Ci risiamo. Il dopo sisma fa interrogare sulle leggi che dovrebbero tutelare il cittadino da crolli. Un interrogativo che ritorna, ridondante, e sempre colto a pennello da chi della parola ne fa un’arma a difesa piuttosto che costruttiva e fattivamente messa in opera. Ci si chiede perché a Casamicciola vi fossero ancora abitazioni costruite con materiali decadenti, al risparmio, pur di dare un tetto a promesse elettorali. E la litania ritorna, abbondante tra le cronache e le accuse. Condoni facili e malte scadenti e piani alzati laddove il peso ha la sua importanza sono spunto di accuse tra politici, non riflessioni per far meglio. Il territorio colpito, e tutti lo sappiamo, non è tra quelli più sicuri. Quella è una terra che ha sempre tremato e continuerà a farlo. Ischia stessa è un vulcano e con esso tutta la gran parte della costa campana è un vulcano. E lì si continua a costruire abusivamente, occupando metri quadri che la natura prima poi rivorrà indietro, senza alcun contezza della stabilità edile e staticità sismica. E ciò chi ci governa, a tutti i livelli, lo sa molto bene con orecchie da mercante. Ma se abbatti non ha più voti, se strizzi l’occhio li guadagni, se li chiudi li ottieni. È la solita tiritera, la colpa non è mia, è la tua che hai costruito, ed io secondo leggi “carpe diem” ti condono, tanto la legge lo prevede. Ora tutti chiedono spiegazioni, vogliono i colpevoli. Io sono un abusivo per necessità il coro che si ripete. E dall’altra parte si odono echi lontani ripetendo io non sapevo nulla e se sapevo ho agito secondo legge.
Ci risiamo. C’è chi parla di prevenzione, chi di sicurezza, chi dice te l’avevo detto. Nessuno, però, si preoccupa per formare le popolazioni a simil disastri. Ogni tanto si ode una sirena, solo dove ci sono i soldi, bei vestiti e macchine lussuose, per un’apparente prova di evacuazione. Ma nessuno di chi governa obbliga a farle compiere sistematicamente per educare il cittadino. E se si fanno è solo per apporre una firma su un pezzo di carta (…come l’avrebbe usata Totò) per fugare ogni dubbio e declinare responsabilità.
Ci risiamo. La colpa è del territorio, fragile, a rischio idrogeologico, franoso, son le giustificazioni di chi non vuol spendersi, spesso impopolare, per non far costruire laddove prima o poi Madre Terra rivorrà il maltolto.
Ci risiamo. Promesse di nuove abitazioni, veloci, sicure, accoglienti e calde d’inverno e fresche d’estate, le prossime parole “fatue” di chi avrebbe dovuto non far costruire, non condonare e abbattere laddove oggi ci sono macerie. Ricostruire costa, e tanto, la nuvoletta che giace perenne sul capo del capo. Promesse come le altre, dove si vive ancora in tendopoli, roulotte, prefabbricati, alberghi ma per poco perché costano e devono giustamente dar da mangiare a chi li ha e chi ci lavora.
Ore 20:57:51 del 21 agosto 2017 l’isola di Ischia e costa Flegrea tremano. Pochissimi attimi in un black-out repentino e tutto crolla per una scossa lieve di magnitudo Md 4.0. L’assurdità è in noi, non nella Terra alibi perfetto per chi specula.
Ad Maiora!
Nico Baratta
Nessun commento:
Posta un commento