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Visualizzazione dei post da gennaio, 2015

Caggese racconta le masserie e l'Incoronata

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Il nostos di Romolo Caggese nella sua Capitanata, per scrivere il libro Foggia e la Capitanata pubblicato nella collana di monografie illustrate Italia Artistica , diretta da Corrado Ricci, comincia dal capoluogo, da dove il grande storico parte alla volta della sua cittadina d’origine, Ascoli Satriano. L’incipit del volume è dedicato alle condizioni del Tavoliere della Puglia, e sono pagine di straordinario spessore letterario. Le immagini della pianura desolata e sitibonda sono alternate a quelle, altrettanto vivide, della Madonna dell’Incoronata e dei pellegrinaggi. Caggese scrive all’inizio del secolo scorso, quando nelle campagne attorno a Foggia sono in atto grandi trasformazioni, con l’avvento dell’agricoltura rispetto alla pastorizia. Sono pagine memorabili davvero, che Caggese cesella descrivendo le pesanti trasformazioni subite dal paesaggio, additando il Tavoliere come “ povera landa, che incoscienza di uomini e fatalità di clima hanno in mille modi devastata, sfrutt

Sergio Mattarella, amico di Foggia

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Sergio Mattarella , neo Presidente della Repubblica, è un amico della città di Foggia, a favore della quale si è battuto per ottenere l’istituzione dell’Università. Il Capo dello Stato figura, infatti, tra deputati democristiani e socialisti che (tra i primi firmatari l’on. Gianni Mongiello e l’on. Domenico Romano , rispettivamente dc e psi, foggiani) il 12 luglio del 1984 presentarono una proposta di legge “per l’istituzione del terzo centro universitario pugliese.” Quella proposta di legge ha rappresentato uno dei momenti più alti e significativi di discussione delle prospettive di sviluppo di Foggia e della Capitanata in un’aula parlamentare. A rileggere il documento (e vi suggerisco caldamente di farlo, scaricandolo qui ) si ha l’impressione di un territorio di straordinarie potenzialità, grazie da un lato alle sue risorse naturali, e dall’altro ad una dotazione importante di strutture di ricerca ed altri strumenti di sviluppo, come la Fiera di Foggia. La classe parlamentare fog

Quando Auschwitz venne scoperta... da Foggia e San Severo

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[La prima puntata di questo documento è stata pubblicata ieri. Per leggerla, cliccare qui] . La risposta del Dipartimento di Guerra degli Stati Unti alle autorità israeliane che chiedevano di bombardare la ferrovia di Auschwitz gelò la speranza di quanti pensavano di poter salvare qualche vita umana in una tragedia, che proprio in quelle settimane cominciava a manifestarsi in tutta la sua drammatica evidenza. Il mondo cominciava a capire, ma non fu abbastanza tempestivo. C'erano volute le prime fughe di coraggiosi prigionieri perché si cominciasse a comprendere cosa stava succedendo, e poi i rapporti dei partigiani polacchi, ma non bastò.  Gli Alleati sottovalutarono la reale portata di quel che stava accadendo nei campi di sterminio nazisti. Preferirono concentrare i loro sforzi su obiettivi sensibili come le fabbriche e le raffinerie, commettendo anche qualche clamoroso errore di valutazione. Come abbiamo già visto nella prima parte di questo documento , bombar

Laboratorio Cinema: nuove date

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A causa della concomitanza con la Fiaccolata della legalità che si svolgerà oggi pomeriggio, 30 gennaio, a Foggia, è stato rinviato a venerdì prossimo il terzo incontro del ciclo Laboratorio Cinema promosso dall’Auser di Foggia. I prossimi incontri si svolgeranno, pertanto, il 6 e il 13 febbraio , sempre nel salottitino di via della Repubblica 72, con inizio alle ore 18.00. Ospite del prossimo incontro (6 febbraio) il regista Lorenzo Sepalone, che presenterà il suo cortometraggio, La Luna è sveglia , mentre presenzierà al quarto incontro Tonio Di Bitonto, direttore della fotografia (13 febbraio). Ai partecipanti alla iniziativa - che sta registrando un notevole interesse tra addetti ai lavori e non - verrà rilasciato un attestato di frequenza e di partecipazione.

Archeologia, straordinaria risorsa di futuro

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I reperti sequestrati a Becchina Insisto. Trascurare l’archeologia come fondamentale opzione di sviluppo per la provincia di Foggia è miope. Controproducente. Stupido. L’operazione Teseo, che negli scorsi giorni ha portato al sequestro di migliaia di reperti tra cui quelli dauni recitano la parte del leone (5.631 pezzi in tutto) disegna anche dal punto di vista quantitativo e statistico i contorni di un fenomeno che si sospettava, ma che adesso emerge in tutta la sua evidenza. La provincia di Foggia è stata - e probabilmente ancora resta, nonostante il sistematico scempio del patrimonio - una delle zone a maggior vocazione archeologica d’Italia. Ma tutto ciò non produce, ancora, economia, occupazione. Forse il problema sta nell'aver ritenuto l'indagine e la valorizzazione archeologica un problema di esclusiva competenza degli addetti ai lavori. Sbagliato. L’affare non riguarda soltanto gli ambienti accademici e culturali. È questione che interessa e chiama in causa l

Il memoriale di Giovanni Roselli, foggiano sopravvissuto a Dachau

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Giovanni Battista Roselli , foggiano, è stato internato nei campi di sterminio nazisti da settembre del 1943, fino all’8 maggio del 1945. Fu prigioniero a Dachau, il più antico dei campi nazisti fondato da Heinrich Himmler, tristemente noto per aver fatto da modello a quello di Auschwitz. La guerra e quella drammatica esperienza di vita hanno lasciato in Roselli un segno indelebile, ed un altrettanto indelebile anelito di pace, che ha voluto consegnare ai posteri scrivendo questo memoriale. Scomparso il 20 aprile del 1989, Roselli è stato un personaggio molto noto a Foggia, per la sua intensa attività politica, quale militante e dirigente della Democrazia Cristiana. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, lo ha insignito della Medaglia d’onore post mortem, quale riconoscimento del calvario eroicamente sopportato nella sua lunga peregrinazione nel lager nazisti. L’onorificenza attribuitagli dal Capo dello Stato è stata l’ultima di una lunghissima serie: grande invalido

Auschwitz, Foggia: destini che non si incrociarono

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Quando il 27 gennaio 1945 l’Armata Rossa entrò ad Auschwitz svelando l’Olocausto, il mondo cominciò febbrilmente ad interrogarsi. Si sarebbe potuto essere evitare tutto quell’orrore, bombardando i campi di sterminio? Forse sì, se il destino delle città del triangolo dell'orrore si fosse incrociato con quello di Foggia, mille chilometri più a Sud. Qualche anno prima della liberazione dei campi di sterminio, a partire dall’autunno del 1943, con la conquista degli aeroporti di Foggia (il Gino Lisa e il suo airfield complex ), per la prima volta si era schiusa per gli Alleati la possibilità di bombardare Auschwitz. L’ Arizona Republic fu uno dei tanti giornali statunitensi che all’indomani della presa di Foggia dedicarono a questo evento la copertina. Il quotidiano indipendente pubblicato a Phoenix, che si definisce nella sottotestata “il più grande giornale degli Stati Uniti”, dedica al capoluogo dauno le nove colonne d’apertura.  “La caduta di Foggia minaccia Hitler” , titola a

Confesso che ho disognato. Apre oggi la mostra dedicata a Savino Russo

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Savino Russo è stato assai di più di quanto possano dire le sue biografie ufficiali. Anche perché è stato tante cose insieme: l'espressione più vera dell'essere intellettuale a tutto tondo, ma anche dell'essere credente, in una città che ha scritto le sue pagine migliori partendo dai suoi fermenti culturali e dalla sua capacità di osare una solidarietà che va oggi sempre più rarefacendosi. La mostra antologica che viene inaugurata stasera alle 18.00 alla Fondazione Banca del Monte consente di cogliere uno dei tratti pubblici più noti dell'indimenticabile Savino: la sua attività di grafico e di disegnatore che ha scandito la sua luminosa vita professionale, passando da libri a giornali, vignette e loghi. Ma anche il suo rapporto con la città: che ha amato, sognato e disegnato sicché è più che azzeccato il neologismo che cesella il tema della retrospettiva, Confesso che ho disognato . Savino Foggia l'ha disognata . Ha cercato per tutta una vita di farne un posto

Foggia smemorata: il difficile cammino della canonizzazione di padre Antonio Silvestri

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La fortuna di padre Antonio Silvestri a distanza di 178 anni dalla sua morte, è un altro capitolo - particolare, ed amaro -  della perdita di memoria che colpisce i foggiani. Non soltanto in riferimento alle cose, ai monumenti, ai palazzi, ma anche alle persone che hanno scritto le pagine più importante della storia cittadina. Antonio Silvestri potrebbe essere il primo Santo foggiano, come chiede un gruppo di cattolici ma anche di laici non praticanti, che da alcuni anni promuove un Memoriale per ricordare questo straordinario personaggio e chiedere che riprenda il processo di canonizzazione. La verità è che il percorso di don Antonio verso l'onore degli altari non è stato facile, fin da subito. Quando passò a miglior vita, il popolo lo invocò subito Santo. Il processo fu avviato dopo qualche tempo e si interruppe per la morte improvvisa del postulassero. Da allora, la fortuna, la fama del sacerdote si è andata  stemperando. A Foggia le sue gesta sono conosciute da pochi, e

I love Foggia: la dichiarazione d'amore di Sepalone per la città

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Bisognerebbe farlo vedere nelle scuole. Nei cinematografi. Nei bar e nei pub. Nelle televisioni private e nella sale cinematografiche. Bisognerebbe farlo vedere dappertutto, l'omaggio a Foggia di Michele Sepalone . Per far ritrovare a tutti i concittadini l'orgoglio di essere foggiani. Perché una città si ama se si percepisce la sua bellezza. Foggia non è una città bellissima, e su Lettere Meridiane ne abbiamo parlato spesso. La sua bellezza è spesso riposta, se non nascosta. A volte sta soltanto nella luce. Altre volte sta nei dettagli. Nei particolari. Sepalone ha il merito di coglierli e raccontarli tutti. I love Foggia sembrerebbe sulle prime un titolo campanilistico, invece Michele professa il suo amore per la città che ci ha dato i natali sul filo forse più complicato: svelando, attraverso le immagini, senza effetti speciali, la bellezza che tutti i giorni ci circonda, ma di cui siamo immemori. Una bellezza che a volte affiora perfino da quella che convenzionalmente

Tomba della Medusa: il film di Antonio Fortarezza. Per non abbassare la guardia.

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Ho sempre ammirato la capacità di sguardo di Antonio Fortarezza , la sua abilità di raccontare storie attraverso immagini di dettagli, di scomporre dal contesto cose che spesso sfuggono all'occhio frettoloso chi chi vede senza guardare, per ricomporre in un unicum narrativo forte, coerente con quella necessità di dire e testimoniare che caratterizza tutta la sua opera. Dopo il bel video su San Lorenzo in Pantano (di cui ho parlato qui ), Fortarezza ha scelto di raccontare l'identità più remota della nostra terra, con due documentari che riguardano due beni straordinari del patrimonio archeologico provinciale, ma che sono anche emblema della difficoltà di metabolizzarlo e valorizzarlo: la Tomba della Medusa e il sito di Herdonia. Il fotogramma della ragnatela che, tra polvere ed escrementi di piccioni, avvolge il giunto della struttura di tubi innocenti davanti all'ingresso della Tomba della Medusa, ha una carica simbolica e una forza espressiva che riescono da sole a ra

Duecentoquarantadue anni fa nasceva padre Antonio Silvestri

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Ricorre oggi il duecentoquarantaduesimo anniversario della nascita di don Antonio Silvestri, il prete foggiano morto in odore di santità e di cui si sta cercando di far riprendere la causa. Vissuto a cavallo tra il Settecento e l'Ottocento lasciò a Foggia tante opere di carità e di solidarietà, offrendo un decisivo contributo per alleviare la miseria e la sofferenza della popolazione. Sacerdote dell’oratorio di San Filippo Neri, operava presso la Chiesa di Sant’Eligio e indirizzò la sua vita e il suo apostolato alla difesa delle persone più deboli ed emarginate. Si può dire che don Antonio cambiò faccia alla città, riuscendo a farne un luogo più umano e caritatevole.  Tante le sue opere giunte fino a noi. La casa di ricovero per donne anziane ed ammalate che istituì in un vicolo adiacente la chiesa di San Giovanni di Dio rappresentò il primo nucleo di quelli che sarebbero diventati gli Ospedali Riuniti. Qualche anno più tardi, realizzò il Conservatorio del Buon Consiglio,

Maurizio De Tullio: quando la sinistra pensava e proponeva

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Come nasce una classe dirigente? Una volta erano i partiti a forgiarla, quando questi erano organizzazioni di massa, oppure i sindacati, quando questi avevano rapporti più o meno organici con i partiti da cui erano ispirati. Oggi non saprei dirvi, e ho esternato le mie perplessità in proposito già in un’ altra lettera meridiana . Commentando la pubblicazione del numero straordinario del Controverso sulla morte di Enrico Berlinguer, Maurizio De Tullio , condirettore di quel periodico, attinge dal suo serbatoio di ricordi, per raccontare la nascita di quello che è stato probabilmente l’ultimo vero e proprio gruppo dirigente foggiano. Con risultati tutt’altro che trascurabili. Ecco il racconto di Maurizio De Tullio. * * * Berlinguer morì nell'estate del 1984, data che non dimenticherò mai non solo perché l'Italia intera (me compreso, ovviamente) pianse sinceramente quella dipartita così anomala, triste, quasi ingiusta, ed anche perché coincidente con l'inizio della

Foggia, la bellezza come nuovo paradigma di sviluppo

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a ri-RIFLESSelfie ... (M.Sepalone) Veramente interessante la discussione che si è aperta sulla lettera meridiana Foggia e la memoria oltraggiata: il castello (dimenticato) di Ponte Albanito nella quale commentavo la cattiveria con cui l’insigne storico Romolo Caggese ha raccontato il capoluogo danno nel suo libro Foggia e la Capitanata. Nelle intenzioni dell’editore, il libro doveva essere una guida turistica alle bellezze del territorio provinciale. Caggese trasforma il testo in una vera e propria invettiva stigmatizzando la smemoratezza dei foggiani, e accusando senza mezzi termini la popolazione di scarsa sensibilità verso i monumenti e le testimonianze del passato. La storia di Foggia è contrappuntata da eventi drammatici come guerre, saccheggi, distruzioni, che hanno reso fatalmente  labili le tracce della memoria. Il testo di Caggese è stato scritto però agli inizi del Novecento, quando sulla città non si era ancora abbattuto l’evento che più di ogni altro ha contribuito

Il cinema come laboratorio: quattro incontri all'Auser di Foggia

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Nell’era delle videocamere digitali, dei telefoni cellulari che scattano fotografie e fanno riprese,  dei selfie e di youtube , girare un film e perfino farlo vedere al pubblico è divenuto più facile che nel passato. Alla portata di tutti, o quasi. Naturalmente, il cinema resta un’arte che, per essere espressa nel migliore dei modi, presuppone una dimestichezza con una serie di tecniche, e qui il discorso si fa più serio. Scrivere un romanzo è un’operazione virtualmente alla portata di tutti, ma è innegabile che postuli, se non altro, una certa padronanza della grammatica, della sintassi, oltre che una buona dose di creatività e soprattutto implica che si abbia qualcosa da dire.  Lo stesso è per il cinema. Anche utilizzando il cellulare o la videocamera, soltanto per raccontare una serata tra amici o per documentare una festa di addio al celibato, c'è modo e modo di farlo. La rivoluzione digitale ha prodotto un fenomeno interessante e fino ad oggi poc

Corretto il link all'e-book su Domenico Paolella

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A causa di un errato "copia e incolla" era malfunzionante il link inizialmente compreso nella lettera meridiana sull'e-book di Maurizio De Tullio su Domenico Paolella , regista e documentarista nato a Foggia, vincitore al Festival di Cannes. Il libro digitale è stato pubblicato da Lettere Meridiane , in collaborazione con la Biblioteca Provinciale di Foggia. Erroneamente, il link puntava alla versione originale dell'e-book, realizzata sul programma Pages (e quindi utilizzabile soltanto da computer Apple dotati di tale software, e non al pdf. Ho corretto qualche ora dopo l'errore. Me ne scuso con gli amici e i lettori di Lettere Meridiane , invitando quanti non sono riusciti a scaricare il pdf a farlo adesso. Questi i collegamenti corretti e funzionanti: Domenico Paolella, il foggiano che vinse a Cannes (versione pdf) Domenico Paolella, il foggiano che vinse a Cannes (versione epub)

Domenico Paolella, il regista foggiano che vinse a Cannes

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Ricordare le persone che sono nate in un posto, e vi hanno vissuto per un periodo più o meno lungo della loro vita, impedire che su di loro cada l’oblio, arricchisce quel posto, lo rende migliore. Da anni, Maurizio De Tullio si dedica a questa particolare forma di archeologia, poco convenzionale, ma preziosa.  Non cerca reperti, ma piuttosto ricordi: di donne e di uomini, delle loro gesta, delle loro opere; tracce di vita che appartengono al passato ma che ricordate, sottratte al rischio della dimenticanza costruiscono un legame nuovo tra l’oggi e quel che è stato. Se l’oblio è la vera morte, ridare memoria e dignità storica ai personaggi nati in terra di Capitanata vivifica il territorio, gli restituisce vita, corrobora quel sentimento nobile e profondo che è la nostalgia, e nello stesso tempo schiude prospettive nuove al presente, lasciando intravedere agli odierni abitanti la possibilità di un futuro migliore, nel ricordo di quanti vi sono nati. Per dire come l’opera di que

Massimo Troisi per il capriolo garganico: "a noi ce ne viene di salvare la natura"...

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"Erano anni, dico anni, che Pino Daniele mi chiedeva di fare qualcosa per salvare la natura. " Così Massimo Troisi, sorridente e sornione, presenta il video che girò assieme al cantautore napoletano nel cuore del Parco nazionale del Gargano, per sensibilizzare l'opinione pubblica sulla necessità di salvaguardare le razze in estinzione, come il capriolo, in primis garganico, "ma anche di Foggia, della Val d'Aosta", dice Troisi, che la prende da lontano. "Della gente normale è cretino chi va a bruciare o a fare qualcosa contro la natura. Salvaguardiamo il capriolo del Gargano, a noi ce ne viene di salvare la natura, anche le donne saranno sensibilizzate da questo fatto..." Divertente e perfettamente in linea con la straripante comicità dell'attore e regista napoletano. Dopo l'interesse suscitato dalla pubblicazione, su Lettere Meridiane dell' intervista di Vincenzo Mollica ai due straordinari artisti , ecco la presentazione promozi

Foggia e la memoria oltraggiata: il castello (dimenticato) di Ponte Albanito

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La gentile Carmela Noviello mi scrive, a proposito delle pagine su Foggia di Romolo Caggese , pubblicate ieri Certo l'autore ci è andato giù pesante, certo erano altre epoche e l'analfabetismo era imperante ovunque, non solo a Foggia. Io non sono foggiana verace, ma i miei figli e mio marito si, ebbene mio figlio dice che se non ci sono molte testimonianze storiche di Foggia, non si deve solo all'ignoranza della popolazione. Foggia è stata distrutta più volte da terremoti che l'hanno rasa al suolo, eccettuato l'archivio storico andato perduto ad opera della popolazione in rivolta, che però non fu dato alle fiamme come simbolo della rivolta, ma venne distrutto per il crollo della struttura del municipio e con essa l'archivio. Certo il risultato non cambia, ma... insomma il reportage è scritto bene, è una piacevole lettura, ma credo che ci sia un pizzico di anticampanile da parte di Caggese. Sto leggendo Foggia e la Capitanata di Romolo Caggese assieme

Foggia, ignuda odalisca immersa in un bagno di luce

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Decisamente insolite, per far parte di una collana - l'I talia Artistica - che nelle intenzioni doveva rappresentare la prima guida turistica mai pubblicata in Italia, le pagine che Romolo Caggese dedica al Capoluogo, nella sua monografia Foggia e la Capitanata, costituiscono un reportage di notevole valore e, soprattutto, di incredibile attualità. Certo, il forestiero che le legge non ne trae grandi motiviazioni per una visita nella nostra città. La lettura è raccomandata soprattutto ai foggiani,  perché certifica che il  difficile rapporto della città con il suo passato e la sua identità non è cosa nuova, e data ancora prima dell'evento - i bombardamenti - che solitamente si indica come la causa dell'irrimediabile cesura tra la città e la sua memoria. Caggese conosceva bene Foggia, per averci vissuto qualche anno in quanto liceale. Si era trasferito per ragioni di studio dalla sua cittadina natale, Ascoli Satriano. Nel testo che pubblichiamo di seguito si legge una viv

Quando morì Enrico Berlinguer

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Il controverso ha rappresentato negli anni Ottanta del secolo scorso, uno dei più seri tentativi della sinistra di Capitanata di riflettere su se stessa, raccontando criticamente la realtà e soprattutto cercando di interpretarla nel modo più pluralistico possibile. Il giornale era firmato come direttore responsabile da Franco Severo . La direzione “politica” era invece affidata ad un comitato composto  (li elenco nello stesso ordine con cui comparivano nel colophon) da Raffaele Vescera , Franco Mercurio , Mauro Imbimbo e Maurizio De Tullio. Della segreteria di redazione di occupava Nunzio Chiericozzi , il progetto grafico e le fotografie erano, rispettivamente, di Claudio Grenzi e Mimmo Attademo . Foltissimo e qualificato il parterre della redazione, tra redattori veri e propri ( Diego Caiazzo, Rosaria Capozzi, Giacomo Colafelice, Sergio D’Amaro, Michela Quirito e Tonio Sereno ), i titolari di rubriche ( Marcello Cavallo, Sergio Ciccarelli, Mario Crociati, Angelo Corsetti, Beppe

Troia com'era cento anni fa: le foto del libro di Romolo Caggese

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Gli amici troiani sono impareggiabili, ed è per questo che li amo, e mantengo la promessa di pubblicare tutte le foto del capitolo dedicato a Troia del libro di Romolo Caggese , Foggia e la Capitanata . Le trovate in un album ad hoc sulla pagina facebook di Lettere Meridiane (cliccate qui per accedervi ). Se, per l'occasione, fate clic sul pulsante mi piace che trovate sulla pagina avrete la mia gratitudine, e in compenso resterete costantemente aggiornati sui contenuti di questo blog. Oltre che impareggiabili, gli amici troiani sono puntuali ed attenti, perché mi hanno segnalato immediatamente l'errore in cui ero incorso titolando il post in cui ho pubblicato il testo di Caggese su Troia,  Quando nel duomo di Troia c'era l'ufficio postale . Sbagliato, come mi spiega Ninì Russo : "Il titolo è sbagliato! L'Ufficio Postale era ubicato nell'androne del Convento San Benedetto, cui Caggese attribuisce l'architrave proveniente da restauri della cattedra

La leggenda del quarto Re Magio

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L'Epifania è luce, rivelazione e svelamento che nascono dall'illuminazione. L'Epifania racconta la grazia concessa ai Re Magi che si lasciarono illuminare e guidare dalla stella cometa, fino a trovare la Luce che era nata al mondo per illuminarlo e redimerlo dalle tenebre. La tradizione cristiana è però ricca di leggende sul quarto Re Magio, non raccontato dai Vangeli perché non arrivò in tempo, si perse per strada. La più nota è quella scritta da Henry Van Dyke , pubblicata nel 1907 (la foto che illustra il post è il frontespizio dell'edizione newyorkese) che racconta di Artaban, partito assieme agli altri magi, ma attardatosi per strada. Questi usò i doni che avrebbe dovuto consegnare a Gesù Bambino per darli ai poveri e ai derelitti, e per salvare un bambino condannato a morte dalla strage decisa da Erode. Il Divin Bambino accolse il non dono di Artaban con un radioso sorriso. e gliene rese grazie. La storia più esotica narra invece di un Re che si mise in viag

Pino Daniele e Massimo Troisi per difendere il capriolo garganico

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Devo a Cristina Mundi , impareggiabile collega giornalista e amica pluridecennale, la segnalazione di una splendida chicca: la campagna di sensibilizzazione sul rischio di estinzione del capriolo del Gargano che vide protagonisti Pino Daniele e Massimo Troisi. Confesso che non la ricordavo, anzi ne avevo perso del tutto memoria. Cristina è riuscita a pescare in un canale youtube dedicato a Troisi l'intervista che Vincenzo Mollica, il critico televisivo amico di entrambi, realizzò in occasione della presentazione della videocassetta (Pino Daniele la definisce proprio così con questo termine decisamente vintage ) della campagna. Le motivazioni esposte da Troisi sulle ragioni della iniziativa sono un monumento della straordinaria e compianta comicità dell'attore napoletano. Fanno morire dal ridere. È bello ricordare e piangere questi grandissimi artisti con questo documento, che testimonia il loro amore per la Puglia e pet il Gargano. Guardate il video, amatelo, condividet

La Troia triste e silenziosa di Romolo Caggese

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Sto leggendo Foggia e la Capitanata di Romolo Caggese, e vi confesso di dissentire almeno in parte col giudizio piuttosto critico pronunciato su questa opera da Francesco Giuliani , docente, scrittore e critico di San Severo, che ha rimproverato  allo storiografo nato ad Ascoli Satriano di aver posto “l’accento soprattutto sulle ingiustizie sociali e sulla degradazione dell’ambiente geografico ed umano di Foggia e del Tavoliere”, rappresentando “il tutto con toni duri ed aspri, risentiti, che non rendono giustizia alla materia trattata. Ne viene fuori un libro poco equilibrato, degno di un analista che applica rigidamente le sue ferree categorie ideologiche, di stampo positivistico, e politiche.” Forse è così, ma nondimeno, leggere Caggese a più di un secolo dalla pubblicazione del libro (1910) offre non pochi spunti di riflessione circa l’attualità delle considerazioni dello scrittore ascolano. Sto leggendo il libro non linearmente, ma, come dire, in ordine sparso, privilegiando

Michele Sepalone e la sua Foggia sgargiante, bella e possibile

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Appassionato di fotografia da sempre, da quando il colore era una rarità, e i più bravi si sviluppavano da soli le foto in bianco e nero, Michele Sepalone è stato tra i primi a comprendere la svolta epocale che era alle porte, le potenzialità che le nuove tecnologie offrivano alla fotografia in termini di racconto della realtà. Sui social network ci si racconta cinguettando attraverso i tweet oppure svelandosi attraverso gli stati di Facebook. Il rischio di diventare un tantino autoreferenziali o narcisisti è sempre appostato dietro l’angolo. Michele lo esorcizza privilegiando appunto il racconto, collocandosi come testimone partecipe, non distaccato, attento ma comunque sempre in terza persona, esaltando la nuova sintassi e la nuova frontiera della fotografia. Dalle sue immagini affiorano scelte di campo importanti, consapevoli, che si ritrovano tutte nel calendario che Michele Sepalone e Lettere Meridiane regalano agli amici e ai lettori del blog (le istruzioni per scaricarlo