secondo episodio si è verificato a Treviglio, in provincia di Bergamo. Anche qui i ladri hanno colpito in aperta campagna, lasciando al buio 1.500 persone. Ma  diversamente da quanto è successo a Foggia in questo caso, la crisi è stata rapidamente risolta. A tempo di record, si potrebbe dire.
L’Enel è prontamente intervenuta, ripristinando provvisoriamente il servizio con l’utilizzazione di un gruppo elettrogeno. Nel frattempo, sono stati avviati i lavori per la sistemazione della linea che si sono conclusi, dopo appena 24 ore.
Due storie, con gli stessi protagonisti, la stessa trama, ma dall’esito diametralmente diverso. Naturalmente non si può generalizzare, né accusare di inefficienza l’Enel foggiana, senza ulteriori elementi di conoscenza e di valutazione. Ma non si può non notare la netta differenza tra quanto è accaduto a Treviglio e quanto si è verificato a Foggia: mentre nel Nord il tutto si risolve in poche ore, per normalizzare la situazione a Foggia ci vuole una settimana, e perfino l’intervento della Prefettura.
Eppure siamo nello stesso Stato, nella stessa Italia. O no?

Commenti

Anonimo ha detto…
Una cosa è ripristinare poche decine di metri di cavo di rame rubato in quel di Treviglio, altra cosa - ed è quello che è successo nella borgata foggiana - ripristinare un chilometro e mezzo di cavi di rame!
Eppure bastava leggersi la notizia. Io in pochi secondi l'ho fatto, traendola dal sito del quotidiano storico di Bergamo, "L'Eco", che incollo per conoscenza:
"Blackout elettrico sabato 11 novembre in alcune zone delle tre frazioni di Treviglio e nella parte Sud di Pontirolo Nuovo, durato anche un’ora e causato dal furto dei fili aerei in rame. Un’operazione di elevato rischio, ma evidentemente calcolato, che infatti si è conclusa con la sparizione di diverse decine di metri di filo e i conseguenti disagi per i residenti della zona estrema Nord di Treviglio."
Cordialmente (Maurizio De Tullio)

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