tag:blogger.com,1999:blog-62702944530633990872024-02-20T10:09:28.873+01:00Lettere Meridiane"Guardare non è guardare dall'alto, ma ad altezza d'occhi"
Wim Wenders (Il cielo sopra Berlino)Geppe Inserrahttp://www.blogger.com/profile/09987619362341527527noreply@blogger.comBlogger3623125tag:blogger.com,1999:blog-6270294453063399087.post-49192693953477164212018-12-09T20:29:00.001+01:002018-12-09T20:29:31.639+01:00Nuovo sito e nuovo look per Lettere Meridiane<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<img alt="" class="size-medium wp-image-12584 alignleft" height="300" src="https://www.letteremeridiane.org/wp-content/uploads/2018/12/logoprogetto-300x300.png" width="300" /></div>
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Dopo undici anni di onorato servizio sulla piattaforma <em>Blogger</em> di Google, scanditi dalla pubblicazione di circa <strong>3.700 articoli</strong>, con <strong>oltre 4 milioni di viste</strong>, <em>Lettere Meridiane</em> cambia veste grafica, tecnologia e organizzazione.
Da blog diventa un sito vero e proprio.
La scelta si è resa necessaria proprio per valorizzare il grande patrimonio di conoscenza e di comunicazione che in questi anni <em>Lettere Meridiane</em> ha costruito, con l'obiettivo di rendere l’immenso archivio più accessibile ai lettori, cosa impossibile o quasi sulla pagina facebook e sul blog.
La migrazione dei contenuti è iniziata da qualche settimana. Non è ancora del tutto completa, perché gli ultimi passi li faremo in compagnia di amici e lettori, pubblicando giornalmente una guida che li aiuti nella utilizzazione dei tanti nuovi servizi offerti dal nuovo sito.
Cambia l’indirizzo web, che diventa dominio di primo livello: <a href="https://letteremeridiane.org/">https://letteremeridiane.org</a>. Cambia anche la piattaforma, che non sarà più <em>Blogger</em> di Google, ma <em>Wordpress</em> (in hosting presso <em>Aruba</em>), che consente tassonomie più avanzate, con la possibilità di suddividere i contenuti in categorie, pagine e tag, e di conseguenza anche un aspetto grafico più accattivante e dettagliato.
Un affettuoso benvenuto ai lettori che stanno leggendo questo post sul nuovo sito. Come sempre, fateci sapere le vostre opinioni in merito, commentando il post.
Ai lettori che stanno leggendo questo post sulla vecchia piattaforma, la raccomandazione di collegarsi alla nuova (<a href="https://letteremeridiane.org/">https://letteremeridiane.org</a>) e di memorizzarne il nuovo indirizzo. Il vecchio blog sarà operativo ancora per qualche giorno, poi verrà reindirizzato automaticamente al nuovo sito.
Importanti novità riguarderanno anche i contenuti: gli aggiornamenti saranno più frequenti e non tutti verranno distribuiti sui gruppi di facebook.
Agli amici e ai lettori che non vogliono perdere neanche un post, la raccomandazione che abbiamo già rivolto in altre occasioni: seguite direttamente il sito, oppure sottoscrivete la nostra pagina facebook (l’indirizzo è <a href="https://www.facebook.com/LettereMeridiane/">https://www.facebook.com/LettereMeridiane/</a>) o, ancora, iscrivetevi alla nostra comunità virtuale, il <a href="https://www.facebook.com/groups/letteremeridiane/"><em>Gruppo degli Amici e Lettori di Lettere Meridiane</em></a>.
E seguite quotidianamente <em>Lettere Meridiane,</em> soprattutto nei prossimi giorni e nelle prossime settimane: in arrivo tante novità e tanti regali natalizi.</div>
Geppe Inserrahttp://www.blogger.com/profile/09987619362341527527noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6270294453063399087.post-66041226401892921162018-12-06T15:06:00.001+01:002018-12-06T15:06:08.471+01:00Michele La Sala, l'arte come antidoto al male<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiOEsiYCr5pzEp_57aNC3hKzaCnZLXW50FF-na_Y99U-Ln9PqMlfIvPRCFGznFMiRULljbcbkc7u9RMItuBkz-SJNaavWq80YUptqD2Ki5sauykyV34rdgOW1YAzL9vnkPVTKrNbKU05T0/s1600/quadrolasala.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="638" data-original-width="850" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiOEsiYCr5pzEp_57aNC3hKzaCnZLXW50FF-na_Y99U-Ln9PqMlfIvPRCFGznFMiRULljbcbkc7u9RMItuBkz-SJNaavWq80YUptqD2Ki5sauykyV34rdgOW1YAzL9vnkPVTKrNbKU05T0/s400/quadrolasala.jpg" width="400" /></a></div>
<b>Michele La Sala</b> sta diventando sempre più bravo nell’impastare di colore le sue nature morte e i suoi paesaggi. Attraverso sfavillanti policromie, l'artista racconta la natura e il tempo, così come potrebbero essere e, in fondo, così com’erano. Nelle sue opere sembra di cogliere i tratti di una nostalgia profonda, una volta tanto non soffusa di nebbia e di rimpianto, ma cristallina e coloratissima.<br />
Ho avuto la fortuna e il piacere di seguire Michele fin dai primi passi del suo percorso artistico, intrapreso da autodidatta, ma sostenuto da quel sincero stupore che solo gli artisti di razza sentono, e trasmettono, nei loro quadri.<br />
Se nelle altre occasioni la crescita costante di La Sala mi aveva colpito ed entusiasmato, l’ultima volta mi ha addirittura commosso.<br />
Nei paesaggi, il tratto e il colore sono diventati ancora più decisi nel consegnare al pubblico una immagine inattesa ma del tutto vera del Tavoliere, del Gargano, dei Monti Dauni, sublimando la loro struggente bellezza attraverso un’accurata ricerca di originali totalità cromatiche. Ma la più recente produzione di Michele La Sala certifica la raggiunta maturità dell’artista che si cimenta con temi morali. L’Arte non solo come contemplazione della bellezza, ma anche come denuncia del male.<br />
Dipingere la tragedia umana dell’Olocausto è difficile. La Sala ne propone una interpretazione forte, convincente, che pare preludere a nuove sperimentazioni estetiche. Eppure, guardando la grande tela che ha impreziosito la riuscita mostra foggiana di La Sala, al Pronao della Villa Comunale, si resta colpiti dalla coerenza tra questo quadro, che a prima vista sembrerebbe uno sconfinamento, e tutto il resto.<br />
Il filo spinato del lager nazista assume una dimensione impalpabile, quasi onirica. Ad ammonirci, a ricordarci che è stato tutto tragicamente vero, restano le geometrie del dolore che si colgono dietro quel filo spinato. Volti sorprendentemente autentici, mani che stringono e sfidano recinti, uomini di colori diversi quasi a suggerire che l’umanità dolente non ha colore della pelle. E poi l’ineffabile poesia comunicata da quel cuore che fa capolino nella bruma, l’invito a <i>don’t Forget</i>, non dimenticare.<br />
Arte che parla, che inquieta, e che restituisce un senso diverso ai paesaggi e alle nature morte che compongono la mostra di Michele La Sala. Il mondo è un eterno precario equilibrio tra il Bene e il male. Ma alla fine la vita, la sua bellezza e i suoi colori vincono sempre.<br />
Bravo, Michele, amico mio, che belle emozioni regala la tua mostra…<br />
Se non l'avete vista, niente paura.<br />
Domani sera, 7 dicembre, il percorso artistico di Michele La Sala segnerà un’altra tappa di rilievo. Dopo il successo ottenuto a Foggia, la mostra si trasferisce a Troia, nelle sale del Museo Civico della cittadina d’arte dei Monti Dauni. Appuntamento alle 18.00 per l'inaugurazione. Non mancate.<br />
<b>Geppe Inserra</b>Geppe Inserrahttp://www.blogger.com/profile/09987619362341527527noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6270294453063399087.post-69172803249806730052018-12-05T15:49:00.002+01:002018-12-08T08:26:49.961+01:00Per i suoi ottantun'anni, un inedito di don Tonino Intiso sulla Cattedrale di Troia<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgmSaFvG6x_k033uReFaDapWmHTCV26Zjf0VxR4iAN7_Msp6Ptsi7Kf8BkR3QdNzUAURloO83-3vpJQzHVdDpjMJ5QEZ79NBZ8K5b4L512_xhUbNQ7WNvDi0M1OV-OAzonbuBw9ZqWxOq0/s1600/IMG_9415.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="592" data-original-width="567" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgmSaFvG6x_k033uReFaDapWmHTCV26Zjf0VxR4iAN7_Msp6Ptsi7Kf8BkR3QdNzUAURloO83-3vpJQzHVdDpjMJ5QEZ79NBZ8K5b4L512_xhUbNQ7WNvDi0M1OV-OAzonbuBw9ZqWxOq0/s320/IMG_9415.jpg" width="306" /></a></div>
Ottantuno anni fa, a Troia, nasceva don <b>Tonino Intiso</b>, sacerdote foggiano molto amato per le sue iniziative di solidarietà e di carità, che hanno scritto pagine importanti della vita religiosa e civile foggiana.<br />
Pioniere dell’accoglienza e dell’integrazione (che lo hanno visto impegnato fin dall’epoca dei primi arrivi di extracomunitari dall’Albania, quindi con l’Opera Nomadi), il suo nome è legato ad altri due indimenticabili momenti di solidarietà vissuti da Foggia e caratterizzati da una grande mobilitazione e partecipazione popolare: la <i>Giornata Internazionale degli Ammalati di Lebbra</i>, e alla mobilitazione per la raccolta fondi per la <i>Radioterapia</i>, che ha dotato gli Ospedali Riuniti di Foggia di un’apparecchiatura fondamentale per salvare tante vite umane.<br />
Grazie ai fondi raccolti durante la Giornata degli Ammalati di Lebbra, Foggia riuscì a realizzare un ospedale nella cittadina indiana di Nalgonda.<br />
Il sacerdote è stato attivo anche in campo pedagogico ed educativo, con l’esperienza innovativa de <i>“La Casetta” </i>e <i>“Shalom”</i>, scuole fondate al SS. Salvatore, assieme ad <b>Ersilia Crisci</b>, orientate alla valorizzazione della creatività dei bambini e alla responsabilizzazione dei genitori, chiamati a partecipare alla gestione della struttura.<br />
Festeggiamo l'ottantunesimo compleanno di don Tonino pubblicando un suo raro articolo sulla Cattedrale di Troja, gioiello dell'architettura romanica-pugliese.<br />
Lo scritto è prezioso per due ragioni: perché Tonino lo ha scritto quando non era ancora "don" e perché è una splendida quanto efficace sintesi dei valori artistici, storici e religiosi della Cattedrale troiana.<br />
Venne pubblicato nel marzo del 1962 sul terzo numero del secondo anno del Mensile di vita studentesca <i>Il Semaforo</i>, edito dalla <i>Gioventù Italiana di Azione Cattolica</i>. Don Tonino frequentava allora la terza classe al Liceo Classico Bonghi di Lucera. Sarebbe entrato in seminario di lì a poco.<br />
A nome di tutti gli amici e i lettori di Lettere Meridiane auguri a don Tonino.<br />
Potete scaricare l'originale in pdf dell'articolo <a href="https://www.dropbox.com/s/lcd9yv3rvwtyjqi/intisoduomotroia.pdf?dl=0">cliccando qui</a>.<br />
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<i>da IL SEMAFORO / Marzo 1962</i></div>
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Un gioiello romanico-pugliese</div>
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La Cattedrale di Troia</h3>
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di <i>Antonio Intiso</i></div>
In cima ad una collina dalla sagoma di nave, sorge una ridente cittadina. A vederla sembra che solchi l'immenso mare della sterminata pianura del Tavoliere: Troja<br />
Non è grande per numero di abitanti, né deve la sua fama a prodotti industriali, ma alla sua Cattedrale, espressione di un glorioso passato religioso e civile.<br />
Questo monumento vetusto per anni (1090), bello per l'arte, ricco di suoi tesori, sorge al centro della città, quasi vigile sentinella.<br />
I turisti che giornalmente giungono a Troja per visitare la Cattedrale trascorrono la maggior parte del tempo ad ammirarne la stupenda facciata di stile romanico pugliese. Nella parte superiore fiorisce un meraviglioso rosone «in cui la scultura pugliese prodiga tutte le risorse della sua fantasia». (Wittgens-Gengaro).<br />
<a name='more'></a><br />
È formato dal congegno di undici colonnine di marmo convergenti in cerchio al centro ; è ammirevole come il rosone sia stato diviso in «undici» parti perfettamente uguali.<br />
Gli spazi, diversamente traforati, tra una colonnina e l'altra, permettono che penetri la luce all'interno.<br />
Nella parte inferiore della facciata, ornata dalle tipiche arcature con losanghe pisane, si ammirano le porte bronzee di Oderico da Benevento; ogni battente formato da otto lastroni è ricco di rilievi a getto: mascheroni con anelli pendenti alle bocche, al centro due draghi a spire ravvolte con anelli bislunghi.<br />
Dopo la tradizionale fotografia al rosone e ai draghi alati, i turisti visitano l'interno snello e maestoso nello stesso tempo. Dodici colonne sostengono il soffitto della navata centrale, ripristinato nel 1949, sì da rendere visibili le tettoie e le capriate: ogni colonna è sormontata da capitelli tra loro dissimili. Si nota, a destra entrando, una tredicesima colonna con base pentagonale, ma che non ha alcuna funzione di sostegno: è la figura di Cristo «petra angularis » della chiesa. Potrà sembrare questo un particolare di poco conto, ma sta a testimoniare una concezione dell'arte che era frutto di fede vissuta, espressione dell'anima piena di grandi Ideali.<br />
A sinistra della navata centrale c'è il Pergamo, un vero miracolo dì scultura; poggia su' quattro colonne di rarissimo marmo con basi e capitelli corinzi squisitamente lavorati.<br />
Nella parte superiore del Pergamo sul lato verso l'ingresso, è scolpita una leonessa che azzanna il capo di un capriolo, mentre un leoncino salta sulla schiena della madre.<br />
Sulla parte centrale è scolpita una colonnina con capitello sormontato da un'aquila che sulle ali e sul collo sostiene un leggio.<br />
Certamente questi pochi cenni sulla Cattedrale di Troja non danno che una pallida idea di ciò che essa è in realtà, resa più armonica da recentissimi e razionali restauri che, eliminate le sovrastrutture male accumulatesi attraverso i secoli, le hanno conferito la rude eleganza originaria. I concittadini di Antonio Salandra, Presidente del Consiglio nella Prima guerra mondiale e del Cardinale Girolamo Seripando, legato pontificio al concilio di Trento, di tanto sono orgogliosi, anche se spesso non si rendono veramente conto del lesero artistico che posseggono.<br />
Spesso ho sentito dire che fare il turismo comporta molto dispendio di danaro; forse perché si crede che il turismo voglia dire partire ed andare lontano, senza sapere che il turismo comincia in casa.<br />
Ho visitato più volte la Cattedrale di Troja ed ho sempre scoperto un particolare nuovo ed interessante. Vorrei trasmettere il mio entusiasmo per questo insigne monumento a quanti amano il bello ravvivato dalla luce della Fede.<br />
<b>ANTONIO INTISO </b><br />
<i>III liceo classico Lucera</i><br />
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<br />Geppe Inserrahttp://www.blogger.com/profile/09987619362341527527noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6270294453063399087.post-12518595271275669972018-12-04T16:08:00.002+01:002018-12-04T16:08:32.005+01:00La stele federiciana che anche Foggia potrebbe avere (di Pasquale Episcopo)<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEib9DtB9czfHs8qLaLsP6fPM5OD2X3s67bZAeDYnGSGpnPUSwFkKFnRNnL8rbUR1ASdH5tqb7lbM-SMaO0VSY9EtxoedjnAh5UysxkFdogiNGCl1l-ubBHKPxerhvxGAYYTqmZH578Uvw4/s1600/Schermata+2018-12-04+alle+15.59.59.png" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="376" data-original-width="625" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEib9DtB9czfHs8qLaLsP6fPM5OD2X3s67bZAeDYnGSGpnPUSwFkKFnRNnL8rbUR1ASdH5tqb7lbM-SMaO0VSY9EtxoedjnAh5UysxkFdogiNGCl1l-ubBHKPxerhvxGAYYTqmZH578Uvw4/s400/Schermata+2018-12-04+alle+15.59.59.png" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">La Stele eretta a Göppingen, città gemellata con Foggia.<br />Da notare lo stemma civico di Foggia, con le tre fiammelle sull'acqua.</td></tr>
</tbody></table>
Imparare ad amare la propria città, la sua identità, le sue eccellenze, standone lontano. È quanto è successo a <b>Pasquale Episcopo</b>. Foggiano, ingegnere, ufficiale dell'Aeronautica in pensione, vive da qualche anno in Germania. Ha lasciato la sua città natale giovanissimo, quando si è trasferito a Pozzuoli per frequentare l'accademia militare. Poi i casi della vita lo hanno portato addirittura lontano dall'Italia. In Germania, dove si è ambientato molto bene e dove ha scoperto i profondi legami che uniscono Foggia a quella terra. Nel nome e nel segno di Federico II, l'imperatore svevo che elesse Foggia a sua dimora preferita e a città imperiale.<br />
Giornalista e insegnante, da qualche anno, Episcopo sta studiando ed approfondendo la vita e le opere del grande Imperatore e il suo rapporto con Foggia e la Capitanata.<br />
Su questo argomento, lo studioso terrà un <i>workshop</i> al Liceo Linguistico Poerio di Foggia domani 5 dicembre, alle ore 10.30. Episcopo parlerà, in tedesco, agli studenti che studiano questa lingua nelle classi quarte e quinte dello storico istituto foggiano. <b>“Unus ex Apulia. Friedrich II und die Capitanata"</b> è il tema del seminario, che si prefigge di stimolare l'interesse degli studenti, attraverso l'approfondimento di un fondamentale tema storico.<a href="https://liceopoerio.it/circolare-n-167-unus-ex-apulia-friedrich-ii-und-die-capitanata-workshop-in-lingua-tedesca/" ping="/url?sa=t&source=web&rct=j&url=https://liceopoerio.it/circolare-n-167-unus-ex-apulia-friedrich-ii-und-die-capitanata-workshop-in-lingua-tedesca/&ved=2ahUKEwjsnvXftIbfAhWCiywKHWAWC-sQFjAAegQICRAB" style="background-color: white; color: #660099; cursor: pointer; font-family: arial, sans-serif; font-size: small; text-decoration-line: none;"></a><br />
Pasquale Episcopo è un convinto sostenitore della necessità che Foggia ritrovi e rilanci quella parte federiciana della sua identità, che negli ultimi tempo pare essersi sopita. In un prezioso articolo che ha voluto scrivere per gli amici e i lettori di <i>Lettere Meridiane</i> affronta il tema della Stele in memoria di Federico II che Foggia potrebbe avere se...<br />
Per scoprirlo, leggetevi l'articolo, impreziosito da belle e inedite immagini, scaricandolo <a href="https://www.dropbox.com/s/vtpq9j068uj2jgq/La%20Stele%20che%20anche%20Foggia%20potrebbe%20avere%20-%202.pdf?dl=0">qui</a>. Buona lettura. <i>(g.i.)</i><br />
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Geppe Inserrahttp://www.blogger.com/profile/09987619362341527527noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6270294453063399087.post-5054440132087611202018-12-04T10:47:00.001+01:002018-12-04T10:47:08.685+01:00Al Foggia mancano due rigori col Venezia<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhTij1c4Lj3c4zJwiyOZjYvcwTspwP4ThgZNEAwBszvq9ly5n5ZGYaPZcyGYVX45Nwq92laULhk0l2zxYO4_WEnUgh8lDwzuMzS7UkpYrdcZSl9AKKAGpz9OKe_hsTE3XTsd_jipqus0lk/s1600/copertinamazzeo.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="359" data-original-width="594" height="241" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhTij1c4Lj3c4zJwiyOZjYvcwTspwP4ThgZNEAwBszvq9ly5n5ZGYaPZcyGYVX45Nwq92laULhk0l2zxYO4_WEnUgh8lDwzuMzS7UkpYrdcZSl9AKKAGpz9OKe_hsTE3XTsd_jipqus0lk/s400/copertinamazzeo.png" width="400" /></a></div>
Nel lunedì delle infuocate polemiche per il rigore non concesso alla Roma dall'arbitro Rocchi, per il fallo commesso su Zaniolo, è il Foggia a doversi lamentare per le sviste arbitrali che hanno influito sul risultato della partita casalinga con il Venezia. La squadra rossonera lamenta infatti la mancata concessione della massima punizione in due circostanze, e la fotocronaca che pubblichiamo qui sotto dà del tutto ragione alla tesi dei satanelli..<br />
D’accordo, in serie B non v’è il Var, il Foggia non ha fatto una grande partita col Venezia, e il pareggio con cui l’incontro si è concluso è sostanzialmente giusto. Ma come sarebbero andate le cose senza gli errori arbitrali?<br />
E il peggio è che mentre il povero Rocchi e il suo assistente al VAR Fabbri sono finiti nell’occhio del ciclone per quanto è successo domenica sera all’Olimpico di quello che ha combinato Volpi allo Zaccheria non parlerà nessuno.<br />
Il primo episodio al 5’ della ripresa, quando Gerbo ha raccolto in area un assist di Mazzeo. Lo ha contrastato Bruscagnin che ha toccato nettamente il pallone con il braccio sinistro, di fatto sottraendolo al centrocampista foggiano. Le immagini evidenziano in maniera inequivocabile il tocco proibito. Difficile sostenere che si tratti di un gesto involontario, e, in ogni caso, Bruscagnin contrasta Gerbo con il braccio largo, procurandogli un danno oggettivo e interrompendo l’azione d’attacco. L’arbitro era in buona posizione, ed ha probabilmente ritenuto involontario il tocco di braccio. Mah…<br />
Ancora più grave quanto è successo qualche minuto più tardi, all’11’ della ripresa quando Mazzeo, imbeccato da Iemmello si è trovato, spalle alla porta, a solo un metro dalla linea. L’attaccante foggiano si apprestava a girare in rete o a proseguire l’azione, quando è stato affrontato da Domizzi che lo ha letteralmente cinturato, trascinandolo a terra. Anche in questo caso, le immagini documentano in maniera inoppugnabile la gravità del fallo che è stato prolungato e ripetuto. L’arbitro doveva fischiare il penalty.<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgMXRESKNH8nPH6kYbyiliIwjDdaHvYINsyIbD4m4doTNlZYyF9rE_rG0yda96yhG3GMeEte62wAoq-qP6lNUgZumqXMRAjMb8Qe1SDxyF1d7sGsN5f4zm5PvXws_G_PoiKI857BEYXVc4/s1600/Schermata+2018-12-04+alle+09.15.33.png" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="446" data-original-width="726" height="245" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgMXRESKNH8nPH6kYbyiliIwjDdaHvYINsyIbD4m4doTNlZYyF9rE_rG0yda96yhG3GMeEte62wAoq-qP6lNUgZumqXMRAjMb8Qe1SDxyF1d7sGsN5f4zm5PvXws_G_PoiKI857BEYXVc4/s400/Schermata+2018-12-04+alle+09.15.33.png" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il tocco proibito in area di Bruscagnin, che impedisce a Gerbo di proseguire l'azione.</td></tr>
</tbody></table>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><img border="0" data-original-height="431" data-original-width="859" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj19J1Mn6i-UyMJe0ixwdvaCCbeUwtVNwb29I4bRpDbSpi2LZuvxg7TT6Zm0PyGI2OlV2baLsIGmdweHdJ0Ao9twd2zD5AShyKIWjdsVnjJ7B2_RFVzUxv6xYY6kA9t2vNWHuD5GiTCr4o/s400/Schermata+2018-12-04+alle+09.19.03.png" style="margin-left: auto; margin-right: auto;" width="400" /></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">L'arbitro Volpi è messo nella migliori condizioni per vedere il fallo, ma non fischia.</td></tr>
</tbody></table>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj19J1Mn6i-UyMJe0ixwdvaCCbeUwtVNwb29I4bRpDbSpi2LZuvxg7TT6Zm0PyGI2OlV2baLsIGmdweHdJ0Ao9twd2zD5AShyKIWjdsVnjJ7B2_RFVzUxv6xYY6kA9t2vNWHuD5GiTCr4o/s1600/Schermata+2018-12-04+alle+09.19.03.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"></a><br /><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj19J1Mn6i-UyMJe0ixwdvaCCbeUwtVNwb29I4bRpDbSpi2LZuvxg7TT6Zm0PyGI2OlV2baLsIGmdweHdJ0Ao9twd2zD5AShyKIWjdsVnjJ7B2_RFVzUxv6xYY6kA9t2vNWHuD5GiTCr4o/s1600/Schermata+2018-12-04+alle+09.19.03.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"></a></div>
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<br /></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjE8r8WlgF0-SLbt8UzP83hXF60uwnmNaoUtKvxjWnvDhxuOxlTaWP5SaTusuu7OewOO17CXRTeKEFCN-4NlgkU7c_MNBhXqhyBiCPimfI2tVouao35UMYMi4sTCTr9RUXluJXn92B0rGs/s1600/Schermata+2018-12-04+alle+08.39.27.png" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="506" data-original-width="902" height="223" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjE8r8WlgF0-SLbt8UzP83hXF60uwnmNaoUtKvxjWnvDhxuOxlTaWP5SaTusuu7OewOO17CXRTeKEFCN-4NlgkU7c_MNBhXqhyBiCPimfI2tVouao35UMYMi4sTCTr9RUXluJXn92B0rGs/s400/Schermata+2018-12-04+alle+08.39.27.png" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Domizzi abbraccia Mazzeo, e non certo per affetto.</td></tr>
</tbody></table>
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<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhZxJPA1_HbMnUDhUFhMoBvC-yleArkmsZQrExNncIS75g6V7ELd6gyvo2euANAEsrRHxHTtuh7FSvO1nfiF6CgktvxH-9StuDCMdP4VOhOq1V_XNmV2zdNYfKaJy-IdyaSuIr63nRs96g/s1600/Schermata+2018-12-04+alle+08.39.43.png" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="507" data-original-width="900" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhZxJPA1_HbMnUDhUFhMoBvC-yleArkmsZQrExNncIS75g6V7ELd6gyvo2euANAEsrRHxHTtuh7FSvO1nfiF6CgktvxH-9StuDCMdP4VOhOq1V_XNmV2zdNYfKaJy-IdyaSuIr63nRs96g/s400/Schermata+2018-12-04+alle+08.39.43.png" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Domizzi conclude la presa trascinando a terra Mazzeo, sarebbe rigore netto ma...</td></tr>
</tbody></table>
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<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjJBXIyrHNSqGVwOQvg_FmkKxxWH8xzkdlvpOYn8QnUK7nF7uErWRutur-_kpmg6tqMNWWWh02l1smWHBhdK4hjjZcEVy52TtsVE0AHi1WE8frY4Ebj86hsvfqwylerAN-ecaXH3YUHEMg/s1600/Schermata+2018-12-04+alle+08.40.34.png" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="503" data-original-width="900" height="222" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjJBXIyrHNSqGVwOQvg_FmkKxxWH8xzkdlvpOYn8QnUK7nF7uErWRutur-_kpmg6tqMNWWWh02l1smWHBhdK4hjjZcEVy52TtsVE0AHi1WE8frY4Ebj86hsvfqwylerAN-ecaXH3YUHEMg/s400/Schermata+2018-12-04+alle+08.40.34.png" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">L'arbitro Volpi è probabilmente impallato dal difensore veneto e non vede il fallo.</td></tr>
</tbody></table>
<br />Geppe Inserrahttp://www.blogger.com/profile/09987619362341527527noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6270294453063399087.post-9798860603105687822018-11-20T11:19:00.003+01:002018-11-20T12:13:04.864+01:00Il Mezzogiorno condannato alla disfatta (di Geppe Inserra)<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEicgMr3FdzzexY14xrpZdC89OcvtLF8u4DLgS8QYLNVzEFJmYjNOjY1QOQ2Ljspqyceh0dm-RJHYKt4rN5qbbjTatOTkDV77B7GNr0WG5UJzc-rdVNd74T6FzBvomSJqi6DBvMMG8HkhPc/s1600/8735885671_caf95f41b4_z.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="400" data-original-width="640" height="250" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEicgMr3FdzzexY14xrpZdC89OcvtLF8u4DLgS8QYLNVzEFJmYjNOjY1QOQ2Ljspqyceh0dm-RJHYKt4rN5qbbjTatOTkDV77B7GNr0WG5UJzc-rdVNd74T6FzBvomSJqi6DBvMMG8HkhPc/s400/8735885671_caf95f41b4_z.jpg" width="400" /></a></div>
“Nell’insieme, in Italia si vive un po’ meglio”, scrive su <i>ItaliaOggi</i> <b>Silvana Saturno</b>, commentando il <i>Rapporto 2018 sulla qualità della vita</i>, realizzato dall’università <i>La Sapienza</i> per conto del quotidiano economico finanziario. Ma non è vero, a meno che non si voglia considerare quale “insieme” del Paese soltanto il Nord.<br />
La verità è che in Italia non c’è più alcun “insieme”: si vive sempre meglio al Nord e sempre peggio al Sud. L’ottimismo del giornale è fondato sul fatto che, rispetto alla classifica 2017 tre nuove province si sono aggregate a quelle in cui la qualità della vita è risultata buona o accettabile.<br />
Ma si omette di dire che, per quanto riguarda il Mezzogiorno, la situazione è ancora peggiorata. Se nel 2017 erano due le province che manifestavano una qualità della vita accettabile (Potenza e Matera), nel 2018 è soltanto una (Matera). Nel biennio, nessuna provincia meridionale denota una qualità della vita buona, e tutte si collocano nella fasce in cui è classificata come scarsa o insufficiente.<br />
Basterebbe ed avanzerebbe per concludere che il divario tra Nord e Sud ha raggiunto livelli insostenibili, ma si preferisce glissare secondo il classico e sempre più collaudato meccanismo della rimozione: la questione meridionale non esiste, e punto.<br />
Osservando la mappa del benessere disegnata dalla indagine, si ha invece la conferma più evidente della intuizione di <b>Pino Aprile</b>, che ha intitolato il suo ultimo libro, <i>“L’Italia è finita”</i>. Ormai è un luogo comune perfino l’idea dell’Italia come un paese a due velocità. Di velocità ce ne sono almeno tre: quella del ricco Nord Est, poi l’Italia che arranca, a macchia di leopardo, tra Centro e Nord, e infine il Sud, condannato alla disfatta.<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh3r55MJh_FHtsLmCb2hImlLlSrhlKeVG0D8BfzMV-QeN8z-QcBHwaBJ-fuqxnpU9hYh8ICYs3PhLM75c0v1_5yCTqHHjrLgGCYsS7XpkpYZJGhqjsMZ38vc_PGEJ5S6A2d15_PgUp6ejo/s1600/italiaoggi.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="518" data-original-width="907" height="227" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh3r55MJh_FHtsLmCb2hImlLlSrhlKeVG0D8BfzMV-QeN8z-QcBHwaBJ-fuqxnpU9hYh8ICYs3PhLM75c0v1_5yCTqHHjrLgGCYsS7XpkpYZJGhqjsMZ38vc_PGEJ5S6A2d15_PgUp6ejo/s400/italiaoggi.png" width="400" /></a></div>
L’atto finale del processo è lo scellerato regionalismo differenziato propugnato dalla Lega (e supinamente accettato dall’ala gialla del Governo). Veneto e Lombardia, e a ruota Emilia Romagna, rivendicano competenze fondamentali (tra cui sanità, istruzione, trasporti, ambiente) che propongono di finanziare non soltanto con la spesa storica (che è già di suo squilibrata e a vantaggio del Nord) ma anche con il gettito fiscale regionale. Usare le tasse dei veneti per finanziare gli ospedali veneti significherà meno risorse per gli ospedali del resto d’Italia. E lo stesso discorso vale per le altre regioni e per le altre funzioni che saranno delegate dallo Stato, in forza dell’autonomia differenziata.<br />
<i>“L’Italia è finita </i>- <a href="https://pinoaprile.me/2018/10/21/litalia-e-finita-sul-corriere-del-mezzogiorno-perche-la-lega-ladrona-di-pino-aprile/">ha scritto recentemente Pino Aprile sul <i>Corriere della Sera</i></a> -<i>. Un Paese esiste se, nell’equilibrio mondiale, ha un ruolo e relazioni forti; se chi lo abita lo vuole tale, figlio della sua storia, custode del territorio; se i suoi abitanti si sono reciprocamente scelti o accettati.”</i><br />
Nonostante l’ottimismo ostentato da Silvana Saturno, sono proprio i dati che affiorano dal rapporto a certificare il fallimento definitivo del Mezzogiorno e, con esso, dell’Italia. Con la sola eccezione di Imperia, sono tutte meridionali le altre 22 province della zona blu, che indica quelle in cui la qualità della vita è insufficiente.<br />
Il solo elemento positivo rispetto al rapporto dello scorso anno è l’allargamento dell’area rossa (in cui la qualità della vita è soltanto “scarsa” ma non “insufficiente”) rispetto a quella blu. Ma è una ben magra soddisfazione, anche perché dall’indagine affiora un dato che sembra sfuggito anche ai più attenti osservatori: lo stato comatoso in cui versano le grandi città meridionali, ovvero i poli che secondo l’economista <b>Gianfranco Viesti</b> (promotore assieme ad Aprile della <a href="https://www.change.org/p/gianfranco-viesti-no-alla-secessione-dei-ricchi">grande</a><i><a href="https://www.change.org/p/gianfranco-viesti-no-alla-secessione-dei-ricchi"> petizione on line</a> </i>con cui 13.000 tra docenti, intellettuali, dirigenti sindacali e semplici cittadini hanno chiesto di bloccare il regionalismo differenziato) potrebbero e dovrebbe trainare il riscatto del Sud. Le grandi città meridionali, le capitali del tempo che fu, veleggiano nelle ultime posizioni della classifica: Bari al 103° posto, Palermo al 106°, Napoli al 108°, Catania al 109°, e penultimo.<br />
Ma più delle classifica dovrebbero indurre ad un’attenta riflessione la classe dirigente del Paese i dati assoluti che si ricavano dagli indicatori del rapporto <i>ItaliaOggi-La Sapienza</i>. Posta uguale a 100 la qualità della vita nella provincia in cui si vive meglio (Bolzano), il punteggio di Bari è 12,4. Palermo totalizza 10,1, Napoli 5,5, Catania soltanto 2,98.<br />
Per dirla in soldoni, a Belluno si vive dieci volte meglio che a Palermo, venti volte meglio che a Napoli, 30 volte meglio che a Catania. Sono le dimensioni nascoste, sottovalutate, taciute del divario. E pensare che c’è chi vorrebbe allargare la forbice ancora di più.<br />
L’Italia è davvero finita.<br />
<b>Geppe Inserra</b><br />
[La foto che illustra l’articolo, intitolata <i><a href="https://www.flickr.com/photos/izoo3y/8735885671/">Storm Clouds Gathering</a></i> è stata scattata da <b><a href="https://www.flickr.com/photos/izoo3y/">Zooey,</a></b> ed è licenziata con <i>Creative Commons License</i>]<br />
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Geppe Inserrahttp://www.blogger.com/profile/09987619362341527527noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6270294453063399087.post-83960860202766171792018-11-19T08:57:00.001+01:002018-11-19T08:57:52.969+01:00Cataleta racconta Oronzo Pugliese, il mago dei poveri che sconfisse la grande Inter<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEigvbQZZBuS6Qh55Tv8bb3O50crqOfKdhooQaWQKxO55SPCZH_ss5-znlR49hVqsEKZLb6Hv25aGfgcw6F-HG6Sznns7hGCtHcmlcUsQH8R7-vERWEbCHVvBeg1LRAsO-UKloHy9Q1jmo8/s1600/foggia-1964-65-wp.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="508" data-original-width="800" height="253" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEigvbQZZBuS6Qh55Tv8bb3O50crqOfKdhooQaWQKxO55SPCZH_ss5-znlR49hVqsEKZLb6Hv25aGfgcw6F-HG6Sznns7hGCtHcmlcUsQH8R7-vERWEbCHVvBeg1LRAsO-UKloHy9Q1jmo8/s400/foggia-1964-65-wp.jpg" width="400" /></a></div>
Il libro di <b>Giovanni Cataleta</b> su <b>Oronzo Pugliese</b> (<i>Oronzo Pugliese – Quando nel calcio esistevano i maghi</i>, Edizioni <i>Mitico Channel</i>, Foggia 2018, 286 pagine, € 15) è un’autentica chicca nel panorama dell’editoria sportiva. Perché prima della sua pubblicazione non esistevano biografie dettagliate e ragionate sul Mago di Turi, nonostante l’oggettiva statura sportiva, epica e mediatica del personaggio che, tanto per dire, ispirò il regista <b>Sergio Martino </b>e<b> Lino Banfi</b> nell’indimenticabile film <i>L’allenatore nel pallone</i>, in cui l’attore pugliese indossava i panni di Oronzo Canà.<br />
La nuova edizione del volume, che esce otto anni dopo la prima, fortunata edizione e che si avvale della prestigiosa prefazione di <b>Italo Cucci</b> sarà presentata lunedì 19 novembre alla ore 17.30 presso la Sala Fedora del Teatro Giordano di Foggia. Condurrà la serata <b>Barbara Francesca Ovieni</b> (da <i>BordoCampo </i>– <i>Telenorba</i>).<br />
Giornalista scrupoloso e storico attento, Giovanni Cataleta ricostruisce la vita di Pugliese, raccontandola come mai è successo. La prima edizione del libro ha ispirato la voce dedicata all’allenatore che alla guida del Foggia sconfisse l’Inter di Helenio Herrera nel <i>Dizionario Biografico degli Italiani curato</i> dalla Treccani.<br />
Edita da <i>Mitico Channel</i>, la nuova edizione del libro è arricchita da numerose foto inedite, fornite da sportivi e amanti del calcio in bianco e nero. Accanto alle prestigiose testimonianze, fra gli altri, di Capello, Banfi, Savoldi, Losi, De Sisti, Nocera, Gambino, Bettoni e Chiarugi, compaiono una serie di aggiornamenti, curiosità, aneddoti ed episodi divertenti. Rivelazioni e confidenze dei protagonisti degli ultimi decenni della scena calcistica che s’intrecciano con i sentimenti più segreti del mondo del calcio, per scoprire la faccia nascosta di una passione che commuove e smuove cuori e interessi economici. Un viaggio in uno sport che uomini come Oronzo Pugliese da Turi hanno lanciato ai massimi livelli, contando sulla propria lealtà e suggellando ingaggi favolosi con una stretta di mano.<br />
Il libro di Cataleta racconta puntualmente la vita di Oronzo Pugliese svelando i suoi trucchi da “mago” e soprattutto i segreti della sua determinazione. Da quando scappò di casa per giocare in una squadra di provincia, ai primi contratti girando per mezza Italia. Il destino gli riserverà da allenatore la notorietà che non conobbe da calciatore. Dopo una lunga gavetta in squadre del Sud, tranne l’intermezzo di Siena, la fortuna lo baciò con l’esperienza di Foggia, dove arrivò a battere il Mago dei ricchi, Helenio Herrera. Dopo i successi in Puglia, Pugliese approdò nella Capitale alla guida dei giallorossi per tre anni, riportando entusiasmo e passione in quel periodo assenti. Si specializzò poi in salvezze impossibili in serie A: Bologna (due volte) e Fiorentina. L’unico esonero in carriera fu a Bari, con la squadra per la quale aveva sempre tifato.<br />
Nato a Foggia nel 1952, Giovanni Cataleta è laureato in Giurisprudenza. Giornalista, scrittore e appassionato di sport, ha svolto la sua attività professionale nel settore bancario e collabora con quotidiani e periodici di economia e finanza.<br />
Ha scritto <i>“Che si dice du Fogge?” (Che si dice del Foggia?)</i> (2005), che ripercorre la storia calcistica dei Satanelli, dagli esordi fino allo sbarco in serie A e al successivo sfavillante periodo di Zemanlandia. È autore anche de <i>“Il distintivo dalla parte del cuore”</i> (2016), una raccolta di storie, racconti e cronache sulla passione calcistica per i colori del Foggia. Scrive per il quotidiano <i>“Avvenire”</i> e per <i>Mitico Channel</i>, la giovane testata giornalistica online di cui è stato uno dei fondatori.Geppe Inserrahttp://www.blogger.com/profile/09987619362341527527noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6270294453063399087.post-32926980368910453742018-11-17T16:46:00.002+01:002018-11-17T17:22:40.949+01:00Assolta la Raggi. Per i romani c'è ancora da penare.<img alt="Virginia raggi" border="0" class="alignnone" height="315" src="https://www.letteremeridiane.org/wp-content/uploads/2018/11/virginia-raggi.jpg" style="border: 10px solid #ffffff; float: left; margin-bottom: 10px; margin-left: 10px;" title="virginia-raggi.jpg" width="473" />Questa settimana la striscia del nostro disegnatore satirico in versione solo testo spazia dagli argomenti più squisitamente politici che tanto piacciono a Madetù, a temi d’attualità. Ce n’è insomma per tutti i gusti, ma i calembour sul rinvio a giudizio barese ai danni di Silvio Berlusconi e sul Black Friday sono veramente irresistibili. Continua a tenere banco nella striscia settimanale satirica anche la vicenda dell’assoluzione della sindaca di Roma, Virginia Raggi, con due distinte freddure. La copertina va proprio a una di queste. Buona domenica, e buona lettura.
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<strong>RAGGI ASSOLTA / 1</strong></div>
Per la sindaca di Roma Virginia Raggi è arrivata l'assoluzione.
Per i romani, invece, ancora 31 mesi di pena da scontare. (copyright Ludigian)
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<strong>RAGGI ASSOLTA / 2</strong></div>
- Assolta la Sindaca di Roma, Raggi.<br />
- Ora potranno vederla a non far nulla ma... 'a testa alta'. (copyright Tiziana)
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<strong>STAN LEE</strong></div>
- Morto il "papà" dei grandi personaggi dei fumetti con superpoteri, Stan Lee.<br />
- Un po' come in Italia dove ci sono due che credono di avere dei superpoteri. E Stan Lì a sparare supercàzzole.<br />
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<strong>BLACK FRIDAY</strong></div>
Quando Salvini ha saputo che siamo in attesa del Black Friday, ha disposto che lo si fermi per controlli.
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<strong>TARANTINI E BARI</strong></div>
- Berlusconi rinviato a giudizio, a Bari, per la vicenda delle escort di Tarantini.<br />
- Come mai a Bari?
- Tra Tarantini e bari...ci si intende!
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<strong>I TRAVAGLI DI TRAVAGLIO</strong></div>
Seconda condanna per Marco Travaglio a distanza di poche settimane dalla precedente.<br />
- Diffamò il papà di Matteo Renzi.<br />
- Ah, ecco allora con chi ce l'avevano i Cinque Stelle a proposito di "cattivi giornalisti"...
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<strong>CANDELA</strong></div>
La comunità di Candela allibita per le voci di un testimone che, nel processo canonico in svolgimento in Basilicata, ha parlato di orge gay tra escort e preti.<br />
- Sono mesi che si parla di questi fattacci a luci rosse in paese.<br />
- Sarebbe bene che finisse tutto in uno... stutaCandela.
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<strong>SIFFREDI</strong></div>
Operato d'urgenza il famoso pornoattore Rocco Siffredi.<br />
- Le cronache raccontano che ha provato molto dolore...<br />
- Di più: ha provato il pene dell'inferno!Geppe Inserrahttp://www.blogger.com/profile/09987619362341527527noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6270294453063399087.post-77281294170035820612018-11-16T09:35:00.001+01:002018-11-16T10:15:34.697+01:00Quando una città diventa mondo (di Marcello Colopi)<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhO0vgxCRLn76ioxQUgN53gA7Y7lHH_g20oE_3-mj6SMo0x9B_n-WjlAEmb37kbjSpy5tZ0f0Dwb2NCOBwrH1PFS2TLgAnU1zt1-_ottoJbpfeH5CbBJtKdYoBDwWOugRvjst9QZkxmQ-A/s1600/00orrchestra.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="507" data-original-width="926" height="218" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhO0vgxCRLn76ioxQUgN53gA7Y7lHH_g20oE_3-mj6SMo0x9B_n-WjlAEmb37kbjSpy5tZ0f0Dwb2NCOBwrH1PFS2TLgAnU1zt1-_ottoJbpfeH5CbBJtKdYoBDwWOugRvjst9QZkxmQ-A/s400/00orrchestra.png" width="400" /></a></div>
Le cose che fa in quel di Cerignola Marcello Colopi, sociologo, attore e regista, sono belle quanto quelle che scrive. Una volta tanto, tra il dire e il fare non c’è di mezzo il mare, ma la vita quotidiana, con i suoi impegni, i suoi sacrifici. Per questo, gli amici e i lettori di <i>Lettere Quotidiane</i> sono lieti che il buon Marcello abbia derogato alle scelta di non parlare delle cose che fa.<br />
Leggete, mi darete ragione <em>(g.i.</em>)</div>
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Quando ho iniziato la mia piacevole collaborazione con “Lettere meridiane” mi sono dato una piccola linea di condotta, una sola; non scrivere delle cose che faccio, del mio lavoro e delle mie iniziative. Questa volta, cari amici mi scuso se violo la “regola” parlando di una iniziativa che, con altri, abbiamo sostenuto nel corso di questi mesi: vi parlo dell’<em>Orchestra dei Braccianti</em> che ha debuttato a Cerignola in anteprima nazionale il giorno 9 novembre. Ma soprattutto ho deciso di raccontarvi la mia emozione. Anzitutto vi spiego cos’è l’Orchestra dei braccianti. È un progetto dell’associazione Terra Onlus sostenuto, tra gli altri , dall’amministrazione comunale di Cerignola ( assessorato alla politiche sociali) dallo sportello immigrazione Stefano Fumarulo, dalla Flai CGIL e da altre organizzazioni.</div>
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L’Orchestra è composta da 18 musicisti provenienti da Italia, Francia, Gambia, Ghana, Nigeria, Libia, Tunisia, India e Stati Uniti. Ne fanno parte musicisti che lavorano o hanno lavorato come braccianti agricoli e contadini. Tra loro non mancano persone che hanno vissuto il dramma della migrazione e che oggi vivono nei ghetti o nelle campagne. Come <strong>Joshua</strong>, cantante e tastierista nigeriano, emigrato passando per la Libia nel 2017 e oggi impiegato nella raccolta dell’uva e dei meloni in Puglia. <strong>Adams</strong>, partito dal Gambia due anni fa e oggi residente nel più grande ghetto d’Italia, a Borgo Mezzanone. Accanto a loro suonano musicisti quali <strong>Marzouk Meriji</strong>, cantautore e polistrumentista tunisino che vive a Napoli, <strong>Luca Cioffi</strong>, esperto di percussioni indiane e sudamericane che lavora come agricoltore in Campania, <strong>Sergio Caputo </strong>e<strong> Sandro Joyeux</strong>.</div>
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Grazie al lavoro del direttore artistico <strong>Alessandro Nosenzo</strong> – che è anche voce e chitarra dell’Orchestra – è stato possibile creare questo mix di talenti emergenti e consolidati con la missione di tradurre in musica tematiche dal forte impatto sociale. Questa è l’<em>Orchestra dei Braccianti</em>. Già questa è una bella notizia, ma ve ne parlo per una altra ragione: come già detto, ho deciso di raccontarvi la mia emozione. <br />
Inizio dalla mattina del 9 novembre. È il giorno del debutto nazionale. Abbiamo deciso di dedicare un <em>matinée</em> alle scuole, un piccolo esperimento per sondare l’umore dei ragazzi. Alle 10.00 il teatro Mercadante di Cerignola è pieno di studenti della città. Inizia il concerto e i ragazzi con il loro entusiasmo travolgono e stravolgono i musicisti dell’orchestra. Urlano di gioia applaudono, ballano e cantano. Alla fine è un tripudio di selfie, foto e autografi. Questi ragazzi hanno acceso nel cuore di molti di noi una speranza: questo mondo è migliore di ciò che appare. Va bene, ma questo accade con i giovani. Questa sera ci sono gli adulti, quelli che hanno perso il disincanto del mondo, che guardano al mondo con diffidenza e con distacco.</div>
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È sera, il teatro inizia a riempirsi di gente. Li osservo. Sono cittadini comuni, professionisti, artisti della città, istituzioni. Tra loro il Vice Sindaco <strong>Rino Pezzano</strong>, il Vescovo Mons. <strong>Luigi Renna</strong> i sindacalisti, in particolare il segretario provinciale della Flai CGIL <strong>Daniele Iacovelli</strong> accompagnato dal segretario nazionale della Flai CGIL, <strong>Giovanni Mininni</strong>, e poi tanti ragazzi e ragazze provenienti dal Senegal, Ghana, Nigeria, Togo, Mali, Marocco, Libano, Tunisia Albania, Polonia, Pakistan, India , Bulgaria , Romania Iran, Bangladesh . Un piccolo mondo in un teatro.</div>
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Ore 21.00, inizia il concerto. Il pubblico, prima timidamente poi sempre più coinvolto, inizia a seguire questi suoni e queste voci. I dialetti di tutto il mondo si confondono in un'unica lingua, le sonorità arabe diventano africane, italiane, universali. Un mondo che inizia ad applaudire, battere le mani, fino a ballare. Tutti assieme.</div>
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Io sono in ultima fila. Volutamente nascosto a godermi questo spettacolo. Lo spettacolo di una città che diventa mondo. Un mondo che per una sera mette al primo posto la musica e i diritti . Osservo la mia città dall’ultima fila del teatro. Ne sono orgoglioso. Questa è la città dove, ai primi del novecento i diritti divennero “DIRITTI” di dignità Questo senso di fierezza, anche se per una sola sera, dà un'energia profonda al mio agire quotidiano. Spesso, nel mio lavoro, mi accompagna un senso di solitudine, di amarezza; spesso mi capita di sentirmi come Don Chisciotte della Mancia, costretto a lottare contro i mulini a vento. Questa sera no. Qui i Don Chisciotte non si contano. È bello non sentirsi soli, è bello scoprire che altri sono disposti con te a non cedere alle tentazioni di cadere nel tranello di “prima gli italiani”, scordandosi di essere tutti parte più ampia di un progetto chiamato umanità.</div>
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Il senso di tutto ciò è ben racchiuso in un testo di una canzone senegalese cantata da Sandro Joyeux uno dei musicisti dell’orchestra dei braccianti in omaggio alla comunità senegalese: <em>"Un giorno arriverà un tempo in cui l’Africa sarà unita, da qui o altrove siamo figli dell’Africa, anche se il cielo è caduto, lottiamo per la pace”.</em></div>
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Sì, questa sera è una realtà che nasce da <i>un’idea,</i> in senso platonico. Platone affermava che l’idea possiede caratteri di universalità. In quanto universali esse si collocano in un grado più alto di perfezione rispetto ai molti oggetti sensibili, ed in questo senso rappresentano i modelli su cui ispirare il proprio agire . L’idea allora non è una semplice rappresentazione o un concetto che ci formiamo nella nostra mente: esso è un vero e proprio criterio in base al quale noi giudichiamo tutta la realtà e cerchiamo di modificarla socialmente. Noi abbiamo condiviso , seppur per una sera la nostra idea di società. Abbiamo condiviso l’idea che il mondo che vogliamo si incontra in allegria e nel rispetto degli altri che sono diversi da noi (per cultura, storia, etnia) ma identici per i diritti. Sono consapevole che spesso la realtà è più amara di questa rappresentata in un teatro pieno di gent , sono consapevole che ogni momento del nostro agire è fatto di fatica, ma abbiamo anche la consapevolezza che possiamo alzare l’asticella dei valori, cercare orizzonti lontani e soprattutto la consapevolezza di non essere soli.</div>
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P.S. Vi prometto che non scriverò più di cose che faccio (forse)</div>
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<strong>Marcello Colopi </strong></div>
Geppe Inserrahttp://www.blogger.com/profile/09987619362341527527noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6270294453063399087.post-87567639885490831102018-11-14T15:35:00.001+01:002018-11-14T16:19:20.821+01:00Torna alla luce un grande pezzo di storia foggiana<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhOw_jTogK1xTQt1Z2WFr8u_BoL0tuiVxtp3qKM5GnD-yMqQr9PrDj1LHALRBV0nMIC0A7kgTTgctbIjVGh4Br7OIdNsTAWQ-Fu8PPafwNGU3WzqW4roGgNy_lATPJ_gububTrFi61pJeE/s1600/featuredpatrio.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1084" data-original-width="1600" height="270" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhOw_jTogK1xTQt1Z2WFr8u_BoL0tuiVxtp3qKM5GnD-yMqQr9PrDj1LHALRBV0nMIC0A7kgTTgctbIjVGh4Br7OIdNsTAWQ-Fu8PPafwNGU3WzqW4roGgNy_lATPJ_gububTrFi61pJeE/s400/featuredpatrio.jpg" width="400" /></a></div>
Il “Giornale Patrio Villani”, che pur tra lacune e sottovalutazioni, fa luce su un lungo periodo della vita civile e sociale della città di Foggia, si deve alla meritoria opera della omonima famiglia. Il recupero, la trascrizione, l'analisi e l’arricchimento con fonti e note, si devono invece al magistrale, prezioso lavoro svolto nei decenni scorsi dal dott. <strong>Pasquale di Cicco</strong>, oggi Direttore emerito dell’Archivio di Stato di Foggia e della sezione di Lucera.<br />
I diari dei Villani hanno un importante valore cronachistico e storico perché descrivono, in forma diaristica, le vicende minime di quel che accadde nel capoluogo dauno, tra il 1801 e il 1865.<br />
I primi cinque volumi coprono un arco temporale compreso tra 1801-1810; 1811-1830; 1831-1840; 1841-1853; 1854-1860. I rimanenti manoscritti originali sono rimasti nelle casseforti del Comune di Foggia e dell’Archivio di Stato, in attesa che qualche esperto vi ponesse mano. Nessuno, in tutti questi anni, si è però fatto seriamente avanti.<br />
Cinque anni dopo la pubblicazione dell’ultimo volume dato alle stampe, l’infaticabile Pasquale di Cicco – nel frattempo assegnatario della meritata onorificenza di Cittadino Onorario di Foggia (2016), città che lo annovera tra i suoi migliori cittadini dal lontano 1958 – è tornato sui suoi passi.<br />
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi8PR1aa6sGkLE1JDgntLr1YceOh9kT1wO_AazJ1KKTq6h7FAb0pjhBkl2fAl5W6a_owdk5OBkxNoMLm6BsmtclPynFLF-KLJQ2JaqvLi8IPc5FxH8opZko0yB1vTzAuely4zy6t1_8BhA/s1600/giornalepatrio.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="1464" data-original-width="1045" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi8PR1aa6sGkLE1JDgntLr1YceOh9kT1wO_AazJ1KKTq6h7FAb0pjhBkl2fAl5W6a_owdk5OBkxNoMLm6BsmtclPynFLF-KLJQ2JaqvLi8IPc5FxH8opZko0yB1vTzAuely4zy6t1_8BhA/s320/giornalepatrio.jpg" width="228" /></a>Dopo aver inizialmente dichiarato di aver definitivamente sospeso studi, ricerche e pubblicazioni – che pure avrebbe voluto proseguire e dare alle stampe – l’ex direttore dell’Archivio di Stato di Foggia, nonostante i quasi 90 anni di età, ha fatto una coraggiosa scelta che non può che fargli onore: riprendere il lavoro e portare a compimento la trascrizione di un altro grosso tassello di storia foggiana, per ora soltanto su carta, ovviamente, in forma manoscritta: il “Giornale patrio” che comprende il segmento 1861-1865, forse il più atteso.<br />
Si tratta, infatti, di un pezzo importante e problematico della Storia d’Italia e del nostro territorio: un periodo contrassegnato dalla Unità d’Italia, dalla lotta al Brigantaggio, dall’avvio o dal completamento delle opere strategiche, dall’ampliamento della città di Foggia. <br />
Il meticoloso e arricchente lavoro del dottor di Cicco rischia però di rimanere sulla carta a causa delle difficoltà economiche che attanagliano le case editrici locali e gli stessi Enti del territorio nel promuovere e pubblicare iniziative editoriali.<br />
L’illustre Concittadino è già a buon punto rispetto alla prima parte del lavoro e sarebbe bello se la conclusione del sesto volume del “Giornale Patrio Villani” trovasse, anche in extremis, un mecenate locale – pubblico o privato – disposto a finanziare la stampa del volume che, per la cronaca, avrebbe un costo in sé niente affatto rilevante; di certo, non si potrebbe pensare di addebitare anche questo costo all’autore del faticoso lavoro di trascrizione… <br />
Una sola considerazione su quanto accaduto finora: con tanti studiosi, scrittori, appassionati di storia locale, nessuno tra i foggiani dotati di preparazione e buona volontà, nei decenni si era mai fatto avanti per fare il lavoro che, alla fine, il solo Pasquale di Cicco intese intraprendere portandolo a termine. Ed oggi, nonostante il peso degli anni, con la vista non più brillante come un tempo e l’impossibilità a utilizzare i moderni mezzi tecnologici, siamo di fronte all’ennesimo sforzo che il decano degli studiosi “foggiani” sta compiendo per donarlo a questa città.<br />
L’ultimo passo, però, tocca farlo ai foggiani. Se davvero amano la loro città, la sua storia, il suo progresso sociale e culturale, devono impedire che questo grande sforzo del dottor di Cicco resti lettera morta.<br />
Ci si attivi subito, attraverso questo Blog e il suo coraggioso fondatore e curatore, perché il sesto volume della Storia di Foggia – raccontato in presa diretta dai componenti della nobile famiglia Villani, tra il 1860 e il 1865 – veda presto la luce.<br />
Al regalo che Pasquale di Cicco fa a Foggia deve corrispondere un sincero ma concreto “Grazie!”. Ma la concretezza deve avere, una volta tanto, anche la faccia di un assegno in euro e non solo le vacue parole di inutile ringraziamento.<br />
<b>Maurizio De Tullio</b><br />
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Accolgo più che volentieri l'appello di Maurizio De Tullio, acché il prezioso lavoro svolto dal dottor Pasquale di Cicco possa vedere la luce nella forma che più gli compete, ovvero quella di un libro. <i>Lettere Meridiane</i> promuoverà nei prossimi giorni le più idonee iniziativa. Amici e lettori che intendano dare una mano per raggiungere questo traguardo, lo facciano sapere, commentando il post oppure scrivendo al blog (<a href="mailto:letteremeridiane@yahoo.com">letteremeridiane@yahoo.com</a>). </div>
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<b>Geppe Inserra</b></div>
Geppe Inserrahttp://www.blogger.com/profile/09987619362341527527noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-6270294453063399087.post-80237665524902631332018-11-11T08:51:00.000+01:002018-11-11T08:51:17.119+01:00Le voci di dentro (di Bruno Caravella)<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi3rb2bVKPfsLv_xkGYtGGOwnKxs_2-D89BsxUsiNfFbQT8Z-inB7NcwsrXWhrDqIvZlEt5gaAo2pC0UygRBUteepA51WpHgWffGKZ3G8ecAcjbyf6uj7c4MOqwWEAEQFcYX6eq0n5jXnU/s1600/WhatsApp+Image+2018-11-04+at+10.38.55.jpeg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="640" data-original-width="1137" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi3rb2bVKPfsLv_xkGYtGGOwnKxs_2-D89BsxUsiNfFbQT8Z-inB7NcwsrXWhrDqIvZlEt5gaAo2pC0UygRBUteepA51WpHgWffGKZ3G8ecAcjbyf6uj7c4MOqwWEAEQFcYX6eq0n5jXnU/s400/WhatsApp+Image+2018-11-04+at+10.38.55.jpeg" width="400" /></a></div>
Diciannove anni fa, alle prime ore del mattino di quell'infausto 11 novembre 1999, si verificò la più immane tragedia vissuta dalla città di Foggia dopo i bombardamenti dell'estate del 1943.<br />
Il palazzo di sei piani situato al civico 120 di viale Giotto crollò improvvisamente, uccidendo 67 persone.<br />
Sessantasette vite spezzate. Sessantasette storie interrotte.<br />
Poeta, cantautore, musicoterapeuta e tante altre cose ancora, <b>Bruno Caravella</b> ha scritto per gli amici e i lettori di Lettere Meridiane il brano che segue, sospeso tra disperazione e speranza, tra morte e vita che verrà. Bellissimo, struggente.<br />
Così Lettere Meridiane ricorda quelle 67 anime volate in Cielo.<br />
<br />
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* * *</div>
<br />
FOGGIA, 11 NOVEMBRE 1999 ORE 3.32 NOTTE<br />
<br />
Mamma! Mamma!<br />
Sono qui, tranquilla piccina!<br />
Ma cos'è, dove siamo?<br />
Calma, calma, vieni qui,<br />
abbracciati a me!<br />
Non senti il silenzio?<br />
Non vedi, è tutto buio.<br />
<br />
FOGGIA 11 NOVEMBRE 1999 ORE 3.45 NOTTE<br />
<br />
È solo un sogno, amore!<br />
Ah, meno male,<br />
che spavento, mammina!<br />
<br />
FOGGIA 11 NOVEMBRE 1999 ORE 4.10 NOTTE<br />
<br />
Che sogno strano, però.<br />
I sogni sono tutti strani,<br />
meravigliosi, misteriosi.<br />
È vero, mammina!<br />
<br />
<a name='more'></a><br /><br />
FOGGIA 11 NOVEMBRE 1999 ORE 4.35 NOTTE<br />
<br />
Una volta ho sognato papà<br />
vestito da astronauta,<br />
faceva mirabolanti capriole<br />
su una luna di carta.<br />
Che buffo!... Mamma?<br />
Cosa c'è?<br />
Papà, dov'è papa?<br />
Ma è notte!<br />
Sai, papà a volte<br />
lavora di notte.<br />
<br />
FOGGIA 11 NOVEMBRE 1999 ORE 4.55 NOTTE<br />
<br />
Oppure è finito<br />
in un altro sogno, già.<br />
Sì, certo cara<br />
ma ora dormi,<br />
ascolta tua madre.<br />
<br />
FOGGIA 11 NOVEMBRE 1999 ORE 5.25 NOTTE<br />
<br />
Mamma?<br />
Cosa c'è adesso?<br />
Tu ci credi agli angeli?<br />
Io ci credo agli angeli?<br />
Ma sì, e ne ho uno vicino<br />
e me lo spupazzo di baci!<br />
<br />
FOGGIA 11 NOVEMBRE 1999 ORE 6.05 NOTTE<br />
<br />
Mammina, perché piangi?<br />
Ma no, è una lacrima birichina<br />
scappata via per la gioia<br />
di baciarti.<br />
Chissà, forse è un sogno sbagliato!<br />
Sicuro, piccola.<br />
Adesso, però, dormiamo<br />
così questo sogno finisce presto.<br />
Domani mattina<br />
ci aspetta la scuola.<br />
Mamma, ma dove siamo?<br />
Dico nel sogno, dove siamo?<br />
Ah, di sicuro nella pancia<br />
di un drago<br />
oppure nelle viscere<br />
di una montagna incantata!<br />
Oh, che bello, che fantasia!<br />
<br />
FOGGIA 11 NOVEMBRE 1999 ORE 6.50 ALBA<br />
<br />
Ho sonno, mammina!<br />
Dormi tesoro, piccina mia!<br />
Buonanotte… mamma?<br />
Dimmi cara!<br />
Tu credi al paradiso?<br />
Sì!<br />
Buonanotte mamma!<br />
Buonanotte!<br />
<br />
<b>Bruno Caravella</b>Geppe Inserrahttp://www.blogger.com/profile/09987619362341527527noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6270294453063399087.post-80372381766226124792018-11-11T08:10:00.000+01:002018-11-11T08:32:01.010+01:00Tragedie meteo e tragedie politiche<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhffFxIhnMuKwEfQ_NYX4g4e0dy6-tsz2GOsWVCMEH-U9ql43Me1CDBuI0o8H8BJhfW2nqhGDb4dSRZsZkh-SiLePENgUKOk2KZJEA-I5_Z72QbyRvzDuTyamCJEwj3_M7y2YC_zBxUTXw/s1600/collage.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="500" data-original-width="960" height="207" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhffFxIhnMuKwEfQ_NYX4g4e0dy6-tsz2GOsWVCMEH-U9ql43Me1CDBuI0o8H8BJhfW2nqhGDb4dSRZsZkh-SiLePENgUKOk2KZJEA-I5_Z72QbyRvzDuTyamCJEwj3_M7y2YC_zBxUTXw/s400/collage.png" width="400" /></a></div>
Punge Madetù, più del solito, con la penna che spazia dai consueti temi politici a quelli d'attualità. Che si intrecciando genialmente nella battuta che conquista l'apertura e la copertina.<br />
La satira corrosiva del nostro disegnatore in versione solo testo fa da contrappasso ad una politica che non trova di meglio che usare le troppe tragedie che stanno sconvolgendo quello che era una volta il Bel Paese, per polemiche di bassa lega, che non affrontano, né risolvono i problemi.<br />
Buona lettura, e buona domenica.<br />
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<b>LA RESA</b></div>
Si è arreso a Reggio Emilia il ndranghetista che aveva preso diverse persone in ostaggio alle Poste.<br />
- Voleva parlare con Salvini e dovrà scontare 19 anni di carcere...<br />
- Mi sembra un po' esagerato. Per parlare con Salvini bastava condannarlo a 4 o 5 anni!<br />
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<b>SICILIANI STRANA GENTE</b></div>
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- Strana gente questi siciliani. Sempre a lamentarsi per quel che non va...</div>
- È una vita che si lamentano perché non hanno l'acqua in casa e adesso che gli arriva in tutte le stanze protestano pure!<br />
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<b>LA FINE DI UN AMORE</b></div>
- Finisce dopo due anni il rapporto sentimentale della Isoardi con Salvini...<br />
- Mi spiace Matteo, ma la pacchia è finita!<br />
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<b>LEPRI E LUMACHE</b></div>
- In Australia un giovane aveva mangiato una lumaca viva ed è morto dopo 8 anni di sofferenze.<br />
- Avesse mangiato una lepre sarebbe morto in mezz'ora!<br />
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<b>SCHELETRI</b></div>
Potrebbe riaprirsi il caso Orlandi.<br />
- Trovati resti umani all'interno della Nunziatura a Roma...<br />
- Sono solo scheletri nell'armadio del Vaticano, finiti chissà come nel giardino.<br />
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<b>RIFIUTI</b></div>
Foggia avrà due Centri per la raccolta del rifiuti.<br />
Uno classico, l'altro per la raccolta dei rifiuti dei 5Stelle.<br />
<div style="text-align: center;">
<b>SCORTE</b></div>
Il ministro dell'Interno ribadisce la necessità di una 'stretta' sulle scorte.<br />
- Salvini ha detto: "Chi non rischia può prendere il taxi"...<br />
- Così saranno i tassisti a chiedere la scorta!<br />
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<b>I GRADI DI LEZZI</b></div>
- La ministra grillina Barbara Lezzi ha detto che il Governo "farà un monitoraggio della informazione scientifica in TV a 370 gradi"...<br />
- Si vede che la Lezzi è una che lavora 25 ore al giorno!<br />
<div style="text-align: center;">
<b>CORONA-GRAFIA</b></div>
Asia Argento sempre più nell'occhio del ciclone.<br />
- Prima per essere stata considerata pedofila, poi falsa paladina dei diritti delle donne abusate, quindi l'esclusione da "X Factor".<br />
- Le sarà venuto un batticuore...?<br />
- Perciò ha pensato di farsi una Corona-grafia.<br />
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<b>ASSOLUZIONE</b></div>
Sabato è arrivata per la sindaca di Roma, Virginia Raggi, "l'assoluzione": il fatto non costituisce reato.<br />
Per Di Maio, Grillo e Di Battista è arrivata invece "la soluzione": distruggere l'informazione.<br />
Per loro il reato è raccontare il fatto.Geppe Inserrahttp://www.blogger.com/profile/09987619362341527527noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6270294453063399087.post-76101571929552924672018-11-10T15:17:00.001+01:002018-11-10T15:17:23.145+01:00Cruz e Bardem grandissimi in "Tutti lo sanno" di Asghar Farhadi<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjXtviHSbsFswI4UYmFM9e7CXkbFCgi2xzIUUkGJkicVHXPBpNw8FLKquCRDbTmjpcTc2KRL-yh7e0O4jbz7fT4LVANTMDb2kupZxyie9PbTv-NWQ6MmPk2KpuvkPPdrOkfNmbwkgwG4io/s1600/tutti_lo_sanno_cinema-1060x530.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="530" data-original-width="1060" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjXtviHSbsFswI4UYmFM9e7CXkbFCgi2xzIUUkGJkicVHXPBpNw8FLKquCRDbTmjpcTc2KRL-yh7e0O4jbz7fT4LVANTMDb2kupZxyie9PbTv-NWQ6MmPk2KpuvkPPdrOkfNmbwkgwG4io/s400/tutti_lo_sanno_cinema-1060x530.jpg" width="400" /></a></div>
È raro che un film, sospeso tra noir, thriller e dramma psicologico e familiare, tenga gli spettatori incollati alle poltrone fino all’ultimo, con la pulsione insopprimibile di sapere come andrà a finire. Succede con <i>Tutti lo sanno</i>, interpretato dalla premiata coppia <b>Penélope Cruz - Javier Bardem</b>. Scritto e diretto dal regista iraniano <b>Asghar Farhadi</b>, il film ha meritatamente aperto l’ultima edizione del Festival di Cannes. Il pubblico foggiano può vederlo a <i>Laltrocinema Cicolella</i> (via Duomo), proiezioni alle 18.00 e alle 20.30.<br />
Come anticipato, la trama è avvincente, ma lo è ancora di più lo sviluppo della storia, raccontata con maestria da Farhadi e magistralmente interpretata dalla coppia di star statunitensi.<br />
Penelope Cruz indossa i panni di Laura, che dall’Argentina torna nel suo paese d’origine, la Spagna, per prendere parte al matrimonio di sua sorella. La donna porta con sé i figli, cui è legatissima, e lascia in patria il marito Alejandro (<b>Ricardo Darin</b>), con cui il rapporto è ormai logorato. Qui Laura ritrova Paco (interpretato da Bardem, marito di Penelope Cruz nella vita di tutti i giorni), amico d’infanzia ed amante per una breve stagione, cui la donna aveva venduto le sue campagne, dove Paco ha impiantato fiorenti e ricchi vigneti. L’atmosfera è calda, intensa, le cerimonia festosa, quando accade l’imponderabile. La figlia di Laura viene rapita.<br />
Le trattative con i rapitori s’intrecciano con il tipico registro narrativa del cinema di Asghar Farhadi (vincitore di due premi Oscar, con <i>Una separazione </i>e con <i>Il cliente</i>), che svela la complessità dei rapporti familiari e alcuni aspetti oscuri del passato di Laura, con cui la donna dovrà fare i conti.<br />
Chi nutriva dubbi sull’efficacia dell’incontro tra un autore complesso come l’iraniano e due divi come Penélope Cruz e Javier Bardem ha di che ricredersi. Il risultato è eccellente.<br />
Penelope Cruz non ha mancato di manifestare la sua soddisfazione per il risultato raggiunto: “Mi piacevano molto i film di Asghar, soprattutto <i>Una separazione</i>, che secondo me è un capolavoro. Asghar mi ha chiamato e mi ha detto che aveva voglia di girare un film in Spagna e che pensava a me per un ruolo. La telefonata di quest'uomo è stata una delle sorprese più belle che abbia ricevuto in tutta la mia carriera. Lo ammiro moltissimo, è uno dei più grandi registi viventi. È un uomo buono, brillante, con una sensibilità fuori dal comune.”<br />
La Cruz ritiene quello di Laura il personaggio più difficile che le sia toccato di interpretare nella sua grande carriera: “Laura è una donna che non ha avuto una vita facile. Ha dovuto prendere decisioni difficili, che coinvolgevano altre persone, e questo le pesa. Ognuno di noi si trascina dietro un bagaglio pieno di esperienze e di traumi. Alcuni di noi più di altri. Laura è una donna che vive con un segreto, e che all'improvviso si ritrova ad affrontare un vero e proprio dramma. Questo la costringe a rivelare il suo segreto e quindi a fare riemergere una serie di cose sepolte che dovevano pesarle enormemente. Per lei è un trauma. È stato senz'altro il personaggio più difficile che io abbia mai dovuto interpretare.”<br />
Un film da vedere. Non perdetelo. A Laltrocinema Cicolella (Foggia), ore 18.00 e ore 20.30.<br />
Qui sotto il trailer.<br />
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<iframe allow="accelerometer; autoplay; encrypted-media; gyroscope; picture-in-picture" allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="https://www.youtube.com/embed/dgnW7RpPKN0" width="560"></iframe>Geppe Inserrahttp://www.blogger.com/profile/09987619362341527527noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6270294453063399087.post-37276958608831700602018-11-09T18:41:00.000+01:002018-11-09T18:41:21.393+01:00Che le parole tornino ad essere di pietra (di Marcello Colopi)<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgx8AMYrFTX6h2h2lPTRbihIUbyJ5S20EQfXlN19UE_ntpKvSryARWjszNzg6SO7ooz8yVnPGzIh04iFaQZXNa00kSknOoY5TlJttTslKk3A4RCNkQuuJ3Pedg8HTv3vTulobp27OPF2Fc/s1600/Keylong-scritte-buddhiste-su-dei-sassi..jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="900" data-original-width="1600" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgx8AMYrFTX6h2h2lPTRbihIUbyJ5S20EQfXlN19UE_ntpKvSryARWjszNzg6SO7ooz8yVnPGzIh04iFaQZXNa00kSknOoY5TlJttTslKk3A4RCNkQuuJ3Pedg8HTv3vTulobp27OPF2Fc/s400/Keylong-scritte-buddhiste-su-dei-sassi..jpg" width="400" /></a></div>
Mai come in questo articolo, <b>Marcello Colopi</b> - sociologo, regista, attore teatrale - tiene fede alla mission per cui è nato il suo periodico appuntamento con gli amici e i lettori di <i>Lettere Meridiane</i>: liberare il pensiero, tornare a riflettere, anche se questo costa difficoltà.<br />
Il brano che state per leggere è soltanto in apparenza una (comunque lucidissima) riflessione sul sempre più frequente <i>uso magico</i> delle parole, sull'attuale comunicazione politica e sull'incidenza che essa ha sulle scelte dell'elettorato. In realtà è una profonda e nobile riflessione sull'etica delle parole, che si indeboliscono quando perdono i loro significati. Accordarsi "sulla parola" era una volta gesto di reciproco rispetto e lealtà. Oggi non è più possibile, perché le parole sono svuotate di senso, e rendono più arduo l'esercizio delle lealtà, della coerenza, della fedeltà.<br />
Agli amici e ai lettori di <i>Lettere Meridiane</i> non soltanto l'invito a leggere con attenzione (mettetevi comodi, prendetevi un quarto d'ora di tempo, leggete dall'inizio alla fine...), ma a dire la loro.<br />
(<i>g.i.)</i><br />
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<span class="s1">Da un po di tempo<span class="Apple-converted-space"> </span>mi si chiede: “sei preoccupato del clima politico?” Rispondo di sì. Ma più che preoccupato sono affascinato. Sì, proprio affascinato dall’uso magico delle parole.<span class="Apple-converted-space"> </span></span></div>
<div class="p1">
<span class="s1">Mi spiego. C’è stato un periodo della nostra storia politica e culturale in cui<span class="Apple-converted-space"> </span>si<span class="Apple-converted-space"> </span>credeva che<span class="Apple-converted-space"> </span>le parole fossero pietre,<span class="Apple-converted-space"> </span>quindi pesanti, forti. Oggi prevale, invece, un uso <i>magico</i> della parola. Un condono diventa “pace fiscale” con buona “pace” di tutti coloro che fino al giorno prima erano contrari al condono, che non è più un condono ma un atto bonario e magnanimo che compie lo Stato: appunto un atto di pace. Un’alleanza di governo che,<span class="Apple-converted-space"> </span>per antonomasia, è<span class="Apple-converted-space"> </span>il massimo dell’alleanza politica, diviene un contratto. La sostanza è la stessa ma cambia, per magia, il significato intrinseco della parola.<span class="Apple-converted-space"> </span></span></div>
<div class="p1">
<span class="s1">Sono affascinato da questa evoluzione continua della parola che oggettivamente mantiene il suo significato (che si chiami pace fiscale o condono il risultato è lo stesso: premia chi ha evaso i tributi ) ma soggettivamente il suo significato cambia, anzi si modifica, in positivo.<span class="Apple-converted-space"> </span></span></div>
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<div class="p1">
<span class="s1">Noi che siamo stati educati in famiglia e nella vita all’idea che le parole sono come pietre e vanno usate con molta attenzione, oggi ci ritroviamo un nuovo paradigma: le<span class="Apple-converted-space"> </span>parole assumono il significato che si vuole dare. Ovviamente il concetto è molto più profondo, perché noi sappiamo che <span class="Apple-converted-space"> </span>il linguaggio è<span class="Apple-converted-space"> </span>frutto di una storia personale e sociale. Anzi, il linguaggio e le parole <span class="Apple-converted-space"> </span>sono pratica sociale perché<span class="Apple-converted-space"> </span>possono<span class="Apple-converted-space"> </span>esercitare un potere immenso: noi diventiamo ciò che diciamo.</span></div>
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<span class="s1">Questa è la magia che<span class="Apple-converted-space"> </span>mi affascina (sì, lo so: si può essere affascinati anche dal male). <span class="Apple-converted-space"> </span>Oggi, molti, sono diventati bravi a fare in modo che<span class="Apple-converted-space"> </span>un’immagine vale mille parole ed una parola vale mille immagini:<span class="Apple-converted-space"> </span>in sostanza è vero tutto ed il contrario di tutto.<span class="Apple-converted-space"> </span>L’esatto contrario<span class="Apple-converted-space"> </span>di ciò che raccontava Carlo<span class="Apple-converted-space"> </span>Levi. <span class="Apple-converted-space"> </span></span></div>
<div class="p1">
<span class="s1">Le parole in sé non sono <span class="Apple-converted-space"> </span>buone o cattive, ma potenzianti o depotenzianti. È questa la nuova pratica sociale del linguaggio, potenziare o depotenziare un concetto dando un valore diverso alle parole o peggio utilizzandole in modo che si adattino<span class="Apple-converted-space"> </span>a concetti diversi. Il meccanismo è semplice, a volte disarmante; tutto si basa nel ripetere all’infinito un concetto semplice,<span class="Apple-converted-space"> </span>frasi ripetute milioni di volte, imposte con<span class="Apple-converted-space"> </span>forza alla gente<span class="Apple-converted-space"> </span>e da queste accettate meccanicamente ed inconsciamente.<span class="Apple-converted-space"> </span>Molto illuminante in tal senso è una intervista ad Alessandro Orlowski uscita nel mese di luglio del 2018<span class="Apple-converted-space"> </span>sulla rivista Rolling Stones. Alessandro Orlowski è un esperto di comunicazione<span class="Apple-converted-space"> </span>italiana di 51 anni che vive in Spagna ed ha studiato la piattaforma social di Salvini non a caso denominata <span class="Apple-converted-space"> </span>“La Bestia”. La comunicazione funziona in questo modo:<span class="Apple-converted-space"> </span>è stato<span class="Apple-converted-space"> </span>creato un sistema che controlla le reti social di Salvini (appunto il sistema chiamato la Bestia) che analizza quali sono i post e i tweet che ottengono i migliori risultati e che tipo di persone hanno interagito. In questo modo possono modificare<span class="Apple-converted-space"> </span>la <span class="Apple-converted-space"> </span>strategia attraverso la propaganda. Un esempio: pubblicano un post su Facebook in cui si parla di immigrazione, e il maggior numero di commenti </span><span class="s2">è</span><span class="s1"> “<i>i migranti ci tolgono il lavoro</i>” . Il successivo post rafforzer</span><span class="s2">à</span><span class="s1"> questa paura.<span class="Apple-converted-space"> </span>Il sistema è stato progettato e gestito da<span class="Apple-converted-space"> </span>Luca Morisi, <i>spin doctor digital </i>della Lega e<span class="Apple-converted-space"> </span>di fatto responsabile della comunicazione di Salvini.<span class="Apple-converted-space"> </span></span></div>
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<span class="s1">Tutto ciò è paurosamente semplice: trovano un nemico politico (nella fattispecie i migranti) iniziano una serie di post che a loro volta ne generano degli altri e altri ancora in modo da invadere le varie piattaforme. Pensate che<span class="Apple-converted-space"> </span>mediamente ogni ora 18mila utenti <span class="Apple-converted-space"> </span>condividono<span class="Apple-converted-space"> </span>un post di Salvini che a sua volta scrive, in media, un post ogni due ore. È stato calcolato che la visibilità di Salvini sui Social corrisponde ad una campagna pubblicitaria che costerebbe 6,8 milioni di euro al mese. In tutto ciò è chiaro che le parole non possono più essere di pietra ma fluide, semplici, intercambiabili.<span class="Apple-converted-space"> </span></span></div>
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<span class="s1">Una volta la politica <span class="Apple-converted-space"> </span>formava classi dirigenti. Cioè quelli che avevano – appunto – il compito di dirigere. <span class="Apple-converted-space"> </span>Guidare la comunità, intuendo la strada dove condurre la società<span class="Apple-converted-space"> </span>anche quando quella via non la vedeva nessuno.<span class="Apple-converted-space"> </span>La politica <span class="Apple-converted-space"> </span>fissava il suo sguardo lontano e sapeva spiegare alle persone che quella era la strada giusta, a volte anche sfidandone le ire, smontandone le incomprensioni, affrontandone coraggiosamente la protesta e le paure.<span class="Apple-converted-space"> </span>Oggi, il successo in politica si muove sulla conferma. Non indico alla comunità la strada ma <span class="Apple-converted-space"> </span>liscio il pelo alla comunità delle urla, quindi le parole dei leaders “devono essere semplici” <span class="Apple-converted-space"> </span>facilmente replicabili da tutti; concetti e parole intercambiabili e soprattutto replicabili. Ecco cosa mi affascina: Il nulla.</span></div>
<div class="p1">
<span class="s1">Svelato l’arcano. Sono affascinato da questi signori come quando da bambino andavo al circo con mio padre; vedevo il mago che trasformava il cilindro in uccello ed esclamavo “ Ohh!!!” <span class="Apple-converted-space"> </span></span></div>
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<span class="s1">Mio padre mi diceva:”sì è bravo, perché ti nasconde il trucco”.<span class="Apple-converted-space"> </span></span></div>
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<span class="s1">Tutto ciò non è nuovo, anzi oggi come ieri, ognuno di noi influenza ed è influenzato dalla comunicazione: siamo influenzati dalle parole che condividiamo con gli altri, e modifichiamo così il nostro stare al mondo. In sostanza le parole ed il linguaggio hanno dei padroni perché esse sono strumento di potere. Per spiegarmi farò riferimento al teatro ed in particolare ad un testo teatrale a cui per varie ragioni sto lavorando: <i>Alice nel paese delle meraviglie</i> di Lewis Carroll. In questo testo<span class="Apple-converted-space"> </span>vi è un<span class="Apple-converted-space"> </span>dialogo tra Alice e Humpty Dumpty, il goffo personaggio a forma di uovo. La bambina non capisce le parole di Humpty Dumpty, che si spiega così: “<i>Quando io mi servo di una parola, quella parola significa quello che piace a me, né più né meno.”</i></span></div>
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<span class="s1">Cosi la nostra Alice comprende<span class="Apple-converted-space"> </span>che le parole possono avere tanti significati, ma la conclusione del suo bizzarro interlocutore è una lezione di potere che solo la leggerezza della fiaba poteva impartire: “<i>quando faccio fare a una parola un simile lavoro, la pago sempre di più</i>.”</span></div>
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<span class="s1">Questo rivela la forza delle parole e il desiderio del potere di impadronirsene. Esiste un apprendimento tramite le parole usate dal potere. È innegabile che ciò avvenga, ma il punto fondamentale ora non questo bensì le strategie da mettere in campo per fronteggiare questo uso spregiudicato del Potere? Che parole usare? Con quali mezzi?<span class="Apple-converted-space"> </span>Per cercare di cambiare l’attuale<span class="Apple-converted-space"> </span>Potere, dobbiamo comprendere quali mezzi<span class="Apple-converted-space"> </span>usa, con quali strategie. Torna d’attualità l’insegnamento di don Lorenzo Milani che in una lettera <span class="Apple-converted-space"> </span>del 20 maggio 1956 scriveva: «<i>Ciò che manca ai miei piccoli allievi è<span class="Apple-converted-space"> </span>il dominio della parola</i>». Solo che oggi non è <span class="Apple-converted-space"> </span>la conoscenza delle “parole” a fare la differenza ma come esse sono usate. <span class="Apple-converted-space"> </span></span></div>
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<span class="s1">Il primo impegno è fare in modo che tornino ad essere pietra. Le parole sono pietra quando raccontano idealità, impegno, coraggio e soprattutto quando esse valgono per tutti e tutti si riconoscono in esse. Le parole vere raccontano di persone che sanno affrontare con motivazione etica la propria vita e che di fronte alle sconfitte, alle avversità e alle frustrazioni sono capaci di non perdere la speranza. Le parole sono forti quando<span class="Apple-converted-space"> </span>contengono elementi di speranza e sanno<span class="Apple-converted-space"> </span>guardare con fiducia al futuro nonostante<span class="Apple-converted-space"> </span>il passato e il presente siano faticosi.</span></div>
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<span class="s1">Dal punto di vista umano e sociale<span class="Apple-converted-space"> </span>significa che di fronte alla salita, io ho deciso che quella fatica può e deve essere affrontata con forza ed impegno perché nelle mie priorità c’è un fortissimo desiderio di <span class="Apple-converted-space"> </span>un progetto<span class="Apple-converted-space"> </span>di società migliore, inclusiva e solidale. Dare il valore alle parole e alle idee che esse raccontano<span class="Apple-converted-space"> </span>significa, in ultima analisi, riscoprire<span class="Apple-converted-space"> </span>lo scopo profondo <span class="Apple-converted-space"> </span>del nostro<span class="Apple-converted-space"> </span>vivere, avendo<span class="Apple-converted-space"> </span>la forza di<span class="Apple-converted-space"> </span>metabolizzare <span class="Apple-converted-space"> </span>la <span class="Apple-converted-space"> </span>fatica trasformandola in un importante mattoncino di speranza e di cambiamento del nostro piccolo mondo.</span></div>
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<span class="s1">Solo cosi possiamo scoprire il trucco di questi incantatori di circo. Dare un senso alla nostra vita che è raccontata da parole che sono pietra.<span class="Apple-converted-space"> </span></span></div>
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<span class="s1"><b>Marcello Colopi<span class="Apple-converted-space"> </span></b></span></div>
<br />Geppe Inserrahttp://www.blogger.com/profile/09987619362341527527noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6270294453063399087.post-2483511088001186712018-11-06T16:32:00.001+01:002018-11-06T16:35:09.555+01:00La storia dimenticata: Maria De Nittis<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgtgp6EFAUdgFHqAV48xaQfg6UVATkYHqrkd2LJbNPJWkZj4rXFwPGPMekA0-C1haH6wCFGSRzVyaoVLg2lk-FNLh8u3suihrx5t-FSW-hVcYMhXMzImqpPSDLYszK_ABMamVK8iIvRPbI/s1600/mariadennits.png" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="600" data-original-width="857" height="280" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgtgp6EFAUdgFHqAV48xaQfg6UVATkYHqrkd2LJbNPJWkZj4rXFwPGPMekA0-C1haH6wCFGSRzVyaoVLg2lk-FNLh8u3suihrx5t-FSW-hVcYMhXMzImqpPSDLYszK_ABMamVK8iIvRPbI/s400/mariadennits.png" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Maria De Nittis</td></tr>
</tbody></table>
La provincia di Foggia pagò un altissimo tributo di vite umane alla Grande Guerra. In uno studio del 1925 condotto sui dati ufficiali del Governo, il demografo <b>Giorgio Mortara</b> calcolò in 5.287 il numero delle vittime del conflitto provenienti dal Distretto Militare del capoluogo dauno. Una enormità, superiore, per quanto riguarda la Puglia, perfino a Bari (4.752 vittime) e a Taranto (4.989).<br />
Il dato è frutto di una stima, probabilmente per difetto, perché successivi accertamenti hanno concluso che non tutti i caduti erano stati effettivamente conteggiati nei dati ufficiali governativi.<br />
Le recenti celebrazioni del centenario della <i>“Vittoria”</i> hanno riconosciuto le dimensioni e la portata di questa immane tragedia, voluta proprio da un dauno, il presidente del Consiglio <b>Antonio Salandra</b>, originario di Troia.<br />
È dunque il caso di ricordare e di esaltare anche quanti si sono adoperati per alleviare la sofferenza, il dolore, la miseria che fecero da <i>pendant</i> a tutte le guerre, a cominciare dal ruolo svolto dalle donne.<br />
Le donne foggiane e pugliesi ebbero una funzione importante, come viene ricordato ne <i>L’almanacco italiano</i> del 1917. La pubblicazione (che potete <a href="https://ia902608.us.archive.org/35/items/almanaccoitalian22floruoft/almanaccoitalian22floruoft_bw.pdf">scaricare integralmente qui</a>) era un supplemento del giornale <i>Il popolo romano</i>, e veniva offerta in omaggio agli abbonati.<br />
Secondo quanto vi si legge, il movimento femminista sarebbe nato proprio in questa drammatica stagione.<br />
In un ampio capitolo intitolato <i>Un anno di femminismo</i> (il sommario: <i>l’Italia ha dato alla guerra un forte e generoso contributo </i><i>di energie femminili</i>) si trovano riferimenti precisi all’impegno delle donne meridionali, tra le quali le pugliesi furono protagoniste: “l’opera di assistenza femminile per la guerra si affermò in modo veramente insperato nel mezzogiorno, ove si crede la donna schiava di falsi e ipocriti preconcetti antiquati. Bari, Lecce, Trani, Foggia, Catania, Siracusa, istituirono corsi d'infermiere e comitati di soccorso che tutti funzionarono con regolarità perfetta. La guerra distrusse quel torpore un po' scettico nel quale si era cullata fin qui la donna meridionale e ne rivelò le straordinarie attitudini di ordine e di energia.”<br />
Il redattore conclude la sua analisi domandandosi se, dopo essersi comportate in modo così benemerito, le donne non intendessero rivendicare il proprio diritto di voto, che venne loro riconosciuto, ma soltanto decenni dopo.<br />
A Foggia operò una giovane donna, <b>Maria De Nittis</b>, che si distinse per le sue azioni a favore di quanti la guerra aveva ferito, o reso orfano e ridotto in condizioni di estrema povertà. Fervente cattolica, fondò l’<i>Albergo dei Piccoli</i>, istituzione caritatevole, che accoglieva gli orfanelli di guerra.<br />
I bambini erano al centro del suo impegno, Maria era solita organizzare festicciole a favore dei minori poveri, in occasione delle feste. Diresse inoltre l’<i>Ufficio Notizie</i>, che era un’istituzione civile preposta a dare informazioni ai congiunti dei soldati che si trovavano al fronte. Per questa sua attività, venne insignita di una medaglia d’argento di benemerenza, dalla presidente dell’Ufficio Centrale, che si trovava a Bologna.<br />
Morì giovane, colta dall’epidemia di febbre spagnola che colpì con particolare virulenza la Capitanata. Come ricorda <b>Francesco Barbato</b> in un articolo comparso sulla <i>Gazzetta del Mezzogiorno</i>, “in provincia di Foggia furono migliaia le persone contagiate dal morbo (che in tutta Italia fece 600.000 vittime) e che morirono.”<br />
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La scomparsa della giovane donna destò viva sensazione in città. Il sindaco Vaccarella, che presiedeva il Comitato di Organizzazione Civile di cui Maria era stata una delle più attive componenti, fece affiggere un accorato manifesto: “È vivo e recente in tutti noi il ricordo dell'opera di Lei, prestata a favore del Comitato di Organizzazione Civile e nello interesse di quanti avevano bisogno di una parola buona, di un aiuto pecuniario: opera, che risvegliava la nostra ammirazione per lo zelo, l'amore, la pietà con cui veniva svolta. Martire della sua stessa bontà, che non l'arrestava dinanzi ad alcun sacrificio personale,<span style="white-space: pre;"> </span>sempre prima in ogni attività di bene, schiva di lodi e sollecita solo a meglio oprare, la grande Benefattrice, dall'anima squisita e dal cuore pronto, è morta e noi la piangiamo tristi e smarriti per la sua scomparsa. Assolviamo il debito di gratitudine che abbiamo verso di Lei e circondiamo il suo feretro della nostra venerazione.”<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgljdQsLUQxTuCCIMIhVKL8-4AzxzydSTUthSTT2ZmLCiM4WB9sotd-UaLAehFQGxr7iBF61tVTAKoC2MyhALswfdxhmEfUNjrFjBCSIELaQOejId2DquqqjRlngM3XKg5vTjkqPNq_9pY/s1600/Schermata+2018-11-06+alle+16.27.39.png" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="600" data-original-width="931" height="257" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgljdQsLUQxTuCCIMIhVKL8-4AzxzydSTUthSTT2ZmLCiM4WB9sotd-UaLAehFQGxr7iBF61tVTAKoC2MyhALswfdxhmEfUNjrFjBCSIELaQOejId2DquqqjRlngM3XKg5vTjkqPNq_9pY/s400/Schermata+2018-11-06+alle+16.27.39.png" width="400" /></a></div>
<b>Carlo Alberti,</b> redattore del giornale cittadino <i>“Lampo”</i> si spinse ancora oltre, nel tessere l’elogio della scomparsa: “Il giorno 20 del corrente mese moriva una santa, Maria De Nittis fu Salvatore. Concepita la missione della vita del più sublime significato, la concezione consacrò col sagrificio di sè nella pietà e nell' assistenza pel simile. Nella diuturna opera faticosa, continua, senza dubbio era sorretta da potere divino. Mai ella manifestò stanchezza a sera, mai non sorrise al bisognoso che le chiedeva soccorso. Stanca, estenuata, soccorreva e sorrideva pel dovere che compiva. Fu una vera santa.”<br />
Le sue spoglie mortali riposano al Cimitero di Foggia nella tomba di famiglia che la stessa Maria aveva fatto edificare per onorare la memoria di suo padre Salvatore, dalla caratteristica pianta ottagonale, che ancora oggi costituisce una delle tombe più belle del camposanto.<br />
Purtroppo come spesso accade a Foggia di questa grande donna non resta memoria. Non c’è neanche una strada che la ricordi (la traversa di corso Cairoli che si chiama via De Nittis risale all’Ottocento, e dunque preesisteva), non si ha traccia della lapide che il Comitato di Organizzazione Civile decise di murare sulla facciata del palazzo in cui la giovane donna aveva prestato la sua opera.<br />
Di lei restano una biografia, scritta da <b>Virgilio Guarducci </b>e un’interessante ricerca scolastica, realizzata dagli alunni della <i>V E/F dell’8° Circolo Didattico San Pio X di Foggia</i> (anno scolastico 2003-2004) e coordinata dalla bibliotecaria dell’istituto, <b>Rita Scolaro</b>.<br />
La pubblicazione è disponibile su Reciproca, la rete civica della Provincia di Foggia grazie ad <b>Antonio De Cosmo</b>, già funzionario della Biblioteca Provinciale e fondatore della rete (<a href="http://www.reciproca.it/">www.reciproca.it</a>). Potete scaricare la pubblicazione in pdf, <a href="https://www.dropbox.com/s/zksg2h70b5slqt9/denittisb.pdf?dl=0">cliccando qui</a>.<br />
“Ciò che ci ha colpito - scrivevano i diligenti scolari, che saranno ormai tutti laureati o quasi… - è stata la scarsa conoscenza dei nostri studiosi odierni su questa donna che tanto bene operò e che persone come Mons.Cavotta, il Sindaco Vaccarella, il Provveditore agli Studi, Cav. Paolo Roseti e altri decantarono.”<br />
Quanto è vero…<br />
G.I.<br />
<div>
<br /></div>
Geppe Inserrahttp://www.blogger.com/profile/09987619362341527527noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6270294453063399087.post-32233938545911966352018-11-04T16:45:00.001+01:002018-11-04T16:45:10.237+01:00Sensi, controsensi e perdita di sensi (di Maurizio De Tullio)<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhNy2F1jnFy7jRPtye1V4dnR2h9A-rGL-S4eUwORV4bJDWJvF2E-ciIkXG1r9W-CDL2JhAEBRzhyXROiPSb7kxfWpPtc814Ny8ecwKuvVHNEKliK4R24O7ppGqpP5KDy2S2E3UbIZbaZRM/s1600/madetucalembour.png" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="912" data-original-width="1600" height="227" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhNy2F1jnFy7jRPtye1V4dnR2h9A-rGL-S4eUwORV4bJDWJvF2E-ciIkXG1r9W-CDL2JhAEBRzhyXROiPSb7kxfWpPtc814Ny8ecwKuvVHNEKliK4R24O7ppGqpP5KDy2S2E3UbIZbaZRM/s400/madetucalembour.png" width="400" /></a></div>
<b>Maurizio De Tullio</b>, in arte <i>Madetù</i>, fa uno splendido regalo agli amici e ai lettori di <b>Lettere Meridiane</b>, offrendo loro, in anteprima, una divertente raccolta di <i>calembour</i> che fanno parte di un libro di vignette, freddure e giochi di parole che sarà presto presto in libreria.<br />
L’autore garantisce che tutte le battute presenti in questo testo – come nelle precedenti e future rubriche ospitate da <i>Lettere Meridiane</i> - sono di sua ideazione. Trattandosi di giochi di parole, può accadere, però, che alcune possano essere state scritte in passato anche da altri autori. Va, dunque, inteso che non si sarà trattato di copiatura ma di fortuita coincidenza. In ogni caso fanno fede, per quanto riguarda l’autore Maurizio De Tullio, le date di archiviazione dei propri testi e delle proprie vignette.<br />
Buona lettura, e leggete con calma e con attenzione. Sono <i>calembour</i> che mettono sorriso e buon sangue. Tutti da gustare.<br />
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* * *</div>
<div style="text-align: left;">
<b>MISTERO DELLA FEDE</b></div>
Anello scomparso in chiesa<br />
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* * *</div>
<b>FAHRENHEIT</b><br />
Sismologi inglesi che tirano tardi<br />
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* * *</div>
<b>AGOPUNTURA</b><br />
Incidente sul lavoro tipico dei sarti<br />
<div style="text-align: center;">
* * *</div>
<b>ORTOGRAFIA</b><br />
Scrittura di chi ha il pollice verde<br />
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* * *</div>
<b>LETTERA CIRCOLARE</b><br />
O<br />
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* * *</div>
<b>CAPRA CAPRA CAPRA</b><br />
Gregge privato di Vittorio Sgarbi<br />
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* * *</div>
<b>SALTIMBOCCA ALLA ROMANA</b><br />
Consiglieri comunali di Roma che contestano la Raggi<br />
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* * *</div>
<b>RAGGI X</b><br />
Sindaco i cui difetti si vedono (anche) in trasparenza<br />
<div style="text-align: center;">
* * *</div>
<b> FRUTTO DELLA PASSIONE</b><br />
Spermatozoi<br />
<div style="text-align: center;">
* * *</div>
<b>ALLENAMENTO</b><br />
Dire bugie in palestra<br />
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* * *</div>
<b> SESSUOLOGA</b><br />
Psicologa del cazzo<br />
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* * *</div>
<b> MINESTRA</b><br />
Cibo alternativo alla finestra<br />
<div style="text-align: center;">
* * *</div>
<b>TRENTINO</b><br />
Lo disse Dio: “Ho fatto Trento, facciamo Trentino!”<br />
<div style="text-align: center;">
* * *</div>
<b>SCISSIONE</b><br />
Sport praticato soprattutto a sinistra<br />
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* * *</div>
<b>NEO FASCISMO - 1</b><br />
Punto nero sulla pelle degli italiani<br />
<div style="text-align: center;">
* * *</div>
<b>NEO-FASCISMO - 2</b><br />
Pericoloso difetto che non si manifesta sulla pelle ma nel cervello<br />
<div style="text-align: center;">
* * *</div>
<b>CUNEO FISCALE</b><br />
Squadra piemontese che non fa sconti a nessuno<br />
<div style="text-align: center;">
* * *</div>
<b>METEORISMO</b><br />
Perturbazione di aria calda<br />
<div style="text-align: center;">
* * *</div>
<b> BI-LINGUISMO</b><br />
Approccio sessuale con straniera<br />
<div style="text-align: center;">
<b>* * *</b></div>
<b>POLIZIOTTO DI VICINATO</b><br />
Quel bastardo del terzo piano<br />
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* * *</div>
<b>SUPERIORITA’ NUMERICA</b><br />
90-60-90 e 27<br />
<div style="text-align: center;">
* * *</div>
<b>PORCO CANE</b><br />
Animale transgender<br />
<div style="text-align: center;">
* * *</div>
<b> SOTTOTENENTE</b><br />
Gay in caserma<br />
<div style="text-align: center;">
* * *</div>
<b>ORTODOSSI</b><br />
Religiosi testardi che coltivano la campagna<br />
<div style="text-align: center;">
* * *</div>
<b> LUOGHI DEL CUORE</b><br />
Reparti di Cardiologia<br />
<div style="text-align: center;">
* * *</div>
<b>PARENTI SERPENTI</b><br />
Famiglia di rettili<br />
<div style="text-align: center;">
* * *</div>
<b> INPIANTO A GAS</b><br />
Motore nazista<br />
<div style="text-align: center;">
<b>* * *</b></div>
<b>SCOPPIO RITARDATO - 1</b><br />
Petardo balengo<br />
<div style="text-align: center;">
* * *</div>
<b> SCOPPIO RITARDATO - 2</b><br />
Boom economico del Governo Conte previsto per il 2037<br />
<div style="text-align: center;">
* * *</div>
<b>SERVIZI SEGRETI</b><br />
Agenti che pisciano di nascostoGeppe Inserrahttp://www.blogger.com/profile/09987619362341527527noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-6270294453063399087.post-91303593756214236742018-11-04T08:23:00.000+01:002018-11-04T08:27:49.205+01:00Il libro-denuncia di Marco Esposito: Zero al Sud<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjvJ7HegMWxlccWDwXBhmGYlQNcgGJwfUNr_Yvp1UBC2O7vzZOGfC3Kq6pjraPVK133CBXAyqB0wrpgZAKXJLLdQvwW48lluJPu2yMdRuSx_zy5lAfyMhR40_F25g4ftdg7krRbmy2JlOU/s1600/copertinaesposito.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="907" data-original-width="1440" height="251" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjvJ7HegMWxlccWDwXBhmGYlQNcgGJwfUNr_Yvp1UBC2O7vzZOGfC3Kq6pjraPVK133CBXAyqB0wrpgZAKXJLLdQvwW48lluJPu2yMdRuSx_zy5lAfyMhR40_F25g4ftdg7krRbmy2JlOU/s400/copertinaesposito.jpg" width="400" /></a></div>
Il federalismo fiscale è stato l’ennesima fregatura per il Sud: ha acuito il divario economico e sociale con il resto dell’Italia, ha aggravato la questione meridionale e, quel che è peggio, ha determinato la rinuncia dello Stato a garantire, come vuole la Costituzione, servizi e risorse in misura eguale per tutti i cittadini.<br />
Questo è quanto emerge dal saggio <i>“Zero al Sud”</i> di <b>Marco Esposito</b>, caposervizio del quotidiano napoletano <i>Il Mattino</i>, tra i giornalisti più attenti e più rigorosi nell’esame della questione meridionale.<br />
Il libro, che sarà presentato a Manfredonia e a Foggia il 10 e l’11 novembre, ha il pregio di dare voce non solo ad una narrazione approfondita ed autentica del Mezzogiorno, ma anche di spiegare, cifre alla mano, come e perché il federalismo fiscale ha aggiunto al danno la beffa, condannando il Sud ad un contesto di sottosviluppo dal quale sarà sempre più difficile tirarsi fuori.<br />
A presentare il volume, assieme a <b>Marco Esposito</b>, saranno lo scrittore <b>Raffaele Vescera</b> e il giornalista <b>Geppe Inserra</b>, direttore del blog <i>“Lettere Meridiane”</i>. L’incontro di Manfredonia si svolgerà presso le ex Fabbriche San Francesco (via S. Francesco, 74-76) alle ore 18.00 del 10 novembre, quello di Foggia domenica 11, in via La Rosa, 15 (angolo c.so Cairoli) alle ore 11:00. La manifestazione sipontina si avvale del patrocinio del Comune di Manfredonia.<br />
Si tratta di un importante appuntamento di riflessione e di confronto, perché il libro di Marco Esposito, che si avvale della introduzione dell’economista <b>Gianfranco Viesti</b> e reca quale illuminante sottotitolo <i>“La storia incredibile (e vera) dell’attuazione perversa del federalismo fiscale”</i>, è uno strumento indispensabile per capire lo stato dell’arte della questione meridionale alla vigilia del “regionalismo differenziato” che porterà maggiori risorse alle regioni che hanno intrapreso il percorso autonomista come il Veneto, la Lombardia e l’Emilia Romagna, e ancora minori risorse per il Mezzogiorno.<br />
<a name='more'></a><br />
Come si legge nella quarta di copertina di <i>“Zero al Sud”</i>, "per quindici decenni si è discusso della <i>"questione meridionale"</i>. Ma con il federalismo fiscale il quadro è cambiato. Lo Stato ha misurato, comune per comune, costi e servizi con lo scopo di attribuire a ciascun territorio le risorse corrette. I conteggi hanno dato un risultato inatteso: si pensava di far emergere la cattiva spesa del Sud e ci si è ritrovati davanti al dettaglio del profondo divario tra le due Italie. L'uguaglianza ha un costo miliardario e così si è imboccata la scorciatoia di piegare le regole in modo da attribuire al Sud meno diritti e meno soldi.”<br />
È questa la perversa filosofia che sorregge il regionalismo differenziato in salsa nordista, rivelata e smascherata senza appello dal prezioso lavoro di <b>Marco Esposito</b>.Geppe Inserrahttp://www.blogger.com/profile/09987619362341527527noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6270294453063399087.post-59410901672303402062018-11-03T10:48:00.000+01:002018-11-03T10:49:01.809+01:00Sessantuno anni fa moriva Giuseppe Di Vittorio<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiwlLvlKOryy12IaeMWkOqUIFY0VL4TrM7ptthl6atIrXwBvr2fQOwbIOCpXebSbkIgVV1NwRKJ6-fQLXmEqdxmY563qpW2-iK7vjyXGJgaSNSiGuKmJob8GNAmFYC3OL4WT9wN48ICUA0/s1600/Schermata+2018-11-03+alle+10.00.36.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="760" data-original-width="1344" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiwlLvlKOryy12IaeMWkOqUIFY0VL4TrM7ptthl6atIrXwBvr2fQOwbIOCpXebSbkIgVV1NwRKJ6-fQLXmEqdxmY563qpW2-iK7vjyXGJgaSNSiGuKmJob8GNAmFYC3OL4WT9wN48ICUA0/s400/Schermata+2018-11-03+alle+10.00.36.png" width="400" /></a></div>
Sessantuno anni fa moriva <b>Giuseppe Di Vittorio</b>, il grande sindacalista di Cerignola che guidò la Cgil e la Federazione Sindacale Mondiale, e fu deputato nella circoscrizione Bari-Foggia, prima nelle file del Psi quindi, dopo la scissione di Livorno, in quelle del Pci, ricoprendo anche l'incarico di deputato costituente.<br />
È il caso di ricordarlo con commozione e rimpianto, in questa Italia sempre più dimentica delle sue radici, del suo passato, della sua grande tradizione democratica.<br />
Il cuore di Di Vittorio cessò di battere alle 18.20 del 3 novembre 1957 in un albergo di Lecco, dopo che, in mattinata, aveva inaugurato la sede della Camera del Lavoro e parlato ai quadri sindacali.<br />
Venne stroncato da un infarto: ne aveva superato un altro soltanto 13 mesi prima. Dopo un periodo di riposo, si era rituffato nel lavoro e nella lotta per la difesa dei diritti dei lavoratori, con l'impegni e la tenacia che lo accompagneranno fino alla fine della sua vita.<br />
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiUv87W5qDccXIne1JdxaKTj6AxTrMHdOEQytXzNg53EXfj63RlKnt3vZ5T7D5TanNDVcxQiXeBj-ef_JXpuG33xymbc1wEDBSosro92whLAuNhgYyamHJEsiUQGi89xTyYGgnmk-U5q3BJ/s1600/Schermata+2017-11-03+alle+11.56.42.png" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="511" data-original-width="381" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiUv87W5qDccXIne1JdxaKTj6AxTrMHdOEQytXzNg53EXfj63RlKnt3vZ5T7D5TanNDVcxQiXeBj-ef_JXpuG33xymbc1wEDBSosro92whLAuNhgYyamHJEsiUQGi89xTyYGgnmk-U5q3BJ/s400/Schermata+2017-11-03+alle+11.56.42.png" width="297" /></a>La sua scomparsa destò viva sensazione negli ambienti politici e sindacali di tutto il mondo.<br />
“Scompare con Giuseppe Di Vittorio una purissima figura di militante per la emancipazione del lavoro, un figlio del bisogno e della lotta che, semplice tra i semplici, combattente tra i combattenti, è stato primo tra i primi nella difesa degli umili e degli oppressi, irriducibile avversario del privilegio, alfiere della causa del socialismo e della libertà,” scrisse la direzione del Pci, sulla prima pagina de <i>L’Unità</i>, che il giorno dopo uscì listata a lutto.<br />
Agli amici e ai lettori di <i>Lettere Meridiane</i> in regalo quello storico numero del giornale del Pci, che comprende anche una dettagliata biografia del sindacalista di Cerignola. Potete scaricarlo <a href="https://www.dropbox.com/s/l8mugrdtr3ksm4m/unita_divittorio.pdf?dl=0">cliccando qui</a>.Geppe Inserrahttp://www.blogger.com/profile/09987619362341527527noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6270294453063399087.post-88934117274980844032018-11-03T10:45:00.002+01:002018-11-03T10:56:22.368+01:00Come il governo giallo-verde ha festeggiato Halloween<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgfUlJxouES2hhBevw63AmCqP9tjz_8oH4YPnwM2Z106Wk78Px81A8ZDgmyIeMrFQdE7xeO1BtEMPraCjuhY08qn5RVxM7u64miVfBJc_mBKrpqEBVGQLh4nIwZCg4dncUqluEOl4ZqQeo/s1600/dolcetto.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="827" data-original-width="1240" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgfUlJxouES2hhBevw63AmCqP9tjz_8oH4YPnwM2Z106Wk78Px81A8ZDgmyIeMrFQdE7xeO1BtEMPraCjuhY08qn5RVxM7u64miVfBJc_mBKrpqEBVGQLh4nIwZCg4dncUqluEOl4ZqQeo/s400/dolcetto.png" width="400" /></a></div>
Più sintetica ma anche più pungente del solito la striscia settimanale di Madetù, il nostro disegnatore satirico in versione solo testo. <i>Calembour</i> a tutto spiano, che vanno dal delizioso gioco di parole sugli "aghi" di pino che hanno sommerso Foggia dopo il forte vento degli scorsi giorni, a quello sul modo con cui il vicepremier Salvini ha festeggiato Halloween, che conquista la copertina. Da non perdere le battute sulla bizzarra misura prevista nella Finanziaria, che prevede l'assegnazione di terre dello Stato alle famiglie che fanno il terzo figlio.<br />
Buon divertimento, e buona settimana.<br />
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* * *</div>
<div style="text-align: center;">
<b>MALTEMPO</b></div>
- Dopo il maltempo dei giorni scorsi, Foggia è letteralmente invasa dagli aghi di Pino...<br />
- E quanne l'arrestene a stu drugate?<br />
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<b>FIGLI E CAVOLI</b></div>
- Tra le misure contenute nella Legge di bilancio la Lega ha previsto la terra gratis per chi fa figli.<br />
- Servirà per farli nascere sotto il cavolo?<br />
<div style="text-align: center;">
<b>LA TAVIATA</b></div>
- Sulla TAV il ministro Toninelli è stato chiaro.<br />
- Ha detto che chiederà alla Francia di bloccare l'opera...<br />
- Quale opera? La "TAViata"?<br />
<div style="text-align: center;">
<b>SANTI IN PARADISO</b></div>
- Il nuovo direttore del Tg2 è Sangiuliano.<br />
- Poi dice che non entri in Rai se non hai Santi in paradiso!<br />
<div style="text-align: center;">
<b>HALLOWEEN</b></div>
Anche la Lega festeggia Halloween.<br />
Visto Salvini bussare a casa Di Maio e chiedere: "Dolcetto o moschetto?".<br />
<div style="text-align: center;">
<b>LA TERRA E L'ERBA</b></div>
Misure del Governo gialloverde per sostenere i giovani.<br />
- "Fate figli e avrete la terra".<br />
- Ma a noi basta avere l'erba!<br />
<div style="text-align: center;">
<b>CONCENTRAZIONE E CONCENTRAMENTO</b></div>
Prove tecniche di Fascismo.<br />
- Voi nuovi fascisti siete quelli che non hanno bisogno nemmeno di 5 minuti per concentrarvi sulle false notizie o sulla complessità dei problemi...<br />
- Voi invece amate concentrarvi? Tranquilli. Avrete presto un bel campo di concentramento.Geppe Inserrahttp://www.blogger.com/profile/09987619362341527527noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6270294453063399087.post-20043042727422631802018-11-01T18:41:00.000+01:002018-11-01T18:41:00.411+01:00Ex Ippodromo, basta coi veleni, ci vuole buonsenso (di Geppe Inserra)<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEib135nI2nUi2876tg-VddE8da0ens9UTfwTkSuEQpylSxTwiTQ0S4zehFMMKkrTOUeec5HHcONvDMMq51geOi7VfASRZ0cvsQuYTkxhQjuvGHoDrEerxUlLRMZBnl2t811R14MvdSn8ec/s1600/Schermata+2018-11-01+alle+18.28.35.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="619" data-original-width="1000" height="247" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEib135nI2nUi2876tg-VddE8da0ens9UTfwTkSuEQpylSxTwiTQ0S4zehFMMKkrTOUeec5HHcONvDMMq51geOi7VfASRZ0cvsQuYTkxhQjuvGHoDrEerxUlLRMZBnl2t811R14MvdSn8ec/s400/Schermata+2018-11-01+alle+18.28.35.png" width="400" /></a></div>
Dopo anni di incomprensioni reciproche, se non proprio di muro contro muro, speriamo che sulla vicenda dei Campi Diomedei e del Deposito Cavalli Stalloni di Foggia sia giunto il momento del confronto costruttivo. Non induce all’ottimismo la rabbiosa reazione del sindaco di Foggia al dietro front della Soprintendenza ai Beni Culturali che, revocando l’autorizzazione concessa soltanto qualche mese fa, ha di fatto bloccato i lavori di realizzazione dei Campi Diomedei. Franco Landella è deciso ad adire le vie giudiziarie: non solo il Tar, ma perfino la Procura della Repubblica. Invece occorrerebbe prudenza, e forse sarebbe utile più che mai il sollecito insediamento di un “tavolo” che metta a confronto le diverse parti e i diversi interessi, e cerchi di contemperarli in una visione comune.<br />
A beneficio dei non addetti ai lavori o di quanti non avessero seguito tutte le puntate della telenovela, cerchiamo di ricostruire la vicenda. Il Comune di Foggia e la Regione Puglia, che a tal fine ha donato il suolo, sono intenzionati a realizzare nell’area dell’ex ippodromo (che una volta era il galoppatoio del Deposito Cavalli Stalloni) un parco polivalente, denominato Campi Diomedei. Un progetto importante, dal costo importante (quasi cinque milioni di euro): l’intervento si estende su 23 ettari destinati ad ospitare quattro distinte aree: l’orto botanico, l’area archeologica, lo spazio equestre riservato all’Istituto Regionale di Incremento Ippico (che è la denominazione assunta dal Deposito Cavalli Stalloni dopo il trasferimento delle competenze alle Regione), l’anfiteatro per gli eventi e gli spazi didattici. Un’opera fondamentale per il futuro della città.<br />
<a name='more'></a><br />
I lavori sono stati avviati dalla scorsa primavera ed il cantiere era in piena attività prima del brusco stop imposto dalla Sovrintendenza, che ha agito in regime di “autotutela”, verosimilmente per il timore che l’autorizzazione a suo tempo rilasciata potesse avere qualche vizio di legittimità. Di conseguenza l’autorizzazione è stata revocata, dopo un intervento del Direttore Generale del Ministero che ha chiesto di riesaminare il progetto e la stessa autorizzazione.<br />
Esulta il Comitato Pro Iriip, combattivo gruppo della società civile (molto vicino al M5S di Foggia), che aveva sempre avversato l’idea dei Campi Diomedei, rivendicando spazio e dignità per l’Istituto. Esulta Vittorio Sgarbi che si era schierato senza esitazioni a favore delle tesi sostenute dal comitato. Masticano invece amaro quanti avevano cavalcato la tigre dei Campi Diomedei. La polemica divampa.<br />
Ma adesso?<br />
Adesso è giunto il momento di abbassare i toni e cercare una soluzione condivisa, come sarebbe stato il caso di fare da molto tempo. I contrasti sull’uso del Deposito Cavalli Stalloni vengono da lontano. La storia dei Campi Diomedei ne è solo l’ultimo atto.<br />
La presa di posizione, seppure tardiva, del Ministero e della Soprintendenza mettono finalmente un punto fermo nella vicenda riconoscendo che il Deposito Cavalli Stalloni possiede una valenza storica e culturale da tutelare, salvaguardare e conservare, nella sua identità e nella sua integrità.<br />
Bisogna ricominciare da qui, rivedendo ed adeguando il progetto, in modo che valorizzi le risorse esistenti (il Deposito, ma anche il villaggio neolitico), e le integri nel parco urbano senza comprimerle o snaturarle. Non è difficile: basta volerlo.<br />
Bisogna ascoltare le ragioni del Comitato, troppo spesso accolte con sufficienza, quando non con supponenza, dalle istituzioni ma anche da una parte del mondo foggiano della cultura che le ha, per usare un eufemismo, snobbate.<br />
Ingaggiare un braccio di ferro giudiziario farebbe soltanto perdere tempo e danaro. Il provvedimento di revoca in autotutela e di sospensione dei lavori non è un semaforo rosso, ma giallo, perché richiede espressamente la presentazione di una proposta progettuale in variante, da mettersi a punto sulla base delle prescrizioni che lo stesso Ufficio impartirà.<br />
Per tutta la città si tratta di un banco di prova importante, da affrontare senza pregiudizi né isterismi.<br />
È così difficile progettare il futuro in maniera condivisa?<br />
<b>Geppe Inserra</b><br />
<b><br /></b>
<i>[La foto che illustra il post è tratta da <a href="http://manganofoggia.it/i-cavalli-stalloni/">http://manganofoggia.it/i-cavalli-stalloni/</a> ]</i>Geppe Inserrahttp://www.blogger.com/profile/09987619362341527527noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6270294453063399087.post-24965976964969894122018-10-31T17:38:00.002+01:002018-10-31T17:38:49.632+01:00Foggia dall'alto, bella ed austera<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiPvBZLNAl_Kaw4ZP1AKcsGPdAfn4RmtG4dQUnOZ5iagNUJtnV0_ZvvJ_PIOHY62qmqJRlBCJR8c9inKv9V0SzxqFjQjVfVz3zL5VqZRbbtGl_pUTkEyKlk81yPGuwhOqqtvXf2e06i5lU/s1600/Schermata+2018-10-31+alle+17.29.40.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="519" data-original-width="1162" height="177" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiPvBZLNAl_Kaw4ZP1AKcsGPdAfn4RmtG4dQUnOZ5iagNUJtnV0_ZvvJ_PIOHY62qmqJRlBCJR8c9inKv9V0SzxqFjQjVfVz3zL5VqZRbbtGl_pUTkEyKlk81yPGuwhOqqtvXf2e06i5lU/s400/Schermata+2018-10-31+alle+17.29.40.png" width="400" /></a></div>
Foggia dall’alto rivela una insospettabile bellezza, e perfino un’austera grandezza. Forte del suo immancabile drone e del brevetto recentemente conseguito, <b>Fabrizio De Lillo</b> e il suo sguardo alato salgono più in alto del solito, per regalare al suo sempre più nutrito ed affezionato pubblico, immagini insolite dei luoghi simbolici della città - piazza Cavour, via Lanza, piazza Giordano - e dei suoi monumenti più significativi: la Cattedrale, il Teatro, la Villa Comunale.<br />
È una Foggia che non t’aspetti, che non diresti. Con tanti colori e tanta bellezza.<br />
I campi lunghissimi e le panoramiche a trecentosessanta gradi abilmente confezionati da Fabrizio, ci invitano a riscoprire una dimensione della città che spesso ci sfugge: la sua grandezza, croce e delizia, in una realtà urbana che è affetta al tempo stesso dai mali tipici delle aree metropolitane e di quel provincialismo duro ad eradicarsi, nonostante la tradizionale funzione di cerniera e di frontiera della città, avamposto meridionale verso il Centro Nord.<br />
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Lo sguardo che vola di Fabrizio non è però sommario, o frettoloso: talvolta si posa e scopre deliziosi dettagli invisibili ad altezza d’uomo: come le pietre parlanti della Cattedrale o il fregio che adorna il comignolo del teatro comunale, regalando una ineffabile suggestione.<br />
Il messaggio, la morale, l'invito: riconquistare la grandezza perduta. Come? La via è quella suggerita dalle immagine del bel video di De Lillo ma anche dal titolo, sospeso tra senso di sfida (che soltanto i giovani sanno esprimere così) e provocazione: <i>“See high - Foggia dall’alto”</i>. <i>“See high”</i>, vedere in alto, guardare in alto. Foggia e i foggiani hanno bisogno di guardare alto e in alto, per ritrovare se stessi, ed il loro futuro.<br />
Ecco il filmato di Fabrizio De Lillo. Guardatelo, amatelo, condividetelo.<br />
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<iframe allow="accelerometer; autoplay; encrypted-media; gyroscope; picture-in-picture" allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="https://www.youtube.com/embed/jX-FDokEsfM" width="560"></iframe>Geppe Inserrahttp://www.blogger.com/profile/09987619362341527527noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6270294453063399087.post-77973369278010660592018-10-30T18:42:00.001+01:002018-10-30T18:42:53.423+01:00Foggia, maglia nera per le piste ciclabili<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgi5XLO-FNS4G2_14wz7maHktWstltO6q1hZSp2Jn7EDk4-Z8KG6h9Sro2aNPWcYSD1Zp1xDn_3hIFzaEwSrjZnWjk_r1F1w5vipGWG8hM0Z5wQmt7JNtUnReA_cU87WIzWv5iEwafzJNA/s1600/pistaciclabile.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1600" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgi5XLO-FNS4G2_14wz7maHktWstltO6q1hZSp2Jn7EDk4-Z8KG6h9Sro2aNPWcYSD1Zp1xDn_3hIFzaEwSrjZnWjk_r1F1w5vipGWG8hM0Z5wQmt7JNtUnReA_cU87WIzWv5iEwafzJNA/s400/pistaciclabile.jpg" width="400" /></a></div>
Maglia nera, o quasi per quanto riguarda le piste ciclabili, va un un po’ meglio Foggia negli altri indicatori che riguardano l’ecosistema urbano. La città si classifica al 72° posto della graduatoria della XXV edizione del rapporto <i>Ecosistema urbano</i> di Legambiente e Ambiente Italia, perdendo due posizioni rispetto allo scorso anno e totalizzando un punteggio di 47,96%.<br />
Il punteggio è espresso in termini percentuali in quanto tiene conto del massimo possibile di ciascun indicatore. In sostanza, l’ipotetico punteggio di 100 spetterebbe a un capoluogo in grado di rispettare tutti i limiti di legge e di garantire una buona qualità ambientale per ognuno degli indicatori considerati.<br />
Con riferimento alla Puglia, Foggia si piazza al terzo posto, dietro Lecce (63° posto con 50,05%) e Brindisi 868°, 48,39%) e davanti a Bari (80°, 44,84%) e Taranto (82°, 44,14%).<span style="white-space: pre;"> </span><br />
La performance migliore viene marcata dal capoluogo dauno per quanto riguarda i consumi idrici: con 120,2 litri di acqua consumata al giorno per abitante si piazza all’8° posto della classifica. La perfomance peggiore, come già anticipato, riguarda invece le piste ciclabili: siamo al 100° posto e un punteggio pari a zero.<br />
Posizioni buone il capoluogo le spunta in generale sui parametri che riguardano la qualità dell’acqua. Oltre a quello dei consumi idrici, i dati sono positivi anche per quanto riguarda le perdite in rete (20,2° dell’acqua immessa, 14° posto) e la capacità di depurazione (28° posto, 98,3%).<br />
Così così i dati che si riferiscono alla qualità dell’aria: 20° posto in classifica per quanto riguarda il biossido di azoto (23 ug/mc), 41° nell'indicatore che misura la presenza di polveri sottili (22 ug/mc) e 95° per quello relativo alla concentrazione di ozono (dato non rilevato).<br />
Poche luci e molte ombre giungono dai dati che riguardano la mobilità urbana. Il peggiore è quello, già ricordato, che riguarda le piste ciclabili. Il migliore è invece quello che si riferisce al parco auto (14° posto, 57 auto per 100 abitanti ). A seguire gli altri indicatori: 45° posto per quanto riguarda l’offerta di trasporto pubblico (24 km-vettura per abitante), 69° per il numero di passeggeri che usufruiscono del trasporto pubblico (24 passeggeri/abitanti), un preoccupante 91° posto per gli incidenti mortali (1,79 morti per 10.000 abitanti).<br />
Situazione mediocre anche per quanto riguarda il verde: il solo parametro che colloca Foggia in una posizione medio alta della graduatoria è quello degli alberi (39° posto, 16,2 alberi per 100 abitanti). 66° posto per tutti gli altri tre indicatori che riguardano: le isole pedonali (0,19 mq/ab), le energie rinnovabili (1,99 kw/ab) e l’uso efficiente del suolo (5,50).<br />
Decisamente in chiaroscuro gli indicatori che si riferiscono alla gestione dei rifiuti: se per rifiuti prodotti Foggia si piazza al 54° posto della classifica, con 513 kg/ab, per quanto riguarda la raccolta differenziata siamo in zona retrocessione, o quasi, con appena il 26,57%.Geppe Inserrahttp://www.blogger.com/profile/09987619362341527527noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6270294453063399087.post-38756185666210450612018-10-30T16:39:00.000+01:002018-10-30T16:42:06.706+01:00Daunia, antologia del mondo (di Giuseppe D'Addetta)<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<b>Giuseppe D’Addetta</b> è stato tra gli intellettuali dauni e garganici più attenti alla valorizzazione del territorio provinciale e del promontorio, e tra i più abili a raccontarne le millenarie radici. Nato a Carpino nel 1899, ha scritto molti libri sulla Montagna del Sole, ed è stato tra i primi ad intuirne il potenziale, battendosi tenacemente per superare i localismi e i campanilismi.<br />
D'Addetta non disdegnava tuttavia di estendere il suo sguardo e la sua prosa, intensa e forbita, a tutta la provincia di Foggia, come testimonia questo splendido articolo, che ho trovato su uno dei primi numeri de <i>La Tribuna di Foggia</i>, settimanale di ispirazione democristiana che si pubblicava negli anni Cinquanta.<br />
È una delle più riuscite ed esaurienti narrazioni che ho mai letto della Daunia e dei suoi diversi territorio, il Tavoliere, il Subappennino e il Gargano, e mi piace condividere questa prosa così bella, con gli amici e i lettori di <i>Lettere Meridiane</i>. D'Addetta ci fa scoprire la Capitanata come unicum, "compendio di tutti i panorami della grande Penisola incantata", come recita il "sommario" dell'articolo intitolato, <i>Daunia Nostra,</i> e pubblicato nel numero del settimana uscito in edicola il 13 ottobre del 1951.<br />
D’Addetta fu molto attivo come scrittore e come giornalista. Fondatore del periodico <i>Rinascita Garganica</i>, ebbe il merito di rilanciare la pubblicazione de <i>Il Gargano Nuovo</i>.<br />
Dello scrittore giornalista di Carpino, <i>Lettere Meridiane</i> ha già pubblicato <i><a href="http://letteremeridiane.blogspot.com/2016/10/ogni-centanni-di-giuseppe-daddetta.html">Ogni cent’anni</a></i>, che racconta la leggenda di Pizzomunno (che nella novella viene chiamato con il nome più antico di Pizzimunno) e Vesta.<br />
Una storia di rara delicatezza, resa ancora più struggente dalla notevole capacità letteraria di Giuseppe D’Addetta, che si spense a San Menaio, nel 1980. Buona lettura.<br />
(g.i.)<br />
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<b>DAUNIA NOSTRA</b></div>
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<i>Compendio di tutti i panorami della grande Penisola incantata</i></div>
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La sterminata pianura del Tavoliere con le caratteristiche masserie e i paesi accovacciati intorno ai campanili aguzzi - L'ampia balconata del Subappennino con i suoi insigni monumenti - Il massiccio ciclopico del Gargano azzurro, verde, odoroso, misterioso e profondo<br />
È una terra tormentata nei millenni questa nostra terra dauna e l'aspetto che ora presenta è certo il risultato di emersioni e colmate che di un ampio spazio di mare hanno fatto l’immensa pianura del Tavoliere di Puglia.<br />
<a name='more'></a><br />
Il crinale italico degli Appennini si è cosi congiunto con le vette più alte della mitica Adria e lo Stivale ha avuto il suo Sperone.<br />
Ed a chi arrivi in terra dauna, dal sud o dal nord, la sterminata piana, granaio d'Italia. si presenta fra due baluardi montagnosi che sembrano eretti dalla natura a sua difesa. Piana immensa che ricorda ancora la sua origine; perché sempre ondosa appare, sia che i solchi dell'aratro ne accavallino le zolle scure, sia che le brezze facciano tentennare le spighe verdi e d’oro.<br />
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<b>La Puglia piana</b><br />
A distanza l'una dall'altra, come sperdute nei dilagare delle messi, le caratteristiche masserie di Puglia picchiettano questa pianura che l'occhio non riesce ad abbracciare, mentre pochi e grossi paesi sono accovacciati intorno a campanili aguzzi ed a cupole rotonde. Qui è la Puglia plana, livida o arroventata di sole a seconda delle stagioni, dal paesaggio uniforme di campi e vigneti con pochi alberi, su cui svettano nei cielo gli ombrelli dei pini, solitari o a gruppi, come vedette per gli armenti transumanti, proni verso terra nei tratturi ampi, che scendono dai monti d'Abruzzo ai primi freddi e lì tornano nella primavera gioiosa. Ma la Daunia non offre solo la visione piatta del suo Tavoliere sconfinato, perché dei suoi 7000 Kmq. circa di superficie, ben 3000 sono rappresentati dalle zone montagnose del Subappennino e del Gargano.<br />
Verso l'interno, questa nobilissima provincia Italica, che fin dall’antichità romana fu chiamata inclita, presenta, in una catena ininterrotta, le terrazze subappenniniche, dalle quali si affacciano cittadine bianche le cui origini si perdono nella notte dei tempi. E sulle prime pendici di quest’ampia balconata, custoditi gelosamente dagli antichi popoli lucerino e troiano, fra i tanti che l’arte romanico-pugliese e pisana qui fece sorgere ed il tempo e gli eventi distrussero, vivono ancoro monumenti insigni della civiltà cristiana. O malconci e sgretolati ruderi, vetusti ed illustri, fra cui quelli di Castel Fiorentino sperduti nella pianura immensa e prossimi a scomparire del tutto, dove si avverò la terribile profezia e Federico II, il grande imperatore che la Daunia predilesse, in una sosta occasionale, a soli 56 anni, inaspettatamente compì il suo cammino terreno.<br />
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S'alza poi la barriera e s'entra nella zona montagnosa del crinale che dimezza l’Italia. Lungo è il poggio che arresta la piana. Lì cresce l’ulivo ed il bosco assume alle volte l’intrigo di una foresta; ma il terreno suscettibile di cultura è talmente sfruttato che i colli sono ammantati tutti di verde e d'oro a seconda delle stagioni. E in questo disordinato accavallarsi di alture e di monti, è nascosta una densità di centri abitati che non presenta né la pianura né il Gargano, perché circa la metà — una trentina dei sessanta Comuni della Daunia - sono rincantucciati nel nostro Subappennino. I paesi sono vicini l'uno all'altro ed alle volte quasi senza soluzione di continuità. La vita è povera senza però che vi sia più miseria che altrove, perché le popolazioni sono laboriose ed industri, frugali anche, ma di una gentilezza ospitale che ha del primitivo, con nell'animo un desiderio grande di vita migliore e nel cuore un amore infinito per i loro fantastici monti che a notte intristiscono e che al paesaggio dauno donano le vette più alte.<br />
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<b>Albanese e Provenzale</b><br />
Al di là di queste propaggini appenniniche, oltre la striscia argentea del Fortore che precipita a valle verso il mare, sono le montagne innumeri del Molise e del Sannio e nella parte meridionale i colli verdi o brulli dell'Irpinia e del Vulture. Il paesaggio è vario ma il tono dominante è sempre e solo quello di una plaga collinosa interna, alla quale la da sfondo e dà respiro il piano immenso come se ne costituisse l’indispensabile piattaforma. Ed i borghi hanno caratteristiche comuni su cocuzzoli o su dorsi, stretti intorno a vecchie torri mozze o a campanili snelli, e fonti limpide e cristalline zampillano nelle valli ed alimentano i corsi torrentizi della Daunia piana. Ma alle volte, come a Casalvecchio ed a Faeto, sembra di non essere in terra di Puglia, perché è l'albanese o il provenzale che formano tuttora l’idioma del popolo, tenace nelle secolari tradizioni. Ed anche a Roseto, stretto fra i monti a circa 700 metri di altitudine, non sembra di essere nel Subappennino dauno, per la curata estetica urbanistica che mostra, nel maggior benessere degli abitanti<br />
<b>Lo Sperone d’Italia</b><br />
Nei campi di questo paese civettuolo al quale, ben s'addice il nome odoroso, sfavilla abbondante la pirite ed in riflessi d'oro si rifrangono i raggi del sole che baciano questa terra. L’altra zona collinosa della Daunia è il Gargano, che rompe la figura circolare della provincia e si protende nel mare disegnando lo Sperone d’Italia.<br />
È un massiccio ciclopico che al piano mostra una parete rugosa, glabra, che sembra senz'anima, senza fascino, senza bellezza. È solitario, con una propria ed inconfondibile individualità, che può sembrare solenne, sdegnoso o selvaggio a seconda dello stato d'animo e delle ore in cui si guarda. Ma se si supera la parete brulla e rugosa e si percorre questa terra che man mano si svela, come un miracolo appare la grande varietà d’aspetti che questo piccolo promontorio racchiude. Perché in soli 2000 Kmq. circa di superficie, in una storia gloriosa di millennii, presenta cento volti, le bellezze più ardite, i santuari più famosi, i laghi più azzurri, le foreste più ampie ed intricate, gli agrumeti più odorosi, le pinete più verdi e pittoresche, le spiagge più assolate, i monumenti più misteriosi, le caverne più profonde.<br />
Terra non ancora valorizzata e conosciuta in tutta la sua bellezza, dolce ed orrida, dove la storia si fonde con la leggenda, la pura passione amorosa con la tragedia, il santo con il profano, ed i laghi costeggiano il mare e dai piani s’elevano improvvise le colline fra cui valli ombrose e burroni rocciosi s’insinuano per creare altri aspetti e nuove sensazioni.<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg9h5L-rtzBIL9UDvTl2O7-sNZh2Au5z87QuG0tS6ZiX8aaqVnf-KuSy_9vH2AvHZ-qspptxFRGaifhgxerugZLyylS2szCTNWT_hPLS4l4Ss6XQMNN-3-SPiWQWI3DC3_UygpnQxb4P4I/s1600/12039965086_a273cd794e_z.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="427" data-original-width="640" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg9h5L-rtzBIL9UDvTl2O7-sNZh2Au5z87QuG0tS6ZiX8aaqVnf-KuSy_9vH2AvHZ-qspptxFRGaifhgxerugZLyylS2szCTNWT_hPLS4l4Ss6XQMNN-3-SPiWQWI3DC3_UygpnQxb4P4I/s400/12039965086_a273cd794e_z.jpg" width="400" /></a></div>
<b>La Montagna del sole</b><br />
Terra consacrata dall’Arcangelo Michele che dell'orrido speco [caverna, grotta, n.d.r] di Monte S. Angelo ha fatto la sua celebre basilica, dove pare si sia di nuovo appalesata la grazia divina con l’apostolato, nel disadorno convento di S.Giovanni Rotondo, di P. Pio da Pietrelcina, l’umile francescano tormentato dalle stimmate sanguinanti ed in odore di santità.<br />
La Montagna del sole, come dalle genti del Tavoliere il Gargano è chiamato perché<br />
dalle sue creste appare sempre ogni mattina l’astro dorato, sembra un altare eremitico fra la piana ed il mare, gigantesco, sulla cui cima più alta, in un’era lontanissima, i ciclopi immolavano le loro vittime agli dei. E gradini per ciclopi sembrano le infinite terrazze e ripiani che scalettano i colli meridionali e che dalle vette scendono giù giù fino all'ampio golfo sipontino, coperti da terra portata a spalla per fecondare il sasso sterile dove ora verdeggia il grano; e bosco per ciclopi pare l’immensa foresta Umbra fitta di alberi colossali e ramosi dove forse i mostri si stendevano al rezzo [ombra, frescura, n.d.r.]; case per ciclopi dovranno anche sembrare le caverne che forano questa montagna misteriosa quando saranno esplorate.<br />
Poi a settentrione è una riviera dolce e profumata, con paesini bianchi aggrappati a rocce sul mare turchino che s’infrange su una sabbia d’oro in una meraviglia di pini e d'agrumi, nella pace degli oliveti mesti, nel fascino dei laghi trascoloranti pescosi e ricchi di caccia, in una ininterrotta sequenza delle più varie bellezze della natura che sintetizza in un piccolo spazio gli aspetti più disparati.<br />
Questo è il paesaggio dauno, in cui tutto è rappresentato e dove ferve un'operosità tenace per la rinascita di questa terra ricca e fantastica che, forse come nessun’altra regione d'Italia, può offrire al turista tutte le visioni e tutti i panorami della grande penisola incantata.<br />
<b>Giuseppe d’Addetta</b><br />
<b><br /></b>
<i>(La foto che illustra il post è di Carmelo Roberto. Le altre foto, nell'ordine, sono di Fiore Barbato, Vincent e Roberto D'Onofrio. Tutte le immagini sono coperta da licenza Creative Commons)</i><br />
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<br />Geppe Inserrahttp://www.blogger.com/profile/09987619362341527527noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6270294453063399087.post-6755362892320571932018-10-28T19:11:00.000+01:002018-10-28T19:11:08.597+01:00I pro e i contro della Lega<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgSztjKjQ-N-MZWYGx70rXQKNxLnreAlEBuUZ0zXpKWWppot2y1Uf-P9Fqo7if65tEudfxW17eN2OY0212gavbmGqv2owcttMQQhBb9fWUfgw7BzY2f-im3QT8wYvcquiSGPLDhW8qOKMw/s1600/putin.jpeg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="500" data-original-width="1000" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgSztjKjQ-N-MZWYGx70rXQKNxLnreAlEBuUZ0zXpKWWppot2y1Uf-P9Fqo7if65tEudfxW17eN2OY0212gavbmGqv2owcttMQQhBb9fWUfgw7BzY2f-im3QT8wYvcquiSGPLDhW8qOKMw/s400/putin.jpeg" width="400" /></a></div>
Anche nella seconda parte della striscia settimanale del nostro disegnatore satirico in versione solo testo, Madetù, la politica abbonda, e deborda.<br />
Bene così: perché la satira si rivela sempre di più uno strumento utile a capire un agone politico dove si discuta e li litiga tanto, ma si combina poco in nome dei voti prossimi venturi.<br />
Ad aggiudicarsi la copertina odierna il micidiale calembour sui leghisti pro-moscoviti ma anti-moscovici. Ma non è per niente male anche la battuta sulle ragioni del crollo della scala mobile della Metro di Roma. Leggete, sorridete, riflettete.<br />
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<b>SACRIFICI</b></div>
Salvini invita gli italiani ad acquistare titoli di Stato.<br />
- In pratica è un invito agli italiani, in stile fascista, a sacrificare l'"Oro alla Patria"?<br />
- Sacrificare "loro" alla Patria? Dai sondaggi purtroppo non sembra.<br />
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<b>LA MANO E IL DITO (MEDIO)</b></div>
Problemi conseguenti alla manovra economica del nostro Governo.<br />
- Salvini ha detto che il popolo italiano ci darà una mano...<br />
- Tranquillo Salvini. Ci basterà un dito medio.<br />
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<b>SCALA MOBILE</b></div>
- A un certo punto nella Metro di Roma la 'scala mobile' ha cominciato a correre...<br />
- Tutta colpa dello spread e dei poteri forti.<br />
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<b>SCIOPERO</b></div>
Venerdì 26 ottobre sciopero generale dei trasporti.<br />
Sospiro di sollievo della sindaca di Roma Raggi: "Per un giorno almeno gli autobus non bruceranno".<br />
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<b>CHI DURA E CHI NO</b></div>
Obsolescenza programmata nei cellulari.<br />
- Molti si chiedono se sia vero che questi smartphone sono programmati per durare poco...<br />
- Dipende. Se sono razzisti e populisti possono durare anche parecchio!<br />
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<b>SALVINI A MOSCA</b></div>
Il nostro Premier è misteriosamente voluto andare a Mosca.<br />
- Molti hanno pensato che sia andato a "vendersi".<br />
- E il presidente Putin, infatti, ha detto che la Russia vuole comprare 'titoli' italiani.<br />
- Per cominciare...un Conte.<br />
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<b>MAGHI E POTERI SPECIALI</b></div>
Prime reazioni politiche dopo la tragica morte della sedicenne romana Desirée.<br />
- Di Maio ha chiesto 'poteri speciali' per la sindaca Raggi.<br />
- E lei ha subito chiamato qualche esperto consulente?<br />
- Sì, Mago Silvan.<br />
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<b>VOTI</b></div>
La morte della ragazza romana accende le polemiche.<br />
- Mi chiedo cosa comporta sapere se a drogarla, stuprarla e ucciderla sono stati degli stranieri?<br />
- Cosa comporta non lo so. Cosa porta lo so: porta voti.<br />
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<b>CONDANNE</b></div>
La Corte Suprema di Strasburgo condanna l'Italia per la detenzione del capomafia Provenzano.<br />
- Non doveva stare ancora al 41 bis...<br />
- Lo dicevo io che se lo scioglievano nell'acido non se ne accorgevano!<br />
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<b>CONDONI E ONESTA' (?!)</b></div>
- I tempi della politica sono davvero cambiati...<br />
- Già. I 5Stelle lo hanno interpretato alla grande: la mattina hanno approvato il condono fiscale e la sera a gridare in piazza "Onestà, onestà, onestà!".<br />
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<b>FIGLI DI TROLLEY</b></div>
Al palo in Parlamento i decreti su Genova e Ischia.<br />
- Visti i deputati svignarsela coi valigioni con la scusa dello sciopero dei trasporti di venerdì...<br />
- Che figli di trolley!<br />
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<b>SOCIALISTI</b></div>
Venerdì 26 ottobre i socialisti dauni si sono incontrati a Foggia in una vineria.<br />
Prima pensavano a mangiare, ora a bere.<br />
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<b>LEGHISTI PRO E CONTRO</b></div>
- I leghisti sono a favore della Russia e contro l'Europa...<br />
- Già: con i moscoviti e contro i Moscovici!<br />
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<b>IL RITORNO DEL RE</b></div>
Il 15% degli italiani, secondo un sondaggio del quotidiano "Libero", vorrebbe il ritorno della Monarchia.<br />
- E il rampollo dei Savoia, Emanuele Filiberto, ci starebbe pensando...<br />
- Dalla Repubblica al Re pubblico.<br />
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<b>PRIMA TAJANI</b></div>
Berlusconi e Forza Italia sempre più minoritari nel centrodestra.<br />
- Con lo slogan "Prima gli italiani" Salvini ha fatto il vuoto...<br />
- Tant'è che Berlusconi ha potuto rispondere solo con "Prima Tajani"!Geppe Inserrahttp://www.blogger.com/profile/09987619362341527527noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6270294453063399087.post-257843220079343802018-10-28T10:03:00.000+01:002018-10-28T10:03:13.985+01:00Mio figlio, thriller "in tempo reale" di grande intensità<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg7l87hvdDnqVaY4K6-Sged_8x0-H5xBxwmVhyPUm6FFLAOs6ERznWINcs8NBRcTCxxdH5v-YyQkIIrBn6E1eJQ7eqt47udPo0yMPQZLLqzhJ1KoBh9jZl6EMILMdqohvI6eldJdJ3OiaQ/s1600/mio-figlio-1030x615.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="615" data-original-width="1030" height="238" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg7l87hvdDnqVaY4K6-Sged_8x0-H5xBxwmVhyPUm6FFLAOs6ERznWINcs8NBRcTCxxdH5v-YyQkIIrBn6E1eJQ7eqt47udPo0yMPQZLLqzhJ1KoBh9jZl6EMILMdqohvI6eldJdJ3OiaQ/s400/mio-figlio-1030x615.jpg" width="400" /></a></div>
Un thriller di rara intensità, interpretato magnificamente da <b>Guillame Canet </b>e<b> da Mélanie Laurent</b>. Il consiglio delle settimana di <i>Lettere Meridiane</i> per i cinefili foggiani è <i>Mio Figlio</i> di <b>Christian Carion</b>, in programmazione nel week end alla <i>Sala Farina</i> (via Campanile, <u>proiezioni alle 18.30 e alle 21.00</u>). 84 minuti di pura tensione, frutto di una tecnica di regia assolutamente particolare ed innovativa.<br />
La storia, di per sé, è semplice. Julien è sempre in viaggio per lavoro e la continua assenza da casa ha mandato in frantumi il suo matrimonio. Mentre si trova in Francia, riceve un'inquietante chiamata dalla sua ex moglie, Mathys: il loro bambino di sette anni è scomparso. Si mette allora sulle sue tracce, pronto a percorrere anche il più oscuro dei sentieri pur di salvare suo figlio.<br />
A rendere del tutto originale il film, girato a tempo di record, in soli sei giorni, c’è la particolare tecnica di costruzione utilizzata da Carion: l’attore protagonista non conosceva la sceneggiatura, così come il personaggio che interpretava, da tempo lontano da casa, al suo ritorno apprende delle cose che non sapeva, e scopre gradualmente la verità. Ad aggiungere ancora più tensione c’è stata la scelta di affidare tutto al momento, attraverso riprese che venivano girate praticamente in tempo reale.<br />
Il talento creativo di Guillaume Canet ha fatto il resto, riuscendo a delineare alla perfezione il ritratto di un uomo fuori controllo, un padre spinto ai limiti estremi della violenza: è riuscito a dare vita a un thriller familiare come se ne sono visti pochi.<br />
La scelta di affidarsi all’improvvisazione e alle riprese in tempo reale ha comportato non pochi problemi perché comunque il regista doveva dirigere l’attore protagonista. Si era pensato inizialmente a dotarlo di un auricolare ma, come ricorda Carion, “visto che avevamo dei microfoni wireless il tecnico del suono non ha potuto garantire che avrebbe funzionato. E Guillaume ha detto che non ce l’avrebbe fatta se qualcuno gli parlava nell’orecchio. Così ho deciso che sarei stato ovunque, tutto il tempo! Infatti quando Guillaume sta guidando, il direttore della fotografia è accanto a lui mentre il primo assistente operatore e il tecnico del suono sono dietro. Visto che non c’era spazio per me, io sono rimasto sul camion con un monitor che mi permetteva di seguire la scena.” In pratica, il regista ha parlato con Guillaume Canet solo durante le riprese: “quando eravamo pronti lo chiamavo. E lui mi ha detto: «è assolutamente assurdo per me perché so che siete tutti preparati ma non so a cosa e non so cosa sta per accadere in questo edificio!»<br />
Il risultato è un gran film, da non perdere. Qualcuno ha parlato a proposito di “Mio Figlio” di un nuovo genere: è un film che non ha una storia da sostenere, e che in un certo senso gioca con i codici del thriller e con le regole del plot. Un film dove la sorpresa e la tensione sono sempre dietro l’angolo.<br />
Qui sotto il trailer.<br />
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<iframe allow="autoplay; encrypted-media" allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="https://www.youtube.com/embed/IeVWEwgwdA4" width="560"></iframe>Geppe Inserrahttp://www.blogger.com/profile/09987619362341527527noreply@blogger.com0